Notabile sanremese e Sindaco

Giuseppe CorradiNacque a Sanremo il 5 gennaio 1827 da Francesco e da Luigia Carlo. Esponente del notabilato locale, nel 1859 assunse la carica di sindaco di Sanremo, rimanendo poi alla guida dell'Amministrazione municipale a varie riprese fino al 1874.
Con uno dei primi atti nella carica di primo cittadino, il 9 aprile 1860 trasmise a Garibaldi la copia della delibera, con la quale il Consiglio comunale aveva insignito tre giorni prima il generale della cittadinanza onoraria matuziana dopo la cessione di Nizza, la sua città natale, alla Francia.
Il 16 aprile Corradi espresse quindi a Garibaldi il vivo compiacimento della municipalità sanremese per l'accettazione della cittadinanza.


Tra le varie iniziative assunte dalla sua amministrazione si annovera quella di istituire un nuovo servizio di illuminazione cittadina a petrolio, inaugurato nel 1865, al quale subentrò poi un servizio di illuminazione a gas, che venne ufficialmente attivato il 1° ottobre 1870 in forza della convenzione stipulata tra il Comune di Sanremo e il concessionario di Genova Nicolò Accini il 31 dicembre 1869. In base a questa convenzione, l'Amministrazione comunale concedeva al signor Accini il diritto esclusivo di stabilire e conservare i tubi per la condotta del gas sotto le vie e piazze pubbliche per uso d'illuminazione e di riscaldamento per un periodo di trentadue anni fino al 30 settembre 1902.
La convenzione con Accini, ratificata dal Consiglio comunale il 4 gennaio 1870, sarebbe stata poi sostituita da una convenzione addizionale con l'impresa dell'ingegner Emilio Guitton di Marsiglia.


Nel corso degli anni Sessanta l'Amministrazione Corradi dovette anche affrontare due problemi che avrebbero rivestito una notevole importanza nella futura pianificazione urbanistica della città: la localizzazione della stazione e il tracciato della linea ferroviaria. Intorno al 1860 era stato infatti redatto il progetto della strada ferrata litoranea della Riviera di Ponente, che avrebbe dovuto collegare il confine con la Francia a Voltri, dove si fermavano i binari della linea Roma-Ventimiglia. La Compagnia ferroviaria del litorale ligure, che aveva l'appalto dei lavori, aveva previsto che i binari venissero collocati lungo il mare e attraversassero i centri abitati nei pressi degli arenili. Per quanto concerne la città di Sanremo era stato progettato di far passare le rotaie lungo il corso della Marina e costruire la nuova stazione in zona San Rocco.

Il progetto redatto dalla Compagnia ferroviaria fu accolto molto favorevolmente dalla cittadinanza e dal ceto dirigente sanremese, che però, dopo un primo momento di entusiasmo, cominciarono a convincersi che per il rilancio della città fosse necessario ubicare la nuova stazione nell'area portuale.
Nel 1862 la classe politica matuziana si spaccò anzi in un "partito di antituristi" e in un "partito di filoturisti". Gli avversari del turismo sostenevano che il futuro di Sanremo dipendeva in larga misura dalle tradizionali attività agricole e commerciali, e pertanto si battevano strenuamente per la ristrutturazione del porto e propugnavano la necessità di costruire la nuova stazione nel quartiere di Pian di Nave, nei pressi della zona portuale, contrastando tenacemente l'ipotesi del passaggio dei binari a monte, che avrebbe di fatto impedito l'allacciamento della stazione al porto.


I fautori del turismo, invece, rappresentati dai consiglieri Laura, Rambaldi, Garosci, Balestreri, Balestra, Borea, Massabò, Ansaldi e dallo stesso Corradi, affermavano che Sanremo non aveva alcuna possibilità di imporsi come attivo centro commerciale, né poteva sperare di arricchirsi in virtù della sua produzione agricola; se non voleva rimanere uno dei tanti miseri villaggi del litorale ligure, la città avrebbe dovuto puntare tutto sulla valorizzazione delle attività turistiche, imitando le vicine città francesi della Costa Azzurra. I "filoturisti" si battevano in particolare per il passaggio a monte della futura linea ferroviaria e avanzarono la proposta di costruire due stazioni, una a levante vicino al torrente San Martino e una a ponente nei pressi del torrente San Bernardo, al fine di servire quelli che stavano per diventare i due maggiori quartieri turistici della città.


Nel 1862 il Consiglio comunale nominò quindi una speciale commissione con l'incarico di studiare a fondo la questione dell'attraversamento dei binari nell'area urbana sanremese.
La commissione, accogliendo le istanze di larghi strati dell'opinione pubblica contrari al passaggio "a mare" della ferrovia, presentò un progetto che prevedeva l'attraversamento dell'abitato "a monte", realizzabile tramite la costruzione di due gallerie sotto i colli del Berigo e di San Romolo. Approvato dal Consiglio, questo progetto venne inoltrato alla Compagnia ferroviaria, che però, dati i suoi alti costi, lo bocciò in più occasioni nel corso del 1863.

