Un Padre Kolbe mancato
Padre Giacinto Lagomarsino da Genova e gli ebrei di Sanremo, nel racconto di Pierluigi Casalino:
"Non fu annoverato da vivo tra i Giusti delle Nazioni, che salvarono ebrei durante la feroce persecuzione nazista, ma meriterebbe alla memoria di ricevere un tale prestigioso riconoscimento"
Padre Giacinto Lagomarsino da Genova, sempre su ispirata istruzione dell'indimenticabile Vescovo Rousset, si adoperò, infatti, nel periodo buio della seconda guerra mondiale per porre in salvo chiunque fosse in pericolo, in particolare un gran numero di ebrei sanremesi e dei dintorni.
Non è comunque un caso che Sanremo e gli ebrei abbiano sempre vissuto, nel tempo, un rapporto speciale, aperto ed improntato a dialogo intellettuale e tolleranza. Anche nei momenti difficili del tardo medioevo e agli albori dell'età moderna, a Sanremo, gli ebrei godettero di protezione e di considerazione, salvo dover sopportare qualche misura amministrativa in linea con gli interessi generali delle autorità locali.
Palme, cedri e mirti, ma anche altri prodotti erano coltivati nella futura Città dei Fiori non solo per la Cristianità, ma anche per la dispersa e vasta nazione ebraica in Italia e in Europa. Non solo la Pesah - la Pasqua ebraica, che si celebra ad aprile - ma anche la festa dei Succoth, che si celebra a settembre, vedeva l'apporto di cedri e di palme ( pure brotti di palma, che spesso provenivano dai territori limitrofi, come Seborga, Bordighera e Mentone, allorquando il raccolto era finito); il mese di luglio e il mese di agosto erano i mesi d'eccellenza per tale raccolto e soprattutto quello di agosto era destinato agli ebrei data appunto la vicinanza della festa dei Succoth.
Le relazioni commerciali erano, in larga misura, alla base della convivenza tra ebrei e sanremesi, e non di rado alle cerimonie ebraiche assistevano, forse più per curiosità, anche sanremesi. La stessa cucina kasher ebraica, di cui tanto si parla anche in questi giorni, per la codificazione che ne stanno facendo le comunità israelitiche italiane, era praticata tra gli ebrei del posto, se pur in costante collegamento con i loro correligionari di Francia (dove i rabbini fissavano le regole ad hoc) e di altri paesi italiani ed europei di passaggio frequente a Sanremo: una dieta sana e in sintonia con la sobrietà della stessa cucina ligure per il suo tradizionale mix di igiene e salute.
La tragedia della seconda guerra mondiale, provocò purtroppo, la quasi totale distruzione di nuclei ebraici ad Alassio, Imperia, Laigueglia (il farmacista di quella cittadina. persona mite e generosa, fu portato via in quella circostanza dalle SS) La Spezia, Savona: anche a Sanremo, Vallecrosia, Ventimiglia, e Bordighera, tuttavia, non mancarono di assistere ad inconcepibili atrocità perpetuate nei confronti di ebrei; ma molti di essi trovarono scampo grazie all'intervento di pii religiosi, come Padre Giacinto Lagomarsino da Genova, e di privati cittadini che sfidarono i tedeschi anche rischio della vita.
Il vergognoso martirio degli ebrei del Ponente rappresentò una rilevante perdita per il patrimonio storico di questa zona, dove gli ebrei erano già presenti da epoche preromane, scrivendo una pagina indelebile nella tradizione di questo angolo di Liguria.
(fonte: Pierluigi Casalino)