Sindaco e Banchiere

Augusto MombelloAugusto Mombello nacque il 7 luglio 1847 a Savona.
Figlio di un notaio Antonio, e di Teresa Becchi fervente mazziniana, dopo alcuni anni di formazione al Collegio Militare di Asti e all'Accademia, rinunciò alla carriera militare per dedicarsi a quella finanziaria e politica.

Fu impiegato presso il Credito Mobiliare di Torino, città che gli permise di incontrare Garibaldi che lo entusiasmò a tal punto da seguirlo a Mentana ove il 3 novembre 1867 rimase ferito nel combattimento contro le truppe franco-pontificie.

Successivamente si trasferì a Sanremo ove assunse l'incarico di direttore del Credito di Nizza, ma soprattutto iniziò a propagandare le idee del movimento socialista che iniziava allora i primi passi.
Nel 1896, il partito Socialista vinse le elezioni comunali e Mombello fu eletto sindaco.

Tra i provvedimenti da lui adottati vanno ricordati la riduzione delle tasse e la distribuzione gratuita dei medicinali per i cittadini meno abbienti.
Inoltre, nel febbraio 1897, primo esempio in tutta Italia, istituì la refezione scolastica gratuita in base al reddito. 

 
Deliberò l'allargamento di Via dell'Arenella, il giardino pubblico nella parte alta della città, il trasloco della caserma da Piazza Colombo a San Martino, risolse il problema dell'illuminazione pubblica e privata ottenendo una riduzione del prezzo del gas. Approvò il nuovo piano regolatore, il progetto del nuovo macello e realizzò il nuovo Corso Mazzini; durante la sua amministrazione venne anche stipulato il contratto per la costruzione del Casinò.

Nel dicembre del 1897 si dimise dalla carica di sindaco, ma fu rieletto nel 1902 con un programma amministrativo che prevedeva il sostegno allo sviluppo delle attività commerciali, agricole e floricole, mediante un potenziamento delle strutture portuali, incentivi alle attività turistiche operando un abbellimento della città, ampliando le strade ed incrementando i collegamenti ferroviari.

Nel campo sociale istituì scuole serali, potenziò l'acquedotto e l'illuminazione a gas.
La sera del 12 gennaio 1905 inaugurò ufficialmente il Casinò.

Durante il suo mandato vi fu anche un grande sviluppo culturale, tra l'altro venne fondata l'Università Popolare Sanremese.

Nel 1906 gli subentrò alla carica di sindaco Orazio Raimondo.

Morì a Genova l'8 dicembre 1941.

Scrisse un libro di memorie "Mentana. Ricordi di un veterano", una copia del quale è conservata presso il nostro Museo.

Con delibera del 1949 gli venne dedicato il Corso, costruito nel 1878 da Bartolomeo Asquasciati che assorbì gran parte del Pian di Nave ed ebbe il nome di Corso Umberto, mutato nel 1943 in quello di Nicola Bonservisi che perse alla fine della guerra.


Mombello e Raimondo

« Del socialismo, che molti dei democratici moderni hanno tolto a simbolo della loro fede, si mostrarono e si mostrano tuttora forti sostenitori nella nostra città, l'Avv. Orazio Raimondo e il banchiere Augusto Mombello ». Così (a pag.302) notava l'Astraldi in « Sanremo Rinnovellata », e proseguiva: « Il primo ha mente piena di molte e svariate cognizioni, ingegno vivace, è battagliero infaticabile, la sua eloquenza è vigliante e ricca di splendide immagini, di efficaci figure. Nel calore della disputa non oltrepassa mai il limite delle convenienze parlamentari, e diviene focoso, incalzante, stringente, nei momenti che giudica decisivi e supremi. Il secondo ha eloquenza facile, atteggiamento accurato; è abilissimo nelle discussioni, specie di cose finanziarie e di materia amministrativa; attinge nerbo dallo sdegno di quelle proposte che stima di nocumento al popolo e di pericolo alla libertà. La parola di Orazio Raimondo accende, commuove, trascina; quella di Mombello rischiara, persuade, conduce ; ed ecco perché riuscirono entrambi ad esercitare un'autorità incontrastata, non solo sulle masse popolari, ma su gran numero di borghesi intelligenti ».

