Avvocato e partigiano

Avvocato Silvio DianUno dei più noti e stimati legali del Foro di Sanremo nel secolo scorso è stato sicuramente l’avvocato Silvio Dian, che avrebbe lasciato una traccia duratura non soltanto nel mondo del diritto, ma anche in quello della politica e della cultura dell’estremo Ponente ligure.

Silvio Paolo Mario Dian nacque ad Arma di Taggia il 28 giugno 1923 da Enrico, originario di Rezzo, e da Margherita Prevosto.

Dopo aver ottenuto la licenza media, nell’ottobre 1936 Dian iniziò a frequentare la quarta ginnasio presso il Liceo Classico “Gian Domenico Cassini” di Sanremo. L’esperienza scolastica vissuta tra le mura del “Cassini”, condivisa fra l’altro con Italo Cavino ed Eugenio Scalfari, suoi compagni di classe, che si concluse nell’estate del 1941 con il conseguimento della maturità, avrebbe rappresentato per Dian uno snodo fondamentale della sua vita.

Particolarmente sentita da parte sua fu l’amicizia con Italo Calvino, che l’avrebbe ampiamente ripagato nel dopoguerra assegnandogli il ruolo dell’avvocato Canal, difensore della famiglia Anfossi, nel suo romanzo "La speculazione edilizia", pubblicato dall’Einaudi nel 1963 e ispirato dalle vicende dell’impetuosa e disordinata crescita edilizia di Sanremo.

In una testimonianza risalente al novembre del 1986, così l’avvocato Dian avrebbe ricordato Italo Calvino ai tempi della comune frequentazione del “Cassini”:
« Negli studi liceali Italo eccelleva nella lingua italiana, anche se, come tutti noi, aveva dovuto adattare il suo stile che il professore del ginnasio voleva ampolloso e rotondo, a quello gradito al prof. Piggioli, un prete piccolo e ossuto che odiava la retorica e le frasi fatte che cancellava con rossi segni. Gli stessi però presto scomparvero nelle pagine di Italo, che riusciva a fondere armoniosamente la sua vasta cultura umanistica con il rigore del discorso logico che il “Pig” (così chiamavano il professore) ci aveva abituato ad amare. Nel greco e nelle materie scientifiche non era particolarmente versato, anche se il suo impegno era tale da fargli conseguire una buona votazione finale. Amava anche schizzare figure con commenti ironici sui personaggi della scuola, dimostrando una non comune attitudine al disegno che nasceva rapido e preciso anche sui tavolini del bar ».

Insieme ai suoi compagni di scuola Dian era solito inoltre darsi appuntamento nella casa di campagna di Calvino nell’entroterra di Sanremo, per discutere di politica e scambiare con gli amici le sue opinioni sul fascismo.
Nell’estate del 1943, insieme a Italo Calvino, Eugenio Scalfari e altri tre compagni, formò un gruppo che si autodefinì “Movimento universitario liberale”, che venne spazzato via dai turbinosi avvenimenti seguiti all’8 settembre, quando Scalfari venne costretto a riparare al Sud e Dian, insieme a Calvino, decise di non presentarsi alla chiamata alle armi emessa dalle autorità della Repubblica sociale italiana.

Fu così che Dian, di fatto renitente alla leva, si diede alla macchia e si unì alle formazioni partigiane che operavano nella zona di Rezzo, il paese d’origine della sua famiglia.
Partecipò quindi attivamente alla Resistenza fino alle giornate della Liberazione, quando sfilò insieme agli altri partigiani a Sanremo.

Conseguita la laurea in giurisprudenza presso l’Università di Genova e superato brillantemente l’esame di abilitazione alla professione di avvocato, decise di continuare la tradizione forense dell’omonimo zio, avvocato Silvio Dian, rilevandone lo studio legale di via Matteotti a Sanremo all’inizio degli anni '50.

Il 6 dicembre 1951 Dian si era unito in matrimonio, a Sanremo, con Anna Maria Marvaldi.

Come avvocato, Dian aveva la caratteristica di ottenere grandi risultati in tutti i campi del diritto, compreso il settore penale.
Uno dei primi casi clamorosi di cui si occupò, fu quello dell’inattesa esclusione di una canzone al Festival di Sanremo del 1958. Il 4 febbraio 1958, infatti, l’avvocato Dian, su incarico del maestro Mario Ruccione, di Marino De Paolis e di Raffaele Cutolo, autori della "Canzone che piace a te", interpretata da Claudio Villa e Aurelio Fierro, esclusa dalla rosa delle dieci finaliste al Festival del 1958, ottenne dal Tribunale di Sanremo il sequestro delle schede e dei verbali di votazione relativi alle tre serate della manifestazione. Nonostante la brillante difesa dell'avvocato Dian, il caso, estremamente controverso, ebbe un esito sfavorevole.

Nel 1960 scendeva nell’agone politico candidandosi alle elezioni comunali della città dei fiori. Sarebbe stato quindi eletto consigliere nelle liste del Partito socialista italiano.
Nella seduta del Consiglio comunale del 21 luglio 1962, quando l’assise votò all’unanimità la fiducia alla gestione del Casinò da parte di Luigi Bertolini, Dian, insieme ai missini Roberto Moroni e Bruno Tamponi e al comunista Franco Dulbecco, manifestò la sua contrarietà al provvedimento adottato, chiedendo invano che tra i membri della commissione incaricata di trattare con la società concessionaria, fossero nominati anche i rappresentanti delle minoranze consiliari.

