Avvocato penalista
Uno dei più famosi penalisti della provincia di Imperia nel secondo dopoguerra è stato, senza dubbio, l’avvocato di Sanremo Franco Moreno, che avrebbe partecipato, in qualità di legale, ad alcuni tra i principali processi svoltisi nel Ponente ligure tra i primi anni Sessanta e la fine degli anni Novanta, oltre a una serie di altri procedimenti penali di rilievo nazionale.
Franco Moreno nacque a Sanremo il 21 maggio 1929 da Osvaldo e da Eteldreda Porzio.
Il padre era nato a Sanremo il 26 novembre 1896 e si era laureato in Giurisprudenza, presso l’Università di Torino, il 3 febbraio 1920. Avrebbe svolto l’attività di avvocato e sarebbe stato deputato, per una legislatura, dal maggio 1924 al gennaio 1929. Osvaldo Moreno si spense a Sanremo il 15 novembre 1984.
Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza e ottenuto l’abilitazione all’esercizio della professione forense, Franco Moreno cominciò a svolgere l’attività di avvocato nella sua città natale. Il primo processo di grande importanza a cui partecipò in qualità di difensore del principale imputato, fu quello svoltosi presso la Corte d’Assise di Imperia nella primavera del 1964.
Il suo assistito, un veterinario della provincia di Novara, era accusato di aver inviato una bottiglietta avvelenata di un noto analcolico al marito della sua amante, che risiedeva ad Arma di Taggia, il quale, completamente ignaro del contenuto della bottiglietta, la sera dello stesso giorno in cui aveva ingerito il liquido, era morto fra atroci dolori.
In primo grado l’imputato fu condannato per aver cagionato la morte del marito della sua amante “con il mezzo di sostanze venefiche e premeditazione”.
In seguito all’atto d’appello presentato dai suoi legali, il 21 dicembre 1965 la Corte d’Assise d’Appello di Genova lo condannò all’ergastolo, nonostante l’avvocato Moreno, insieme ai due codifensori del veterinario Luca Ciurlo e Carlo Torgano, avesse chiesto invano alla Corte l’effettuazione di una perizia psichiatrica per il suo cliente.
Il 16 ottobre 1967 la condanna fu confermata, in via definitiva, dalla Corte di Cassazione. Dopo ventiquattro anni di carcere, il veterinario di Novara, che si era sempre proclamato innocente, venne graziato dal presidente della Repubblica Cossiga il 21 novembre 1986.
Il 4 marzo 1976 l’avvocato Moreno intervenne a un convegno organizzato dal Rotary Club di Sanremo per sensibilizzare le autorità locali, e in particolare quelle regionali, sulla necessità di aprire quanto prima una sede distaccata dell’Università di Genova a Sanremo. Com’è noto, il progetto auspicato da Moreno si sarebbe realizzato soltanto parzialmente, molti anni dopo, con l’inaugurazione del Polo Universitario di Imperia nel 1992.
Nel giugno del 1981 difese il sindaco di Sanremo pro tempore dall’accusa di omissione di atti d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta della Procura della Repubblica matuziana sui furti da parte dei croupier della casa da gioco sanremese. Oltre al primo cittadino della città dei fiori erano stati indagati anche un assessore della giunta municipale, il presidente del Casinò e il suo predecessore. Al termine del processo davanti al Tribunale di Sanremo, tuttavia, il sindaco sarebbe stato assolto con formula piena da tutti i reati ascrittigli.
Nei primi mesi del 1983, insieme all’avvocato brianzolo Sergio Carpinelli, assunse il patrocinio della società di un facoltoso imprenditore milanese rimasto coinvolto nello scandalo delle tangenti alla casa da gioco matuziana.
Un altro processo di grande risonanza a cui partecipò l’avvocato Moreno fu quello per le presunte corruzioni al Festival del 1989, che si tenne nella primavera del 1993 presso il Tribunale di Sanremo. Il 10 maggio 1993, nel corso del dibattimento, l’avvocato Moreno tenne un’arringa di ben quattro ore per ribadire l’innocenza del suo assistito, un giornalista matuziano rimasto coinvolto come mediatore durante la manifestazione canora del 1989.
Il 21 maggio 1993 il Tribunale di Sanremo assolse con formula piena il cliente dell’avvocato Moreno, insieme a diversi altri imputati del processo.
Nell’estate del 1993 i due legali di un noto imprenditore, che era stato condannato pochi mesi prima dal Tribunale di Sanremo per la corruzione al Festival della canzone del 1989, gli affidarono l’incarico di ascoltare le migliaia di intercettazioni telefoniche registrate dai magistrati della Procura della Repubblica di Imperia sulla linea privata del manager capitolino. Dopo tre mesi Moreno confermò ai due avvocati di non aver individuato neanche una chiamata che si potesse collegare alle accuse rivolte all'imprenditore.
Nell’agosto del 1993 Moreno assunse il patrocinio di un noto ristoratore di Sanremo, vittima di una truffa da parte dell’ex titolare del suo esercizio.
Nella primavera del 1994 difese un sanremese accusato di estorsione nei confronti di un notaio di Alba nell’ambito dello scandalo della scalata al Casinò di Mentone.
Il cliente di Moreno sarebbe stato condannato in primo grado dal Tribunale di Alba, ma assolto in secondo grado nel maggio 1996 dalla Corte d’Appello di Torino perché il fatto non sussisteva.
Nella primavera del 1996 l’avvocato Moreno assunse la difesa di un medico sanremese in servizio con alcuni suoi colleghi presso un ospedale della provincia, accusato di aver truffato l’Usl di Sanremo tramite la richiesta di una serie di rimborsi “gonfiati” di un noto medicinale.