Il Garibaldino di Mentana

Colui che, dopo le brevi ma pur notevoli amministrazioni Escoffier e Drago, doveva essere eletto Sindaco di Sanremo era stato un valoroso garibaldino.
Il libro "Mentana. - Ricordi di un veterano. Mondadori - Milano 1932"(scritto dal Mombello a ottantaquattro anni) ci fornisce abbondante materia sull'attività garibaldina sua stessa.
Fu un ardito e generoso italiano, e fu pure benemerito della nostra Sanremo.

Era originario di Varazze dove il padre suo esercitava il notariato. Nel 1860 fu posto agli studi nel Convitto Seminarile di Savona « quando si cominciò a parlare dei Moti di Sicilia ».

« Io divenni subito turbolento: facevo propaganda continua a favore dei Sicliiani tra i compagni più adulti delle classi superiori, resistendo alle proibizioni dei prefetti, tentando anzi di propagandare anche loro ».
Finché un giorno gli vennero sequestrate copie del "Saggiatore" e del "Movimento" (giornali mazziniani) e niente meno che. "L'Assedio di Firenze" del Guerrazzi.
« Il Rettore umanamente mi lasciò terminare il corso, essendo imminenti gli esami, ma, dopo la promozione, pregò mio padre di non mandarmi più nel convitto ».

Alla libera e patriottica formazione del giovane Mombello contribuì senza dubbio l'ambiente famigliare, specie da parte materna: « i parenti di mia madre, suo vecchio padre - un convinto mazziniano che teneva con venerazione un ritratto del Maestro avuto da lui stesso - suo fratello che aveva un appartamento nella stessa casa, ed il fratello di mia madre: tutti mazziniani che si rallegravano con me perché non più convittore del seminario...». « Ma mio padre era stanco della mia irrequietezza; lo pregai che mi autorizzasse ad andare volontario in un reggimento. Ma avevo soltanto quattordici anni, e non era possibile ».
Solo quando « i giornali pubblicarono il programma di ammissione al terzo corso del Collegio Militare di Asti, a mio padre parve, ché, se avessi potuto essere ammesso, sarebbe stata la soiuzione migliore. La disciplina militare avrebbe contenuto la mia irrequietezza, aprendo anche al mio patriottismo la via dell'avvenire ». « Sarebbe troppo lungo raccontare come dopo tre anni anni al Collegio militare, ed uno di Accademia, io abbia rinunciato alla carriera. L'educazione militare lasciava a desiderare, a quel tempo: riconosco però che essa contribuì a sviluppare alcune buone qualità del mio carattere; quando venne anche per me la prova, le mossi incontro con animo saldo e accesa volontà, senza esitare ».

Seguono anni in cui il Mombello è impiegato a Torino al Credito Mobiliare. Acquistò ivi anche per naturale disposizione, una grande perizia in materia di finanza. In questo periodo, è da vedersi la preparazione al futuro banchiere in proprio, nonché, all'amministratore valentissimo, il che dimostrerà a Sanremo in qualità di Sindaco.

Da Torino, dove intanto si trovava, mosse incontro a Garibaldi, e lo conobbe: « Per la prima volta mi ero trovato vicinissimo a lui e ne avevo sentito la parola concitata e solenne. L'impressione che ne riportai era calma, serena, profonda, ma anche filiale, come se lo avessi sempre conosciuto, lo avessi altra volta seguito; e dovessi sempre seguirlo in avvenire. Nello stringergli la mano non mi trattenni dal dirgli: "Sempre pronti Generale; a fra poco". Ero il più giovane dei presenti, quasi imberbe; le mie parole parevano rappresentare il sentimento della giovinezza ».

Il Programma di Mombello e l’Opposizione

Già Bartolomeo Asquasciati per i tempi suoi si era felicemente adoperato sulla via di un progresso e di un benessere sociale in Sanremo paralleli alle fortune che egli andava infaticabimelnte creando alla sua città.
Aveva, inoltre, additato i problemi che presto si sarebbero resi perentori a quelli tra i suoi eventuali successori che avessero voluto, come lui, essere audaci, laboriosi, e pensosi delle condizioni dei popolo.

