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Edifici che hanno segnato un'epoca storica ma che non esistono più

Alexandra Café and Tea Room

Alexandra Tea Room al passaggio del TramL’edificio si trovava all’inizio del Corso Regina Margherita che nel dopoguerra prese il nome di Luigi Nuvoloni, eroe della Resistenza.
Il lungo edificio davanti alla chiesa Presbiteriana senza l'Hotel Riviera PalaceEra già esistente prima dell’Hotel Riviera Palace (1903).

Il piccolo edificio della sartoria da cui iniziarono le trasformazioniAll’inizio era una sartoria e nel corso degli anni fu sopraelevato di un piano, allungato posteriormente ed ospitò nell’ordine: la Pensione Azzurra, l’English Bank (degli Asquasciati) ed infine l’Alexandra Cafè e Tea Room.

L'edificio nel periodo che fu sede dell'"Engkish Bank" dei fratelli AsquasciatiQuest’ultimo locale di ritrovo ebbe anche per un certo periodo una sala per il bridge diretta dalla Principessa Melikoff di Krusenijerna.


La costruzione che, a forza di trasformazioni, aveva assunto una simpatica linea liberty, fu abbattuto nel 1936 nell'ambito dei lavori di allaramento della strada voluta dall'Amministrazione Guidi, per dar luogo al Largo Riviera.



Nel corso dei lavori, che stravolsero e trasformarono completamente la fisionomia dei luoghi fu risparmiata solo una pianta di Ficus Macrofila che cresceva in un giardinetto fra la chiesa scozzese e l’Alexandra e che ancora oggi, diventata gigantesca, troneggia in mezzo alla strada.

Ulteriore informazione:

Nel periodo in cui l’edificio fu usato dai F.lli Asquasciati come English Bank durante la crisi, su un giornale locale, uscì questo articolo, nel 1915 all’inizio della Grande Guerra datato 9 febbraio:

“La Banca Asquasciati ha chiuso gli sportelli. Domanda di mora. La situazione dell'Istituto — Giacomo Gandolfi, ci telefona alle ore 19:
La "English Bank" dei fratelli AsquasciatiDa parecchi giorni si andava sussurrando che un istituto di credito della nostra città si trovava in difficoltà a causa della crisi economica che data dall'agosto scorso. Assunte informazioni attendibili, mi risultò che l'istituto in parola è l'antica e notissima Banca dei Fratelli Asquasciati.
Posso però assicurare che non si tratta di disastro, ma di un imbarazzo cresciuto in questi ultimi giorni per l'eccessiva affluenza di correntisti a ritirare i depositi, di modo che la Banca non potendo smobilizzare i suoi ingenti valori di titoli e di stabili, è venuta nella determinazione di chiedere una mora ai creditori per venire a una tranquilla e ponderata liquidazione.
Non credetti opportuno informarvene subito perché erano in corso trattative con un istituto nazionale onde salvare la situazione. Stamattina però la Banca non apriva gli sportelli e un cartello avvertiva i clienti che per schiarimenti si rivolgessero al notaio Roverio. Naturalmente questo fatto ha prodotto la più penosa impressione in tutta la cittadinanza e nei comuni limitrofi, ove moltissimi sono i depositanti. D'altra parte si afferma che l'attivo è superiore al passivo, e questa circostanza varrà a consigliare una calma fiduciosa nelle nostre popolazioni.
Fino da questa mattina tra il pubblico che stazionava nei pressi della Banca si poté avere l'impressione che i depositanti saranno senza dubbio concordi nell'escogitare i mezzi che valgano a evitare complicazioni dannose. Per la cronaca, le somme depositate ascendono a circa dieci milioni ed i titoli e le proprietà dei fratelli Asquasciati ammontano a oltre 12 milioni. Il disagio finanziario è dovuto essenzialmente alla gravità della situazione internazionale, che ha causato un ribasso fortissimo di tutti i titoli".

(fonti: elaborazione da testi di Autori vari di cui Roberto Colombo; immagini da Archivio Privato)