Un sito religioso interessante ma poco conosciuto
Situato circa a metà della strada carrozzabile che da Sanremo conduce a San Romolo, l'eremo, dalle origini assai antiche ma non sicuramente precisatili, venne forse costruito - secondo una tradizione quasi certamente leggendaria - da un gruppo di monaci provenienti dalla Provenza prima ancora che la terra matuziana fosse evangelizzata da san Siro e dal beato Ormisda nella prima metà del IV secolo.
Dopo esser diventato un vero e proprio rudere con il trascorrere dei secoli, l'eremo fu restaurato intorno al 1860 dal conte Vincenzo Toffetti, un nobile di origini veneziane giunto a Sanremo nel 1849, il quale si era ritirato in volontario isolamento in una modesta abitazione che si era fatto costruire nelle vicinanze della cappella.
Il conte condusse una vita particolarmente appartata e solitaria fino alla morte, che lo colse il 22 ottobre 1866 nella sua casa nei pressi dell'eremo.
Attualmente la chiesa presenta all'interno un altare maggiore e due laterali in legno sistemati sotto ampie arcate e sovrastati da una grande nicchia, scavata nel muro con annessa sepoltura sormontata da un'edicola anch'essa lignea. Della ricca dotazione di arredi dell'antico cenobio si sono conservati la sedia abbaziale, alcuni mobili, un incensiere d'argento e altri oggetti di epoca posteriore, portati nell'eremo dal conte Toffetti. Sono pure originali i cori invernali aperti lateralmente lungo le pareti e sovrastati da una volta affrescata, il locale del refettorio con pavimento rivestito di lastroni di granito, una serie di capitelli scolpiti risalenti all'edificio preesistente all'attuale, e due bocche di pozzo in pietra viva.
Nel corso del secolo scorso il complesso ha potuto inoltre beneficiare di un accurato restauro promosso in particolare da don Giuseppe Cortona, il quale ha utilizzato spezzoni in ceramica, recuperati all'interno di una villa in fase di demolizione a Sanremo, per realizzare un altare e due altarini rispettivamente nella cripta e nell'atrio di quest'ultima.
Nella cripta sono custoditi tra l'altro una pregevole acquasantiera e una grande tela di autore ignoto, nella quale sono raffigurati la Madonna con il Bambino, affiancati da santa Caterina e la regina Maria Cristina di Savoia da un lato, e da san Domenico e il principe Eugenio di Savoia dall'altro. Nei pressi dell'eremo si segnala infine la presenza di un masso inciso da alcune coppelle unite mediante un piccolo canale, risalente probabilmente all'età protostorica.
(fonti: testo di Andrea Gandolfo; immagini da Archivio privato)