Un conte dedicato alla Rivoluzione
Discendente per via materna dai principi Gonzaga era nato a Venezia il 16 maggio del 1796: di figura prestante e attraente condusse una vita piacevole e alquanto libertina nella Serenissima fino a quando Napoleone sostituì il vessillo di San Marco con quello della Rivoluzione Francese.
Divenne infatti attivista ferventissimo dei moti risorgimentali e fu messo al bando con la confisca di tutti i beni dalla polizia austriaca che lo cercava per arrestarlo.
Per salvarsi, fuggì da Venezia e si recò a Milano dove combattè valorosamente durante le fatidiche cinque giornate.
Braccato dalla polizia di Radetski, con un avventuroso viaggio, nascosto in una botte, raggiunse il convento dei Cappuccini di Voltri ove il Guardiano, Padre De Canis, sanremese, lo accolse, lo protesse e, per salvargli la vita gli propose di trasferirsi a Sanremo presso la famiglia di suo fratello Maurizio De Canis.
Questi, ricevuta una somma dal Conte, costruì un’ abitazione attigua al Cenobio di San Michele sulle alture di Sanremo, in un luogo appartato.
Nel novembre del 1855, i sanremesi videro sbarcare questo misterioso gentiluomo, alto, magro, vestito dignitosamente, con atteggiamento militaresco che, senza scambiare parole con nessuno si diresse verso la Città vecchia per raggiungere l’Eremo di San Michele da dove non sarebbe mai più ridisceso.
Non si sa nulla di quello che fece da allora fino alla sua morte se non le opere caritatevoli e filantropiche verso i vicini.
Ma questo suo atteggiamento appartato e misterioso alimentò molte dicerie tra i sanremesi... si arrivò a pensare che il Gentiluomo in questione, anzichè il Conte, fosse nientemeno che il Re Carlo Alberto, che invece di essere morto il 28 luglio del 1849 ad Oporto, si diceva fosse rimasto in Italia, in incognito, per seguire gli avvenimenti che si stavano susseguendo e avesse scelto il suo rifugio proprio a Sanremo e che sempre in incognito e durante la notte fosse periodicamente raggiunto da un visitatore sconosciuto che altri non sarebbe stato se non il figlio Vittorio Emanuele II.
In realtà, il Conte Toffetti, molto attivo nei moti rivoluzionari del 1848 fu a fianco del Re Magnanimo e ne divenne anche grandissimo amico durante la disfatta di Custoza.
La vita avventurosa e alquanto leggendario del Conte Toffetti terminò appunto nel romitorio di San Michele lasciando ancora dei misteri non risolti : la presenza di una figlia, mai voluta incontrare, avuta da uno dei suoi grandi amori giovanili e l’eredità dei suoi beni...
Il conte Michele Vincenzo Toffetti morì a Sanremo il 22 ottobre 1866 e fu sepolto nel cimitero della Foce.
(fonte Marco Mauro su bibliografia di Giuseppe Ferrari)