La fontana di Piazza dei Dolori
La fontana è una delle prime quattro che usufruirono dell'acqua proveniente dall'acquedotto del sindaco Carli.
Qui sotto una testimonianza personale di Giacomo Mannisi (sudioso della Storia sanremasca) che ne descrive bene anche la storia:
« Giro e rigiro tra le mani una vecchia cartolina di Sanremo, la didascalia recita “Sanremo com’era” è la fotografia di piazza dei Dolori, già dedicata a san Sebastiano, una di quelle foto in bianco e nero che ti riportano agli anni passati quando tutto aveva un altro sapore e sembrava più bello.
La piazza, sicuramente è una delle più belle e caratteristiche di Sanremo, ricordo quand’ero ragazzino, nei primi sceneggiati televisivi le piazze dei paesetti erano proprio rappresentate così.
Al centro una fontana dove le donne andavano a prendere l’acqua e si fermavano a fare i ciapeti con le altre comari, tutto attorno palazzi alti tre o quattro piani che però non impedivano ai raggi del sole di filtrare e riscaldare le giornate dei ragazzini, che potevano giocare tranquillamente perché non c’erano automobili o pericoli di altro genere, le mamme ad una certa ora, per farli rincasare, li chiamavano, da quelle stesse finestre che servivano loro anche per spiare i passanti o i vicini di casa che, nel caso di situazioni strane, diventavano oggetto delle chiacchiere quando si ritrovavano ai lavatoi o sul sagrato della chiesa la domenica mattina dopo la messa.
La fontana della fotografia però non è come me la ricordo io già dai primi anni 60 quando, bambino sui quattro o cinque anni, fui portato a Sanremo, che da allora divenne la mia città d’adozione, ricordo una sorta di pozzo con al centro un piccolo obelisco di pietra bianco-rosato.
Oggi però la fontana di piazza dei Dolori è di nuovo come rappresentato nella cartolina che tengo gelosamente tra le mani. Il pozzo è sempre quello, ma al centro, al posto dell’obelisco, c’è una fusione in ghisa con una testa di toro, che per la verità del toro ha proprio poco, e dalla quale esce un piccolo getto d’acqua continuo.
L’attuale sistemazione avvenne negli anni 90, quando, in via di rifacimento della piazza per le opere di ripristino delle tubature fognarie e del riposizionamento dell’acciottolato, con il passaggio segnato in mezzo dai mattoni rossi, avendo l’intenzione di riportare la piazza agli antichi fasti, i responsabili dei lavori decisero di contattare la fabbrica di Torino che, guarda caso, per pura “fortuna”, ancora conservavano lo stampo per fondere in ghisa la parte centrale della fontana e si fecero mandare una copia fusa apposta per loro e che posizionarono in loco con l’orgoglio di chi pensava di fare un’opera meritevole.
Terminati i lavori però, invece di ricevere manifestazioni di ringraziamento si videro fortemente contestare da coloro i quali sapevano perfettamente che quella della foto non era la fontana come era stata progettata in origine, ma un rifacimento dovuto alla volontà di omaggiare i Savoia, che, signori di Torino, avevano visto assegnare la Repubblica genovese, comprendente Sanremo, al regno di Sardegna nel 1815 (congresso di Vienna).
Purtroppo nel voler rifare la fontana come rappresentata nella foto non si è tenuto conto che gli obelischi sono una sorta di marchio di fabbrica per Sanremo, giacché racconta la leggenda del capitano Bresca che, a rischio della sua stessa vita, contribuì in maniera determinante all’erezione dell’obelisco di piazza san Pietro in Roma nel 1586 e del quale i Sanremaschi vanno oltremodo fieri.
Quando nel 1828 il sindaco di Sanremo Siro Andrea Carli, Carlandria per i sanremaschi, decise che era tempo che anche la sua città avesse un sistema di approvvigionamento idrico che consentisse un tenore di vita più consono ai bisogni del suo tempo, deliberò la costruzione di un acquedotto che, portando l’acqua dal lago Negro, sotto le pendici di monte Bignone, arrivasse a sgorgare nelle quattro più importanti piazze cittadine tramite fontane progettate per l’occasione.
Le piazze erano: piazza Santo Stefano (Oggi Nota), sulla quale si affacciava l’allora municipio; piazza del Mercato, posto per eccellenza di aggregazione dei cittadini e piazza dei Dolori.
Più avanti fu costruita quella in Piazza Bresca, che congiungeva la città al mare, e in ricordo del capitano Benedetto Bresca, fu posta la stele più somigliante all’obelisco di San Pietro, ma anche piazza Nota ha un pilastro centrale, piazza del Mercato, oggi piazza Eroi Sanremesi, aveva un cippo, sul quale in seguito fu posta la statua di Carlandria, ciò presuppone che anche piazza dei Dolori, anche se non vi sono testimonianze documentali, avesse nel centro della vasca qualcosa di simile ad un obelisco.
Probabilmente sul finire del XIX secolo la fontana originale fu sostituita dal “toro” immortalato nella cartolina; nella prima metà del XX secolo ci fu una nuova sostituzione con l’obelisco che ancora ricordo, che se non era l’originale è quanto di più vicino si possa pensare a quello; infine negli anni 90 l’ultima sostituzione con la testa di toro che possiamo vedere ancora oggi.
A questo punto non resta che chiedersi che fine abbia fatto il piccolo obelisco di pietra bianco-rosato che io ricordo; chi volesse farsi una passeggiata fino all’Eremo di san Michele potrebbe tranquillamente vederlo in mezzo ad una fascia sottostrada, qualche decina di metri prima della chiesetta, ritto a guardare dall’alto una città che, senza un minimo di riconoscenza, lo ha dismesso ».