Diplomatico

Nacque a Sanremo il 2 gennaio 1794 da Giovanni Battista e da Maria Caterina Sartorio, sorella di quel capitano Giacomo Sartorio che nel 1821 Girolamo Boboneportò in salvo sulla sua nave, dopo una tempestosa traversata da Nizza a Livorno, Maria Teresa di Toscana e il figlioletto, il futuro Vittorio Emanuele II.

Conclusi gli studi, si recò a Torino per intraprendere la carriera diplomatica e a 25 anni venne nominato vice console a Taganrog sul Mar d’Azov, città assai importante sotto il profilo commerciale in quanto da quel porto partivano i grani dell’Ucraina orientale. Dopo qualche tempo fu trasferito in qualità di console a Beirut e successivamente ricopri lo stesso incarico al Cairo in Egitto.

Nel febbraio 1830 fu nominato console generale a Lisbona, giungendo nella capitale portoghese proprio quando il governo piemontese aveva riconosciuto il governo di D. Miguel in contrapposizione all’imperatore del Brasile D. Pedro, che tramava per tentare di rimettere sul trono sua figlia Maria II da Gloria.
Nel corso del suo mandato dovette intervenire personalmente presso il Ministero degli Esteri lusitano per proteggere i numerosi sudditi sardi dai soprusi cui erano da tempo sottoposti dai «miguelisti». Le autorità locali avevano anzi convocato numerosi cittadini sardi per far loro pagare un’imposta straordinaria che si era resa necessaria per le difficili condizioni economiche in cui versava in quegli anni il Portogallo, e in tali occasioni Bobone dovette intervenire presso il governo portoghese per far rispettare i privilegi che le leggi lusitane e gli accordi commerciali assegnavano ai cittadini sardi.

Egli non nascose comunque una certa simpatia per il governo di D. Miguel, tanto che alla fine della guerra civile, quando questi fu cacciato dal trono, venne accusato dai liberali di aver favorito il sovrano sconfìtto. Dopo essersi sposato con una ricca portoghese, D. Ana Emilia Vasques, nel 1837 rifiutò l’incarico che gli era stato offerto presso il consolato di Barcellona, preferendo rimanere a Lisbona per curare i propri interessi, abbandonando così temporaneamente la carriera diplomatica.
Tra il 1844 e il 1856 rappresentò la Svizzera in Portogallo in qualità di console della Confederazione Elvetica a Lisbona.

Durante la sua lunga attività diplomatica, strinse legami di sincera amicizia con numerose personalità tra le quali si ricordano in modo particolare Urbano Rattazzi e Luigi Cibrario. Dopo aver svolto le mansioni di incaricato d’affari sardo in Portogallo, il 15 maggio 1850 venne riconfermato dal governo sabaudo nella carica di rappresentante del Regno di Sardegna a Lisbona. Durante il suo mandato ottenne numerose benemerenze e il plauso di tutti i ministri degli Esteri succedutisi a Torino, tra cui lo stesso Cavour, raggiungendo infine il grado di ministro plenipotenziario al momento del suo ritiro nel 1860.

La sua fama resta tuttavia legata all’aiuto che fornì al re Carlo Alberto nel periodo del suo esilio in terra portoghese nella città di Oporto. Appresa la notizia dell’arrivo del sovrano sabaudo in Portogallo il 19 aprile 1849, si era infatti messo a sua completa disposizione, spedendo immediatamente al Re una lettera di credito di 800 reis, corrispondenti a 50.000 lire, e recandosi subito dopo ad Oporto per rendere visita al sovrano appena giunto in terra d’esilio.
Grazie al fattivo interessamento del diplomatico matuziano, Carlo Alberto aveva potuto prendere dimora fin dai primi di maggio nella villa ristrutturata di Entre-Quintas, dove Bobone fu il solo presente quando il cappellano personale del re, padre Antonio Peixoto Salgado, celebrò la prima Messa nella nuova residenza davanti al sovrano sabaudo, che aveva nel frattempo assunto il titolo di Conte di Barge.

Bobone fu inoltre uno dei pochi che vennero ammessi al capezzale di Carlo Alberto moribondo ed ebbe anche la ventura di assistere al decesso del sovrano, di cui firmò pure i verbali di morte, di imbalsamazione e di provvisoria deposizione del feretro nella cattedrale di Oporto.

Dopo aver ricoperto ancora per vari anni la carica di console generale piemontese nella capitale portoghese, morì a Lisbona il 14 gennaio 1865.

Per i servigi da lui resi allo Stato e per il particolare attaccamento che aveva dimostrato nei confronti del suo genitore, Vittorio Emanuele II gli attribuì il titolo di Conte nel 1852.

Tra gli altri titoli di cui fu decorato, si ricordano inoltre quelli di cavaliere dell’Ordine Pontificio di S. Gregorio Magno e dell’Ordine della Concezione del Portogallo e di commendatore dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

(fonte: Vite di Sanremesi illustri di A.Gandolfo)