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Il Monumento ai Caduti

Il Monumento in bella vista nell'incrocioPosto nella parte nord dei giardini inferiori di corso Mombello, all'incrocio con Via Roma, fu dedicato ai Caduti della Guerra 1915-1918.

L'iniziativa di erigere un monumento ai Caduti a Sanremo era stata presa già nel gennaio 1921 dall'Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, presieduta dal ragioner Aldo Ravina, che il 20 marzo dello stesso anno venne anche nominato presidente del Comitato Esecutivo per la realizzazione del monumento.

Il Comitato, poi presieduto dal professor Antonio Canepa e dal sindaco Bensa, incominciò allora a raccogliere i fondi necessari per l'erezione del monumento, ai quali contribuì anche la Regina Margherita che riuscì a ottenere dalle Ferrovie dello Stato 80 quintali di rottami di bronzo ad un prezzo ribassato dal 40%.
Biglietto d'invito ad un evento per raccolta fondi per la costruzione
Per incrementare ulteriormente la raccolta dei fondi occorrenti, era stata anche indetta una grande Lotteria che aveva come premio un'automobile Fiat 520 dal valore di L. 25.000 e che fu assegnata al signor Ernesto Cavallero Lastress.

Il progetto era stato affidato allo scultore Vincenzo Pasquali che lavorò alla fusione dell'opera e che per la cui realizzazione venne corrisposto un compenso di L. 175.000.
Il Monumento visto dal retroNel giugno del 1923 tutto era pressoché terminato e il sindaco Bensa, accompagnato dal vice presidente del Comitato Giovanni Boeri, fu ricevuto a Roma dal Re Vittorio Emanuele III, che accettò l'invito di recarsi a Sanremo per presenziare all'inaugurazione del monumento.
Il basamento e la statua
La statua, alta sei metri, su un basamento parallelepipedo trapezioidale poggiato su quattro gradini e incorniciato in alto da un fascio littorio in bronzo che gira intorno a tutti i quattro lati, terminante con una struttura piramidale che fungeva da appoggio all’imponente gruppo scultoreo bronzeo, alto sei metri raffigurante la Vittoria Alata, una donna su un cavallo impennato che brandisce una spada, con i condottieri ai suoi piedi.

Sui lato frontale la dedica ai caduti e sugli altri tre i nomi della città redente, Trento e Trieste e quella di Roma.

Il 12 novembre 1923 il Re giunse a Sanremo proveniente da Racconigi accompagnato dal principe Umberto e dal generale Cittadini, suo aiutante di campo.

Arrivo del Re Vittorio Emanuele III al palco di fronte al MonmentoAccolto alla stazione ferroviaria dall'alto commissario delle FFSS Torre, in rappresentanza del governo, dal prefetto di palazzo duca Borea d'Olmo, dal senatore Marsaglia e dalle autorità cittadine, passò allora in rassegna i reparti del 42° Reggimento Fanteria e di dodici bande musicali, mentre la corazzata Duilio, ancorata nella rada del porto insieme al cacciatorpediniere San Martino, sparava ventuno cannonate a salve.

Il palco con il Re e la Regina MadreVittorio Emanuele III giunse quindi in corso Umberto e prese posto sul palco delle autorità accanto alla regina madre.


Il monumento dopo tolto il velo che lo coprivaSubito dopo venne tolto il velario che ricopriva il monumento, mentre le bande musicali presenti intonavano l'inno del Piave.

Dopo che il vescovo di Ventimiglia Ambrogio Daffra ebbe impartita la benedizione al monumento, prese la parola l'oratore ufficiale della cerimonia Corrado Marchi, direttore del "Corriere Mercantile" di Genova, che rivolse un saluto commosso ai caduti sanremesi, mentre tutti i rappresentanti delle associazioni combattentistiche, operaie, cattoliche, professionali e sportive della provincia sfilavano davanti al palco reale.


Vittorio Emanuele al Casinò insieme a Maometto VITerminata la cerimonia, il re si recò alla chiesa russa per visitare le tombe dei suoi suoceri e quindi al Casinò Municipale, dove ricevette l'omaggio delle principali personalità del mondo politico locale, tra cui anche il Sultano Maometto VI con il quale il re ebbe un breve colloquio.

Verso le 12 Vittorio Emanuele III si recò infine alla stazione ferroviaria, dove salì sul treno reale partendo subito dopo alla volta di Bordighera per raggiungere la regina madre insieme al principe ereditario.

Purtroppo, nel corso della seconda guerra mondiale, data la penuria di metallo adatto alla fusione di armi, la statua in bronzo fu rimossa dal piedestallo e dirottata al Centro Raccolta Metalli.


Il basamento per decenni rimasto privo della statuaL’opera era destinata alla fusione, ma la sua fine fu sempre avvolta nel mistero tanto che sembra che finì invece in un deposito del Comune, dove rimase Il basamento del monumentoabbandonata fino alla Liberazione, ma anche questo non è mai stato accertato.

Da quel momento su di essa è calato l’oblio.




La parte alta del nuovo MonumentoNon venne più sostituita fino a quando, il 2 giugno 2018, in occasione della Festa della Repubblica, grazie alla generosa donazione della Sig.ra Elsa Ausenda e del La nuova statua della Vittoria Alatamarito Renato Carlo, scomparso anni fa, è stato possibile collocare sul basamento una copia del monumento originale.


Con l’autorizzazione del Comune di Sanremo e della Sopraintendenza ai Beni culturali di Genova e anche grazie all’impegno della galleria Denuzzo e dell’architetto Gianni Salesi, l'opera fu commissionata al Maestro d’Arte Domenico Sepe, napoletano d'origine, che, prima di iniziare il lavoro, studiò bene il bozzetto originale conservato nel Museo Civico.


Il Maestro Domenico Sepe al lavoro


La cerimonia dell'inaugurazione si svolse alle 9,30 partendo da Piazza Colombo con una sfilata di rappresentanti dell'ANPI, arrivando alle 9,45 al Monumento, all'incrocio tra Via Roma e Corso Mombello dove fu scoperto il Gruppo bronzeo alla presenza di alcune Autorità e numerosi ex combattenti.

Il momento della cerimonia dell'inaugurazione Anche molti cittadini erano presenti, oltre che per la solennità del momento anche per la curiosità di guardare il basamento che per tanti anni hanno visto monco, ripristinato con un'opera di cui hanno solo sentito parlare.


Il momunento pronto per l'inaugurazioneL'idea di rimettere sul piedestallo del Monumento ai Caduti, rimasto da tempo orfano della sua statua, un Gruppo di Bronzo che, almeno nello spirito, la uguagliasse, venne proprio al Sig. Marco Renato Carlo.


Carlo partecipò alla Seconda Guerra Mondiale facendo parte del "Pieve di Teco", glorioso Reparto Alpino che si distinse sia durante la Grande Guerra che nell' ultima.
Era a coscrizione locale e tantissimi Alpini che ne hanno fatto parte erano originari della provincia, tra cui appunto il Carlo che, reduce dalla prigionia in Germania volle ricordare i tanti suoi commilitoni Caduti, destinando al Comune di Sanremo la somma, ricavata da una raccolta collettiva, promossa anche da altri volontari, necessaria a ricostruire il Monumento ai Caduti della città.

L'opera sua, come detto, è stata poi portata a buon fine dalla sua vedova, Elsa Ausenda.

(libera elabolarazione da testi di Autori vari e scritti dalle pagine del nostro Gruppo su Facebook; immagini dal Web e da archivio privato)

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