Alla conclusione del processo davanti al Tribunale di Sanremo tutti i professionisti sarebbero stati assolti con formula piena “per non aver commesso il fatto”.
Nell’ottobre del 1996 Moreno difese anche un altro medico di Sanremo dall’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti ed estorsione tramite la prescrizione di un farmaco ad alcuni tossicodipendenti, che, secondo il ministero della Sanità, sarebbe stato una vera e propria droga.
Nel marzo 1998 l’avvocato Moreno, insieme al fratello Fausto, sostenne la difesa di un noto professionista locale accusato di essere stato corresponsabile dello scandalo che aveva fatto finire il tratto dell’Aurelia bis in via di costruzione sulle tombe del cimitero di Valle Armea.
Nella sua arringa davanti ai giudici del Tribunale di Imperia, Moreno ribadì che il suo assistito era totalmente estraneo ai fatti contestatigli, in quanto, essendo stato solo un “tramite tecnico” tra il Comune, l’Autostrada dei Fiori e i progettisti, non aveva avuto alcun ruolo nel “dirottamento” dell’arteria al centro dell’inchiesta della magistratura.
In ogni caso, al termine del dibattimento, il professionista difeso dai fratelli Moreno venne prosciolto da tutte le accuse.
A pochi mesi prima della sua scomparsa, nel’autunno del 1999, prima di ammalarsi gravemente, avrebbe ancora fatto in tempo a partecipare alle udienze del processo di secondo grado, davanti alla Corte d’Assise d’Appello di Genova, in qualità di legale di alcuni croupier del Casinò di Sanremo coinvolti nell’inchiesta della Procura della Repubblica matuziana sui furti avvenuti ai tavoli verdi della casa da gioco sanremese.
Nel corso della sua carriera l’avvocato Moreno ricoprì importanti incarichi ai vertici delle associazioni forensi locali. Il 1° agosto 1996 fu eletto presidente della Camera penale di Sanremo, rimanendo in carica fino al 1998, quando gli sarebbe subentrato l’avvocato Marco Bosio di Ventimiglia. A coadiuvare l'avvocato Moreno furono chiamati l’avvocato Evelina Cristel come vicario, Marco Bosio e Andrea Rovere come vicepresidenti, l’avvocato Ersilia Ferrante in qualità di tesoriere e l’avvocato Eugenio Aluffi come segretario.
Dal giugno 1962 all’ottobre 1978 ricoprì anche la carica di presidente dell’Istituto Pro Infantia di Sanremo e quella di presidente dell’Ospedale civile della città dei fiori con grande senso di responsabilità e l’unica preoccupazione di garantire sempre le migliori cure possibili per tutti i cittadini.
Durante il suo mandato si segnala l’intervento tenuto durante una tavola rotonda al Circolo “Almerini” di Sanremo nel febbraio 1973, alla presenza dell’assessore regionale alle Finanze e del sindaco della città dei fiori, in cui si lamentò che in Riviera le attrezzature ospedaliere non fossero in grado di fornire una congrua assistenza medica alle persone anziane e non autosufficienti. Nel novembre 1975 scrisse alle autorità sanitarie regionali per opporsi alla decisione della Regione Liguria di chiudere l’ospedale pediatrico del Castillo per alcuni casi sospetti di salmonellosi.
Franco Moreno è stato un grande amante dello sport, tanto da essere ricordato per aver fondato, nel 1958, insieme ad altri illustri personaggi dell’epoca come Adriano Morosetti, Roberto Gaglio e Giuseppe Mussa, il Panathlon Club Imperia-Sanremo, allo scopo di diffondere i valori dello sport inteso come strumento di valorizzazione della persona e veicolo di solidarietà tra gli uomini e i popoli della terra.
L’avvocato Moreno è stato inoltre socio per tanti anni del Lions Club di Sanremo, di cui avrebbe ricoperto anche la carica di presidente.
Ha avuto un prestigioso studio nel centro di Roma e si è occupato di importanti processi a livello nazionale. Tra quest’ultimi merita di essere citato almeno quello a carico di uno dei più noti falsari di De Chirico, di cui assunse la difesa verso la fine degli anni Settanta, e sul quale avrebbe rilasciato un’intervista televisiva andata in onda sulla terza rete della Rai in una trasmissione dedicata allo scandalo delle gallerie d’arte e dei falsi d’autore.
Schivo per natura alla mondanità, amava trascorrere il tempo libero con tutta la famiglia in un appartamento che aveva acquistato in Costa Azzurra.
Dopo essere stato ricoverato all’ospedale “Borea” di Sanremo in seguito all’aggravamento del suo stato di salute, la mattina del 25 settembre 1999 l’avvocato Franco Moreno si è spento nel nosocomio matuziano all’età di 70 anni, lasciando la moglie e due figli.
Con la scomparsa dell’avvocato Moreno, che seguiva di poco più di una settimana quella di un altro grande protagonista del Foro di Sanremo, l’avvocato Natale De Francisi, sarebbe venuta a mancare una figura storica del tribunale sanremese, che aveva posto al centro della sua vita l’analisi del diritto e dedicato tutta la sua esistenza al lavoro.
Il 27 settembre si tennero i suoi funerali nella chiesa di San Rocco, officiati da don Contardo Colombi. A rendergli l’estremo omaggio accorse una grande folla di amici, colleghi e magistrati. La sua salma venne tumulata nel sepolcro di famiglia al cimitero monumentale della Foce.
(fonte: tratto da il testo di Andrea Gandolfo)