6 - Ulteriosi sussulti politici e l'abnorme crescita edilizia
Nel maggio 1951 si tennero le elezioni amministrative che sancirono ancora una volta la vittoria della lista democristiana, il cui esponente di spicco Giovanni Asquasciati, già vice sindaco nell'Amministrazione Gismondi, ottenne il maggior numero di voti preferenziali con 1.403 preferenze su 21.841 votanti. Alla tornata elettorale si erano anche presentati i floricoltori con una loro lista chiamata "Sole e Fiori", che ottenne una buona affermazione con 1.859 voti.
Il nuovo Consiglio elesse allora sindaco Asquasciati, che costituì una Giunta formata da cinque assessori effettivi e due assessori supplenti. Durante i primi mesi dell'Amministrazione Asquasciati venne portato avanti l'iter dei lavori, divisi in sei lotti, per la ricostruzione di piazza Colombo, che poi la Giunta Asquasciati avrebbe trasformato in solettone, che, per anni, sarebbe stato adibito ad autoparcheggio nella parte alta e a
parcheggio per gli autobus nella parte sottostante.
Alla fine del 1951 l'Amministrazione Comunale nominò inoltre una Commissione per la redazione di un regolamento edilizio aggiornato secondo le ultime tendenze urbanistiche, il quale potesse costituire un argine alle numerose costruzioni che stavano sorgendo un po' ovunque in modo disordinato per la mancanza di un piano.
Relatore della Commissione venne allora nominato l'ingegner Morando, che, dopo due anni di intenso lavoro, portò a termine il testo del regolamento, che venne allora inviato a Roma presso il ministero dei Lavori, che il 10 aprile 1953 lo avrebbe quindi restituito al Comune praticamente approvato in tutte le sue parti.
Intanto si consumò un'altra tragedia legata al Casinò. Infatti, alcuni giorni dopo la seconda edizione del Festival, il gestore della Casa da Gioco sanremese Pier Busseti fu colto da un improvviso attacco cardiaco nel pomeriggio del 17 febbraio 1952 nella sua abitazione di via Lima a Roma. Nonostante le immediate cure cui venne sottoposto da insigni clinici, tra cui figuravano i professori Frugoni, Episcopo e Sebastiani, nella tarda serata di due giorni dopo il suo cuore avrebbe cessato di battere a causa di un collasso cardiocircolatorio.
Anche se la versione ufficiale del decesso avrebbe parlato di morte per malattia, sarebbe circolata anche la voce di un presunto suicidio dell’imprenditore per via della situazione finanziaria dissestata della sua azienda. Sarebbe stata anche avanzata « l’ipotesi di un possibile collegamento tra la sua morte e il traffico di droga tra gli Stati Uniti e l’Italia gestito da Cosa Nostra, e in particolare dal boss italo-americano Lucky Luciano. Accurate indagini svolte in merito da Polizia e Guardia di Finanza non avrebbero tuttavia consentito di appurare la veridicità di tali indiscrezioni ». (articolo di Andrea Gandolfo sulla “Gardiöra du Matüssian”, n. 1, del 2018)
Dopo la morte di Busseti, la gestione della Casa da Gioco venne affidata all'industriale milanese Rinaldo Masseroni.
Nel 1953 Aristide Vacchino, figlio di quel Carlo già gestore del teatro "Principe Amedeo" e del "Cinema Teatro Centrale", stipulò il contratto con l'impresa edile Marchetti & Co. Spa per la realizzazione del nuovissimo "Centro Ariston".
Il progetto, fortemente desiderato da Aristide, prese vita a seguito dei bombardamenti che distrussero il teatro "Principe Amedeo", situato all'epoca in piazza Borea D'Olmo.
Aristide manifestò quindi l'esigenza di ricostruire un teatro degno di questo nome per la sua Sanremo. Nell'area dell'ex "Principe Amedeo", invece, realizzò "Il Giardino", un grande cinema all'aperto.