Nota, infatti, l'Astraldi a pag. 292: « L'Asquasciati previde la necessità di un prossimo sconvolgimento di quella parte di umanità, che, per buscare un tozzo di pane, ha d'uopo faticare tutto il giorno come un ciuco, laddove molti hanno sazietà del superfluo e vanno tronfi di vigliacche dimostrazioni di riverenza, poco dissimili dal disprezzo, Egli pensava: la natura non fece questo nostro cielo sorridente, queste colline lussureggianti per contrasto alla miseria degli abitanti. Viva ebbe sempre nell'animo la credenza che la colonia forestiera sarebbe stata fonte di lucro a tutti i cittadini in generale, e avrebbe dato loro la sicurezza di ottenere con la propria solerzia guadagni che facessero migliore la loro condizione economica, e rendessero il loro animo più temperato e tranquillo ».

Su queste premesse, si ha nel 1896, con l'avvento, a Capo della Amministrazione Comunale, di Augusto Mombello lo svolgimento in Sanremo, ancora più attivo, almeno sotto il lato sociale, del già accennato problema: progresso spirituale e rapido accorciamento di disumane eccessive distanze pure nel benessere materiale; programma da essere tuttavia sviluppato in una concordia di finalità con quelle caratteristiche, ormai saldamente realizzate dall'Asquasciati (e il Mombello le ebbe sempre presenti) di una Sanremo città. turistica internazionale di grandi risorse giovevoli a tutti i sanremesi di ogni ceto, purché laboriosi e di buona volontà, e alla economia nazionale.

Ma non tutti, nonostante l'equanimità e l'equilibrio del Mombello sia nel programma politico che in quello amministrativo, la intendevano come lui.
Già l'Asquasciati pur nella infaticabile, geniale e pratica, sua attività di realizzatore sicuro, e pur se sostenuta dal pubblico suffragio per quasi quindici anni ininterrotti, era stato nel corso della sua amministrazione, e sempre più alla fine, combattuto ed aspramente sia da oscure correnti retrive che da altre apertamente antidemocratiche ed antisociali, e ciò specie quando le sue realizzazioni si facevano sempre più lungimiranti e progressive per la elevazione sia spirituale che materiale di tutti i suoi concittadini.

Egli infatti non poteva concepirla disgiunta dalle opere audaci e grandiose che egli attuava per la città natale. Ed era caduto. Rieletto, si era ritirato dalla vita pubblica.
L'elezione, pochi anni dopo, di Augusto Mombello doveva trovare antichi... e novelli avversari.
Come tutte le idee nuove, il socialismo, fu fieramente combattuto; e soprattutto fu diffamato.

Nota l'Astraldi a pag. 305: « Quando il 3 novembre 1896 venne eletto Sindaco il banchiere Augusto Mombello, i cittadini che videro morti i loro conati per abbatterlo, e sdegnavano di comporre l'animo a riceverne le opinioni civili, novelli Virgili, rizzando un muso lungo come la malinconia, si diedero fretta a dipingerlo sui giornali d'opposizione (conservatori) come un vero piccolo Augusto, riuscito ad usurpare i colli novali ed a soppiantarne i possessori. Ed egli,che ben conosceva che i cento occhi d'Argo erano fissi su di lui, dopoché ebbe veste ufficiale, coll'ardimento necessario ai buoni successi si diede ad iniziare una amministrazione, la quale dovesse produrre i frutti che la popolazione aveva ragione d'aspettarsene, ed a promuovere con gagliardo volere quel contraso d'opinioni che spinge la parte avversaria, ad avanzare verso il vivere libero e civile, ed a conseguire effettive idealità ».

