13 - Assegnazione tribolata della gestione del Casinò ed altre Amministrazioni
Nel 1963 si era anche tenuta una burrascosa seduta del Consiglio Comunale, svoltasi subito prima della gara d'appalto per l'assegnazione della nuova gestione del Casinò, nel corso della quale il sindaco democristiano Fusaro annunciò di aver denunciato all'autorità giudiziaria tre suoi colleghi di partito per le pressioni che questi avrebbero esercitato su di lui per rinnovare la concessione alla Casa da Gioco all'avvocato Bertolini.
I tre indiziati sarebbero stati quindi processati in Pretura per il reato di turbativa d'asta.
La successiva asta per l'assegnazione della nuova concessione per il Casinò venne vinta dall'ATA di Bertolini, che aveva avanzato l'offerta dell'83,20% degli introiti lordi al Comune.
Nel dicembre del 1963 la Giunta Fusaro entrava in piena crisi con le dimissioni di tutti e otto gli assessori, ma nonostante ciò il sindaco fece sapere pubblicamente che non si sarebbe dimesso, almeno fino al marzo dell'anno dopo.
Nel febbraio 1964 Fusaro si presentò quindi in Consiglio Comunale come il solo dimissionario della sua Giunta, e, inaspettatamente, i consiglieri, tra i quali vi erano diversi "franchi tiratori", gli rinnovarono la fiducia.
A marzo però Fusaro, constatato che la sua Giunta si era praticamente dissolta, ritirò la sua candidatura e venne allora eletto al suo posto il professore democristiano Eraldo Cugge.
A novembre 1964 si tennero le elezioni amministrative, che videro la partecipazione anche di due liste indipendenti: "Sole e Fiori" e "Il Faro".
Dopo le elezioni, che avevano visto ancora una volta affermarsi la DC come partito di maggioranza relativa, i consiglieri democristiani tentarono di far eleggere sindaco Giovanni Asquasciati, che, sconfitto per soli venti voti anche a causa della presenza di molti franchi tiratori, si sarebbe in seguito ritirato definitivamente dalla vita politica.
Venne allora rieletto sindaco il professor Cugge, che varò una Giunta di centro-sinistra, formata da un socialista come vice sindaco, un socialdemocratico al Turismo, un'indipendente alla Floricoltura, e tre democristiani ai Lavori pubblici, alle Finanze ed alla Polizia Urbana. Il Consiglio Comunale risultava poi composto da quindici consiglieri democristiani, otto comunisti, quattro liberali, tre del Faro, tre socialdemocratici, tre socialisti, due del "Sole e Fiori" e due missini.
STORIA DI SANREMO - 10^ Parte - 13 - Assegnazione tribolata della gestione del Casinò ed altre Amministrazioni
Indice articoli
Pagina 13 di 15