Primo Sindaco di Sanremo del dopoguerra

Nacque a Pompeiana il 27 novembre 1891 da Sebastiano e da Tommasa Clerici.
Nel 1906 aderì al Partito socialista italiano, iniziando a svolgere un’intensa attività politica.
Dopo l’8 settembre 1943 entrò nelle file della Resistenza con il nome di battaglia «Fifo», cominciando a collaborare con il CLN matuziano nell’organizzare i primi GAP (Gruppi di Azione Patriottica) cittadini a partire dal maggio 1944. In collaborazione con Giuseppe Anselmi e tramite contatti con il CLN di Ospedaletti, si fece anche promotore della costituzione di una SAP (Squadra di Azione Patriottica), che operò sulle colline sanremesi al comando di Aldo Baggioli e Adriano Siffredi.

Ai primi di ottobre del 1944 prese parte ai preparativi dell’attacco alla caserma di via Privata (l’attuale via Escoffier), nel corso del quale furono liberati alcuni prigionieri antifascisti. Il 12 novembre del ’44 il CLN di Sanremo gli affidò il comando della nuova Brigata GAP “Giuseppe Anselmi”. Dopo la ricostituzione della Sezione cittadina del Partito socialista italiano di unità proletaria il 15 novembre 1944, ne venne nominato segretario provvisorio in attesa delle deliberazioni dell’assemblea degli iscritti.

Dal febbraio 1945 collaborò con l’organo ufficiale del CLN matuziano «La Voce della Democrazia». A partire dal gennaio del ’45 era stato intanto cooptato in seno al CLN in qualità di membro aggiunto del PSIUP e sindaco designato di Sanremo.
Due giorni dopo l’ingresso dei partigiani in città, il 27 aprile 1945 il CLN lo nominò primo sindaco di Sanremo liberata, affiancandogli come assessori Marco Donzella, Paolo Manuel Gismondi, Alfredo Cremieux, Pietro Zappa, Giovanni Pigati e Antonio Canessa, coadiuvati dalla Giunta Popolare di Amministrazione formata da ventisei cittadini scelti tra i principali partiti democratici e le varie categorie professionali. Lo stesso giorno fu diffuso un suo proclama alla cittadinanza sanremese in cui egli, rivolgendosi alla popolazione, la incitava a collaborare con il CLN per la ricostruzione morale e materiale della nazione, esortando nello stesso tempo tutti i cittadini a prestare la loro collaborazione per la resurrezione della Patria.


Intanto, per dirimere la questione sulla forma da adottare per la conduzione del Casinò, che era chiuso dal giugno 1940, la Giunta Siffredi nominò una Commissione Consultiva, incaricata di pronunciarsi in merito, che si insediò nel novembre 1945. La Commissione, presieduta dallo stesso Siffredi, venne poi divisa in tre sottocommissioni: legale, amministrativa e tecnico-artistica. Della prima facevano parte, tra gli altri, gli avvocati Nino Bobba, Vincenzo Baudino, Secondo Anfossi, Carlo Bensa; della seconda i ragionieri Enrico Formaggini e Aldo Zoli, mentre quella tecnico-artistica era composta da Jean Biancheri, già direttore del Casinò di Montecarlo, Carlo Borga, ex ispettore di quello di Sanremo, il maestro Franco Alfano, Alfredo Cremieux e Amilcare Rambaldi.


Alla riunione collegiale conclusiva della Commissione, svoltasi nella sala consiliare del Palazzo comunale sotto la presidenza di Siffredi, furono quindi approvate alcune proposte della sottocommissione tecnico-artistica, tra cui il torneo internazionale di bridge e la rassegna di moda, ma vennero respinti i progetti relativi ad un festival del cinema, che l’anno dopo si sarebbe tenuto invece per la prima volta a Cannes, all’istituzione di un conservatorio musicale e all’organizzazione di un festival della canzone, che sarebbe tuttavia decollato sei anni dopo grazie all’interessamento dei nuovi gestori del Casinò Municipale.


Nel frattempo, in vista dell’ormai prossima riapertura della Casa da gioco, prevista per il 31 dicembre 1945, venne indetta l’asta d’appalto, che, tenutasi il 20 dicembre, vide la partecipazione di nove società, tra le quali fu prescelta quella del ragioniere imperiese Gandini.
Non avendo però potuto il ragionier Gandini rispettare gli impegni contrattuali e dal momento che il Casinò avrebbe dovuto comunque essere aperto entro il 31 dicembre di quell’anno, secondo quanto stabilito dal Governo Alleato, la sera del 28 dicembre Siffredi e la sua Giunta dichiararono decaduta la società Gandini e affidarono la gestione dei giochi alla Società CIRT (Compagnia Italiana di Ricostruzione Turismo).

La notte di San Silvestro del 1945 la Casa da gioco matuziana, dopo oltre cinque anni di forzata inattività, riaprì dunque i battenti sotto la nuova gestione. Siffredi rimase in carica fino al marzo 1946 quando si svolse una nuova tornata di consultazioni amministrative, che avrebbero portato all’elezione a sindaco dell’ingegner Bottini nell’aprile successivo.

Morì a Sanremo il 29 ottobre 1975.

(fonti: testo di Andrea Gandofo)