Le Opere pubbliche del Sindaco Mombello

Citiamo sempre dall’Astraldi a pag. 306:

« Sotto l'amministrazione di Augusto Mombello si deliberò l'allargamento della via Arenella, eseguito poi sotto quella del Balestreri ;
- il taglio di via Palma tratto a capo dai successori, ed il pubblico giardino nella parte alta della città (giardino ex regina Elena) ;
- s'incominciarono le trattative col ministro della guerra pel trasloco da Piazza Colombo a San Martino della caserma, seguite poi dal commissario regio cav. Rebucci, e troncate dall'amministrazione Gismondi;
- si fece il contratto per l'erezione del Kursaal (già progetto Asquasciati) coll'assuntore sig. Foisnou, il quale doveva spendervi più di un milione e vi perdette poi circa centomila franchi per essere venuto meno ai patti contrattuali;
- si preparò un progetto di riforma della tassa focatico, di cui si elevava il massimo a mille lire, sopprimendo le quote inferiori a lire cinque ;
- fu dato principio allo studio per la municipalizzazione delle pompe funebri;
- si istituì, prima che nelle altre città d'Italia, la refezione scolastica;

- si risolse la questione dell'illuminazione pubblica e privata ottenendo una riduzione su prezzi del gas (illuminazione di allora) così per il comune e per i cittadini.
- con una lite sempre vittoriosa l'amministrazione socialista liberò il comune dal monopolio della Tuscan con sentenza in cui veniva riconosciuto il diritto di potere stabilire un impianto di altro sistema d'illuminazione sia pel pubblico che per i privati cittadini;
- ottenne pure con altra lite il riconoscimento del diritto contrattuale a favore degli agricoltori di pagare annualmente l'acqua d'irrigazione lire 30,50 invece di L.100 al mc. (più tardi, durante l'amministrazione Gismondi, si venne ad una transazione che non soddisfece i socialisti, di questa lite tra il comune e il comm. Giovanni Marsaglia; diedero allora le loro dimissioni i consiglieri Mombello, Orazio Raimondo, G. B. Rubino, G. Gaglietto) ;
- approvò in prima lettura il nuovo piano regolatore per la città che venne poi maggiormente ampliato dall'amministrazione Gismondi; e un nuovo regolamento edilizio, anch'esso da questa modificato;
- approvò pure definitivamente il progetto per il pubblico ammazzatoio da fabbricarsi nella fiumana Armea, progetto poi infelicemente eseguito durante le amministrazioni Gismondi e Balestreri;
- il rettilineo di Corso Mazzini modificando il progetto concordato con la provincia e si diede principio ai lavori;
- compilò un nuovo organico degli uffici, delle scuole, e dei servizi comunali, approvato in seguito con lievi modificazioni dall'amministrazione successiva;
- riformò il regolamento dei facchini pubblici e ne fece uno nuovo per le Pubbliche vetture (era il Mombello un amministratore che si curava pure con attenzione di minuti ma non per questo trascurabili particolari);
- riordinò il regolamento per l'esazione delle tasse sugli animali domestici esonerando dall'imposta le bestie da soma, ecc... ».

Il nome suo tra le molte benemerenze per il popolo, via particolarmente legato all'istituzione (come si è già detto) prima che in ogni altro comune d'Italia, della provvida refezione scolastica per i piccoli delle scuole elementari particolarmente bisognosi, e per avere (ciò nei riguardi di Sanremo città turistica) ripresi i lungimiranti progetti e deliberazione Bartolomeo Asquasciati per d'erezione di un Kursaal.
Il Socialismo sanremese giunto che fu all'amministrazione pubblica, riuscì, nonostante ostacoli ed opposizioni interminabili ed accanite, ad attuare la deliberazione per il Kursaal. Non solo ma prontamente la volse ad ìndovinata concorrenza degli allora sorti kursaal come case da gioco (Casinos), secondo l'evoluzione che da quel momento cominciavano ad avere nella vicina Riviera Francese.

« E se oggi il Casinò esiste, come una necessità del Comune e della popolazione, sappiamo (come già disse il Brizio: « Au Pays du Soleil. Storia di Sanremo. Bartolomeo Asquasciati ». N. 53 - 10°) a chi renderne grazie: a Bartolomeo Asquasciati e ad Augusto Mombello ».