Dopo varie discussioni e numerosi progetti, prevalse la soluzione governativa di realizzare la ferrovia a mare esclusivamente tramite il passaggio a livello.
Dopo la stipulazione di una convenzione tra il Comune di Sanremo e il ministero dei Lavori pubblici nel 1869, con cui venivano fissate le modalità di costruzione della linea, il 25 gennaio 1872 si svolse la solenne inaugurazione della nuova tratta ferroviaria Genova-Ventimiglia, che metteva finalmente in rapido collegamento la Riviera di Ponente con i grandi centri urbani italiani ed europei.

Frattanto, il 18 dicembre 1865, il Consiglio comunale decideva di fondare un Asilo Infantile a Sanremo e nominava la Commissione amministratrice presieduta dal sindaco Corradi.
La fondazione dell'Asilo incontrò tuttavia alcune difficoltà in quanto il terreno prescelto era di proprietà dello stesso Corradi, che ricopriva contemporaneamente le cariche di sindaco e presidente della Commissione amministratrice, ingenerando quello che si potrebbe definire un vero e proprio "conflitto d'interessi". Tuttavia il nuovo Asilo poté essere egualmente inaugurato il 28 dicembre 1870.


Durante l'Amministrazione Corradi venne anche approvata una serie di nuovi piani regolatori che mutarono radicalmente l'aspetto urbanistico e viario della città.
Già nel 1840, peraltro, l'Amministrazione comunale aveva affidato all'ingegnere del Genio Civile Francesco Verdese l'incarico di redigere un piano regolatore urbano tendente a sistemare nel modo più conveniente la strada provinciale che attraversava la città. Nel 1858 l'ingegnere provinciale Innocenzo Bonfante approntò un nuovo piano regolatore in cui delineò il tracciato delle future vie Mombello e Roma, e avanzò anche la proposta di realizzare un unico corso che collegasse il quartiere di San Rocco al corso Garibaldi.
Pochi anni dopo Bonfante presentò un nuovo piano, che fu approvato dal Consiglio comunale nelle sedute del 18 maggio e del 14 giugno 1872.


Il progetto prevedeva il completamento del corso della Marina, l'allargamento di via Vittorio Emanuele e la costruzione di alcune vie in direzione del mare, tra cui la via Pian di Nave, poi intitolata a Umberto I, la via Principe Amedeo, la via Escoffier e tre altre parallele che furono però realizzate successivamente al periodo di validità del piano.

Nel corso dei primi anni Settanta si era intanto creata una rottura all'interno dello schieramento filoturista determinata dalla nascita di diversi e contrastanti interessi.

Intorno al 1870 si costituì infatti un partito "levantista", che rappresentava i proprietari terrieri della zona orientale della città guidati dagli esponenti della famiglia Zirio, una delle più influenti di Sanremo. I "levantisti" accusarono di "ponentismo" l'Amministrazione Corradi, accusata di favorire eccessivamente l'urbanizzazione delle zone occidentali della città, dove il sindaco e molti notabili a lui vicini avevano i loro maggiori interessi.


Come prova di questa tendenza "ponentista" della Giunta municipale, gli Zirio e i loro sostenitori citavano i casi delle localizzazioni, tutte ad ovest dell'abitato, del giardino dell'Imperatrice, della passeggiata di Mezzogiorno, dei giardini intitolati alla regina Maria Vittoria e della stazione ferroviaria, che avevano tra l'altro determinato un aumento del valore dei terreni situati nelle regioni Vallotto e Berigo, mentre a levante era stata costruita solo la scomoda officina del gas, che risultava oltretutto svantaggiosa per i proprietari delle regioni Francia e Villetta.
La dura campagna di stampa condotta dai "levantisti" contro l'Amministrazione Corradi in occasione delle elezioni comunali del 1874 portò quindi alla sconfitta elettorale dei corradiani e all'uscita di scena di Corradi, che venne sostituito nello stesso 1874 dal conte Stefano Roverizio di Roccasterone alla guida del Comune.

Corradi morì a Sanremo il 21 novembre 1887.

(fonti: BIBL.: GAN, pp. 202-210; E. Costa -L. Morabito, Garibaldi cittadino di San Remo, Sanremo 1991, pp. 29-35, 104-107; M. Scattarreggia, Sanremo 1815-1915. Turismo e trasformazioni territoriali, Milano 1986, pp. ...; L. Pippione, Il Dott. Francesco Corradi insigne benefattore cittadino, in GAR, XXV (2006), n. 1, p. 7.)