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11 - 1960 Lavori ed incentivazione dei servizi portuali altre Manifestazioni 

Nel 1960 furono anche appaltati i lavori per il terzo lotto delle opere nell'area portuale all'Impresa Acquarone di Ventimiglia per una spesa complessiva di 65 milioni di lire ci cui 15 a carico del Comune. I successivi lavori, terminati alla fine del 1961, avrebbero quindi portato al prolungamento di altri 35 metri del molo di ponente più il banchinamento di circa 100 metri nella parte retrostante del molo stesso, oltre all'allungamento del pennello di levante per circa 250 metri in direzione del primo quadrante e con una testa a martello in direzione della diga foranea per un'estensione di circa 50 metri. Contemporaneamente a questi lavori furono anche portati a termine il livellamento del piano viabile del molo, realizzato dalla ditta di Domenico Bartolo per una spesa di 5 milioni, il prolungamento della banchina antistante la facciata sud dei Docks lungo la zona di Pian di Nave e il raddoppiamento della strada soprastante.

Nell'estate del 1961 l'attenzione degli amministratori comunali e degli operatori turistici si incentrò invece su un innovativo progetto urbanistico, predisposto dall'architetto Camus e dall'ingegner Santagostino e denominato Sanremo-Mare, che prevedeva di strappare al mare oltre 500.000 metri quadrati di terra per costruirvi un intero quartiere residenziale, che però, dopo due anni di accese discussioni, sarebbe rimasto soltanto sulla carta.

Nel novembre del 1961 si ebbe anche la fusione della "Famija Sanremasca" con il "Comitato Arti e Tradizioni", fondato dal pittore e perito d'arte Carlo Alberto (cit.).
Nel febbraio 1962 invece il presidente dell'Azienda di Soggiorno Giovanni Bertalli diede le dimissioni e fu sostituito dal dottor Mario Massobrio, che prese le redini dell'Azienda dopo la parentesi commissariale del prefetto Bartolomeo Marco.

Un padiglione della Mostra di FloricolturaDal 1° all'11 marzo successivo si tenne invece la Mostra Internazionale di Floricoltura nell'area di Villa Ormond allargata ai giardini delle Magnolie e Nobel su una superficie complessiva di 50.000 metri quadrati.
La Mostra, organizzata dal dottor Mescola e dall'avvocato Bobba, vide la partecipazione dei più importanti produttori floricoli nazionali che presentarono migliaia di varietà di fiori diversi. La giuria ebbe come presidente onorario Domenico Aicardi e come presidente effettivo il commendator Giuseppe Ratti, che l'anno prima aveva organizzato l'Esposizione internazionale Flor '61 di Torino.
Nel corso della rassegna si svolse anche un congresso scientifico sulla coltivazione del garofano curato dalla Società Orticola Italiana.

Nell'inverno del 1962, intanto, il vice sindaco Francesco Viale si era recato a Roma per seguire più da vicino l'iter di diverse importanti pratiche, tra cui il fantomatico nuovo Mercato dei Fiori in Mordibue (via San Francesco), il trasferimento a monte della linea ferroviaria e l'allargamento del sottopassaggio di via del Castillo.
In seguito l'assessore alle Finanze Eraldo Cugge presentò alla Giunta il resoconto del bilancio comunale per il 1962, che, articolato sulle entrate previste del Casinò, pari a 3 miliardi, e sull'accensione di alcuni mutui per lavori pubblici, prevedeva di raggiungere un pareggio tramite un mutuo di un miliardo. Il bilancio di previsione per il 1962 venne approvato dal Consiglio Comunale.

Il 21 aprile 1962 il Consiglio votò all'unanimità la fiducia alla gestione del Casinò da parte di Luigi Bertolini e decise nello stesso tempo di istituire una Commissione che concordasse con l'ATA le clausole del contratto per il rinnovo della gestione della Casa da Gioco. I consiglieri missini Roberto Moroni e Bruno Tamponi, il comunista Franco Dulbecco e il socialista Silvio Dian espressero tuttavia la loro contrarietà a questa decisione, chiedendo inutilmente che tra i membri della Commissione incaricata di trattare con la società concessionaria fossero nominati anche i componenti delle minoranze consiliari.
Nello stesso periodo il sindaco Fusaro, il vice sindaco Viale e l'assessore al Turismo Goya si recavano a Roma per intavolare una trattativa sul Casinò con il governo, che sembrava fosse orientato a rinnovare la concessione dei giochi per altri dieci anni, e cioè fino alla primavera del 1973.

L'Hotel Bellevue che sarà la sede comunaleNella capitale gli amministratori sanremesi trattarono anche le pratiche relative all'acquisto del complesso Excelsior-Bellevue, scelto come nuova sede del Il Palazzo Nota, vecchia sede del ComuneComune (che prima era a Palazzo Nota), al finanziamento del mercato dei fiori e al porto turistico.
L'acquisto del Bellevue venne quindi trattato sulla base di 650 milioni con una pratica di cui si occupò il dottor Felice Bertalli.
Intanto la decisione di riassegnare la gestione della Casa da Gioco all'ATA, decisione caldeggiata in particolare dai dirigenti del Partito socialista sanremese, provocò le dimissioni del consigliere comunale Agostino Donzella per dissensi sulla conduzione della trattativa.


Edilizia intensiva nelle vie Martiti della Libertà e Pietro AgostiNel frattempo non diminuiva di intensità il fenomeno dello sviluppo edilizio, che stava trasformando radicalmente il volto della città; venne allora calcolato che solo nel periodo dal 1953 al 1960 a Sanremo erano stati costruiti 44.596 vani per un totale di 1.377.880 metri quadrati, mentre nel 1961 i vani costruiti erano stati 6.953 per 208.590 metri quadrati.La nuova sede dell'Amministrazione Comunale


Nell'aprile 1963 il Comune formalizzò l'acquisto di Palazzo Bellevue, che nel 1966 sarebbe così diventato la nuova sede dell'Amministrazione Comunale di Sanremo.

 

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