E con Mombello patriota, combattente garibaldino, uomo politico, banchiere e uomo di finanza, benemerito sindaco di Sanremo, lineare e persuadente scrittore in « Mentana » (Mondadori 1930) giornalista efficacissimo e polemista stringente ed arguto in argomenti di storia, politica, sociologia, nel "Lavoro" di Genova, si chiude la esemplare storia dell'Ottocento locale che potremmo definire l'età dei grandi Sindaci.

Giacomo Gandolfi, fondatore de « L'Eco della Riviera », così scriveva di lui al figlio Ernesto nel dicembre 1941: « Augusto Mombello amò sempre Sanremo più del suo paese natio. Nel 1896 Sanremo lo eleggeva a suo Sindaco ed egli dimostrò lungimirante spirito di iniziativa, saggezza di amministratore, visione completa delle necessità peculiari di un centro internazionale quale la nostra bella città.
Egli amò sempre Sanremo, forse più della natia Savona e di Varazze, terra dei suoi padri ove trascorse l'infanzia.
Capo di un'amministrazione socialista, la prima in Italia conquistata dai socialisti (sicché egli poteva vantarsi d'essere il decano dei sindaci socialisti) , seppe sempre conciliare i suoi ideali con gli interessi di questa stazione climatica, cercando di darle una moderna attrezzatura turistica, studiando le organizzazioni della vicina costa francese. Tra l'altro, come sindaco, collaborò sempre sinceramente colla Società degli interessi locali, che aveva le funzioni degli attuali Enti turistici, presieduta dal cav. uff. Paolo Marini, composta di personalità avverse alla sua amministrazione. E così — superando difficoltà d'ogni genere ed opposizioni talvolta violente -- riuscì a dotare Sanremo del Casino Municipale. Questo problema era stato affrontato inutilmente più volte dalle amministrazioni moderate.
Di questi giorni (dicembre '41) il fascismo ha accordato in tutte le città d'Italia la refezione scolastica strombazzandola per una sua conquista. Falso ! Questa benefica istituzione si deve ad Augusto Mombello che fu il primo a realizzarla nelle scuole di Sanremo nel 1898. E dopo il primo anno di esperimento il Comune di Milano (Sindaco l'on. Caldara) inviava due assessori a studiarne il funzionamento e poscia la adottava nelle sue scuole elementari. Il buon seme germogliò poi in tutta la Penisola ed in Francia.
Nel 1908 Augusto Mombello municipalizzava l'acquedotto di Sanremo migliorandone successivamente l'efficienza.
Altre sue preoccupazioni furono le strade campestri per favorire la floricultura ed anche facilitare le escursioni turistiche. Inoltre effettuò l'allargamento dei due corsi principali a ponente e a levante della città (corso degli Inglesi e corso Cavallotti). Stabilì l'organico dei maestri elementari che prima si trovavano in condizioni disagiate, diede impulso alla biblioteca comunale ed istituì, per iniziativa dell'Associazione della Stampa sanremese, l'Università Popolare che funzionò egregiamente per alcuni anni.
Anche all'amministrazione comunale capeggiata da Orazio Raimondo, Mombello diede sempre la sua fattiva collaborazione sempre preoccupato del miglior avvenire della sua città d'adozione.
I comuni viciniori non ricorsero mai invano per le loro necessità ad Augusto Mombeilo: ricordo che molti anni fa un terribile incendio aveva distrutto in parte la frazione di Aigovo nel comune di Molini di Triora. Recatosi immediatamente sul posto e resosi conto della gravità dei danni, Mombello faceva erogare dal comune una somma cospicua per soccorrere quella popolazione rurale.
Aggiungerò che, uomo di parte, ebbe sempre il maggior rispetto per i suoi avversari politici con i quali manteneva relazioni amichevoli. Nemico dell'a violenza, la sua vita è stata sempre improntata alla massima serenità».

La refezione scolastica gratuita, istituita dal Mombello ed alla quale accenna il Gandoifi, ebbe verso a fine del secolo scorso ampia risonanza in Austria ed in Germania: lo dimostrano. le pubblicazioni di giornali berlinesi e viennesi dell'epoca e lettere di parlamentari che chiedevano particolari e consigli al riguardo.

(testi elaborati dal libro "I Grandi Sindaci dell'Ottocento" ed. "Comitato Arti e Mestieri")