La Villa del Signore Svizzero

Villa OrmondMichel Louis OrmondLe vicende della villa, situata in corso Cavallotti e circondata da un vasto parco, prendono avvio nel 1875, quando il facoltoso imprenditore svizzero Michel Louis Ormond, produttore di sigari e amante delle arti, acquistò Villa Rambaldi, un piccolo edificio costruito da Giovenale Gastaldi senior e attorniato da un terreno coltivato ad agrumi e ulivi, per trascorrervi i mesi invernali insieme alla moglie Marie Margherite Renet.

Pochi anni dopo il loro trasferimento a Sanremo, però, Villa Rambaldi rimase gravemente danneggiata dal terremoto del 23 febbraio 1887.

Il rovinoso sisma offrì peraltro al signor Ormond l'occasione per impegnarsi attivamente nel prestare assistenza alle popolazioni colpite, tanto da meritare la Croce di Cavaliere dell'Ordine Mauriziano, conferitagli dal re Umberto I, mentre il figlioIl Parco Originario Francis ricevette in premio per la sua indefessa opera a favore dei terremotati un attestato di pubblica benemerenza dal ministro dell'Interno.

Constatati gli ingenti danni subiti da Villa Rambaldi, gli Ormond decisero allora di costruire una nuova dimora, trasferendosi nel frattempo nella vicina Villa Magnolie, meglio nota allora come Villa Dufour.
Il progetto della nuova costruzione, affidato all'architetto ginevrino Emile Réverdin, che travasò la sua formazione parigina in un impianto classico e lineare, fu curato personalmente dai coniugi Ormond, che si avvalsero delle loro vaste conoscenze in campo artistico e architettonico.


Dopo quindici mesi di febbrile attività, la nuova villa venne ufficialmente inaugurata il 1° giugno 1890 in una posizione sopraelevata a cornice dell'ampio giardino La scalinata d'ingressomodellato secondo la progettualità francese della seconda metà dell'Ottocento, che comportò l'eliminazione dei terrazzamenti liguri e degli agrumeti per far posto ad una fitta rete di viali con le piante esotiche collocate accanto ad ulivi e agrumi. Un angol deI Giardini
Il progetto del parco riprende una struttura a "stanze" con ambienti vegetali particolarmente definiti: palmeto, zona dei cedri, antico uliveto, sequenza di Ficus e maestoso scenario centrale ispirato al tema del giardino all'italiana.

In base al progetto di Réverdin e degli Ormond, fu quindi realizzata una costruzione estesa in lunghezza, dotata di un solo piano rialzato prospiciente su un ampio piazzale raggiunto da numerosi viali e scalinate che si dipartono a raggiera dal parco.



L'edificio risulta attraversato da un'ampia terrazza aperta ai lati da due logge di gusto rinascimentale e da un monumentale pronao situato all'altezza dell'ingresso.
Altrettanto fastoso era anche l'interno con ricco arredamento costituito da mobilia in stile fiorentino e soffitti in legno policromo a cassettoni ad ornamento dei 
vasti saloni. 


Salone col Camino 1890In una grande sala fu inoltre sistemato un camino proveniente dal castello dei Doria di Dolceacqua, mentre le decorazioni delle pareti furono fatte eseguire dagli Ormond a pittori ginevrini, le tappezzerie realizzate a Genova e Lione, copiando antiche matrici, e le stoffe tessute in un laboratorio di Parigi.


La villa fu costruita con pietre asportate da una cava di Tolone e ornata con pregiati vetri istoriati giunti dalla manifattura di SaintGobain.

Pizzi e porcellane 1890La Sala OggiAll'interno della sua nuova abitazione, Michel Louis Ormond sistemò anche un'importante collezione di quadri, argenti e altri oggetti antichi che provenivano in parte dalla vendita dei Demidoff a Firenze.
  Sala del bigliardo oggi  La sala nel 1910

   Sala del Bigliardo 1910   Soffitto a cassettoni 1890

Negli anni successivi alla sua inaugurazione, la villa ospitò insigni personalità come il principe ereditario di Germania e la sua famiglia, il duca d'Aosta, la Principessa Sissi (Elisabetta d'Austria) e altri membri dell'alta società, soprattutto svizzera e francese, oltre a numerosi artisti, tra cui molti pittori elvetici.
Dopo il matrimonio di Francis Ormond con Violet Sargent, sorella minore del pittore americano John Singer Sargent, la villa rimase di proprietà della famiglia svizzera fino alla morte, nel
1925, di Marie Margherite Renet, che nel frattempo era rimasta vedova.