Il 13 febbraio 1965 il Consiglio comunale, dopo aver riconfermato sindaco di Sanremo il professor Eraldo Cugge, lo chiamò a far parte della nuova giunta municipale. Il 25 febbraio venne nominato vicesindaco e ricevette la delega all’Urbanistica e all’Igiene, sempre in quota al Partito socialista. Dopo l’esperienza come vicesindaco, che si protrasse per cinque anni, abbandonò definitivamente la vita politica con l’obiettivo di dedicarsi esclusivamente alla professione forense.

Nei primi anni Settanta sarebbe tornato a pieno ritmo al suo lavoro di avvocato. Tra gli altri, assunse la difesa del maestro elementare di Badalucco Ermanno Vittorio Boeri, accusato di aver aizzato la folla contro la costruzione della diga di Glori durante un comizio tenutosi nell’asilo di Badalucco, la sera del 28 luglio 1960. Grazie all’abile difesa dell’avvocato Dian, che patrocinava gli interessi del piccolo paese della valle Argentina, Boeri venne assolto dal Tribunale di Sanremo, l’11 novembre 1963, per insufficienza di prove.

Un altro celebre processo che avrebbe visto l’avvocato Dian tra i suoi grandi protagonisti, fu quello al manovale sanremese Antonio Toesca, accusato di aver assassinato, la notte del 23 novembre 1961, nel suo appartamento di via Arnaldo da Brescia, Aida Gontar, vedova del conte veneziano Alvise Bragadin. Al processo, apertosi presso il tribunale matuziano nell’aprile del 1963, l’avvocato Dian, unitamente al suo collega Nino Bobba, sostenne fortemente l’innocenza di Toesca, che aveva già trascorso parecchio tempo in carcere. Dopo sedici mesi di udienze, il muratore sanremese fu assolto per insufficienza di prove.

Negli anni Ottanta svolse inoltre il ruolo di difensore di numerosi croupier coinvolti nello scandalo dei furti alle roulette e, dieci anni più tardi, avrebbe fatto parte del collegio difensivo del processo per le tangenti al Festival della canzone. Il suo assistito, un impresario musicale di Arcidosso, in provincia di Grosseto, sarebbe stato assolto.

Nel 1985 il Comune di Sanremo gli affidò il compito di tutelare l’amministrazione municipale nella causa intentata da quest’ultima contro la società Cogefar di Sesto San Giovanni per la mancata realizzazione della discarica a mare di Bussana.
Nel 1993 difese il carpentiere Aladino Di Zio, imputato di aver ucciso la pensionata Antonietta Evangelista, la notte del 27 gennaio 1991. in via Borea, a Sanremo.
Assolto in primo grado grazie anche all’appassionata difesa da parte dell’avvocato Dian, Di Zio fu poi condannato in appello a ventuno anni di carcere, quando tuttavia non era più difeso dal legale matuziano.

Già nel 1968, grazie anche alle sue riconosciute capacità professionali e alla stima che si era conquistata presso i propri colleghi, aveva assunto la presidenza dell’Ordine degli Avvocati di Sanremo, rimanendo poi in carica, per ventitré anni, fino al 1991, quando gli sarebbe subentrato l’avvocato Elio Spitali. Tra il 1992 e il 1994 ricoprì la carica di presidente della Camera penale di Sanremo.

Durante la sua lunga carriera l’avvocato Dian svolse anche l’attività di seguito e autorevole conferenziere in qualità di esperto di problemi giuridici, soprattutto nel campo del diritto penale e processuale. Nel 1987, ad esempio, intervenne a un convegno di livello nazionale, dal titolo "Anatomia del maxiprocesso", tenutosi a Sanremo il 14 marzo e organizzato dall’Ordine degli Avvocati della città dei fiori.

Il 15 giugno 1991 avrebbe preso la parola a un altro importante convegno, "Il sistema penale tra riforma e controriforma", organizzato, sempre a Sanremo, dal locale Ordine degli Avvocati, a cui intervennero, tra gli altri, il magistrato Giovanni Falcone, l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Conso, l’avvocato Giuseppe Frigo e il giurista Vittorio Grevi.
L’avvocato Dian era inoltre un grande appassionato di poesia e amava fare lunghe passeggiate sul Colle della Melosa per contemplare la natura.

Nel 1995 fu colpito da un ictus, che l’avrebbe costretto a letto per diversi anni.
In seguito all’aggravamento delle sue condizioni di salute, la sera del 13 gennaio 2000, l’avvocato si spense nella sua abitazione di via Matteotti a Sanremo, all’età di 76 anni, a pochi mesi di distanza dalla scomparsa di altri due protagonisti della storia forense sanremese, l’avvocato Natale De Francisi e l’avvocato Franco Moreno.
Le sue esequie si svolsero il 17 gennaio, in forma strettamente privata, per espresso desiderio della famiglia.

(fonte: tratto dal testo di Andrea Gandolfo)