Imprenditore, Patriota e Sindaco

Alessandro EscoffierNacque a Nizza il 29 settembre 1843 da Francesco e da Luigia Fornari.
Appartenente ad una famiglia di esportatori di olio d’oliva (il padre aveva fondato nel 1833 una delle ditte olearie più note del Nizzardo), dopo la cessione di Nizza alla Francia nel 1860, trasferì la fiorente azienda ereditata dal padre a Sanremo per poter mantenere la cittadinanza italiana.
Il giovane Alessandro partecipò quindi come volontario alle vicende risorgimentali nelle file garibaldine dimostrando notevole valore. Per i suoi meriti in campo lavorativo sarebbe stato anche il primo cittadino in provincia di Porto Maurizio, e il secondo in Liguria, ad essere insignito della Croce di Cavaliere del Lavoro.

Sospesa l’attività militare, decise di seguire le orme paterne dedicandosi al commercio oleario; aprì così un piccolo negozio in una casupola che sorgeva all’angolo della via Gaudio con la strada Nuova (l’attuale via Matteotti), di fronte a palazzo Borea d’Olmo, successivamente demolita.

Nel 1886 si recò in Calabria, dove già aveva operato da militare durante la campagna contro il brigantaggio, avviandovi una proficua attività volta a migliorare la resa degli uliveti di Reggio, poco redditizi a causa dei frantoi inadeguati e del pessimo sistema di raccolta dei frutti. L’iniziativa ebbe un insperato successo e in breve l’intera produzione olivicola della zona registrò un consistente incremento quantitativo e qualitativo. Le sue innovazioni trovarono applicazione anche nella vicina Tunisia, dove sarebbero state peraltro sfruttate da alcuni industriali francesi.

Intanto il suo negozio in Sanremo aveva lasciato il posto a due palazzi sorti su una medesima area, l’uno con la facciata verso monte, l’altro verso mare, lato di via Roma, mentre la ditta aveva acquistato una grande rinomanza per le iniziative e i sistemi del suo principale, che già da allora aveva destinato una percentuale degli utili della propria azienda ai suoi dipendenti dopo un certo periodo di apprendistato. In quegli anni si sposò anche con la figlia dell’industriale e consigliere comunale Giacomo Guidi, Giovanna, dalla quale ebbe una sola figlia, che si unì poi in matrimonio con il nipote di Siro Andrea Carli Paolo Assereto, diventato in seguito podestà di Savona.

Il 26 luglio 1891 assunse quindi la carica di sindaco facendosi subito promotore di una serie di rilevanti opere pubbliche. Tra queste vi furono l’allargamento del tratto di strada fra piazza Colombo e la chiesa di Santa Maria degli Angeli, la piantagione di magnolie lungo via Roma, la costruzione dei due ultimi tronchi della strada per Verezzo, la ristrutturazione del monastero delle Turchine, l’ingrandimento di piazza Nota, la costruzione del collettore principale della fognatura principale cittadina presso il torrente San Romolo, l’ampliamento della bocca d’opera al Teatro Principe Amedeo, i lavori di riattamento di alcune strade campestri, il completamento del marciapiede fino all’imbocco della strada per Ceriana, il prolungamento del molo di ponente di più di duecento metri, la realizzazione di nuove fontane pubbliche e il restauro dei principali monumenti pubblici danneggiati dal terremoto del 1887.

Durante la sua amministrazione vennero anche intavolate delle trattative con le autorità provinciali per l’apertura di corso Mazzini, nella zona orientale della città, e si procedette alla riforma del regolamento di polizia urbana in base alle nuove disposizioni legislative. Terminato il suo mandato, Escoffier sarebbe stato sostituito nell’ottobre 1893 dal marchese Giambattista Borea d’Olmo. Dopo le elezioni amministrative del giugno 1895, che sancirono nuovamente la vittoria degli esponenti conservatori, ricoprì la carica di sindaco per un secondo mandato dall’agosto all’ottobre del ’95. Morì a Sanremo il 1° gennaio 1913 e la sua scomparsa destò una sincera commozione e un profondo rimpianto da parte dell’intera cittadinanza.

Nel 1919 l'Amministrazione Comunale gli dedicò la strada che unisce il Portegu Sgarbu con Via Matteotti, un tempo chiamata via Privata e successivamente via Corsica.


(fonte testo  Andrea Gandolfo)