Nel febbraio del 1928, allo scopo di dotare finalmente la città di un vasto parco giardino pubblico in grado di rappresentare un'irrinunciabile attrattiva per i turisti che si recavano in villeggiatura a Sanremo, il podestà Pietro Agosti decise di rilevare il fabbricato e l'annesso giardino per somma di quattro milioni.
Tale cifra, in base ad una clausola del contratto stipulato con la concessionaria del Casinò, sarebbe stata trattenuta da quest'ultima in dodici rate bimestrali dall'ammontare del canone di locazione della Casa da gioco stessa e versata quindi, con l'interesse dell'1 % in più di quello praticato dalla Banca d'Italia per le anticipazioni sui titoli, nelle casse del Comune.

I giardini e le fontane sottostradaIl retro del padiglione e la strada a salire alla villaIl Comune di Sanremo vi fece allora costruire un padiglione per le esposizioni e rese fruibile al pubblico l'ampio giardino, in fondo al quale fu sistemata la grande fontana disegnata dallo stesso Agosti.

Mostra dei garofani nel 1962In particolare, lo spazio retrostante la villa è stato sovente utilizzato come "giardino d'inverno" allo scopo di accogliere prestigiose manifestazioni e varie cerimonie di premiazione.

Successivamente la villa è stata anche sede del Tribunale di Sanremo, mentre dal 1936 sino ai primi anni Settanta la villa e il parco hanno ospitato numerose mostre floreali di livello internazionale. La Villa lato ponenteAttualmente la villa, tuttora sede di importanti mostre e seguiti convegni, ospita gli uffici dell'Istituto Internazionale di Diritto Umanitario, un organismo privato, indipendente e senza fini di lucro fondato a Sanremo nel 1970, il cui primario obiettivo è quello di promuovere l'applicazione, lo sviluppo e la diffusione dei principi del diritto umanitario, fornendo nello stesso tempo un concreto contributo alla salvaguardia e al rispetto dei diritti dell'uomo nel mondo.


Manifestazione Floranga 2018Ingresso ai Giardini negli anni '30L'istituto organizza inoltre presso la sua sede corsi, seminari, incontri e riunioni di lavoro cui partecipano diplomatici, studiosi, ufficiali, esperti di governi e funzionari di enti internazionali per dibattere e confrontarsi sui maggiori problemi che affliggono l'umanità, quali le guerre tuttora in corso in numerosi paesi, gli esodi forzati di intere popolazioni e le calamità naturali.

L'organismo matuziano, che ha un ufficio di collegamento con le altre organizzazioni umanitarie internazionali a Ginevra, collabora inoltre fattivamente con istituzioni pubbliche e private impegnate nelle azioni umanitarie e con molte università e accademie di tutto il mondo.


Il Giardino alla GiapponesePresso la villa, una zona del parco è stata disegnata in stile giapponese, in ricordo del gemellaggio tra le città di Sanremo e Atami, conMonumento a Ignacio Manuel Altamirano numerose specie appartenenti alla tipica flora giapponese che conferisce all'insieme del giardino una suggestiva impronta orientale, mentre nella parte inferiore del parco, a sud di corso Cavallotti, si trovano la statua eretta in memoria del poeta, storico e politico messicano Ignacio Manuel Altamirano, morto a Sanremo nel 1893, e un busto in bronzo del re del Montenegro Nicola I, realizzato dallo scultore torinese Pietro Canonica su ordinazione della figlia del sovrano montenegrino, la regina d'Italia Elena di Savoia.

(Fonti: Grandi Giardini Italiani S.r.l.; foto dal Gruppo Sanremo Storia e Tradizioni su Facebook e fonti WEB)


La  Mostra Nazionale di Floricoltura a Villa Ormond nel 1934