Principe ereditario di Germania
Nato a Potsdam il 1 ottobre 1831, ebbe una vita intensa come comandante dell'esercito prussiano ma travagliata sia a causa dei contrasto con il padre, il Kaiser Guglielmo I° ma soprattutto per la sua salute. Infatti gli venne diagnosticato un cancro alla laringe mal diagnosticato e peggio curato.
Fu questo che lo portò a Sanremo sperando che il clima del posto, noto in Europa come adatto alle malattie polmonari.
Il principe ereditario di Germania Federico Guglielmo, giunse nella nostra città il 4 novembre 1887, accompagnato dalla consorte principessa Vittoria, figlia primogenita della regina Vittoria d’Inghilterra, dalle tre principesse sue figlie, e da un imponente seguito.
La famiglia reale tedesca, che arrivava direttamente da Londra, dove Federico Gugliemo aveva assistito al giubileo della regina Vittoria, si insediò a Villa Zirio, presa in affitto da Ernesto Marsaglia.
La presenza dei reali di Germania contribuì a far crescere ulteriormente la fama e la rinomanza di Sanremo, che iniziava allora a farsi conoscere in tutto il mondo come accogliente stazione turistica.
Durante il suo soggiorno a Villa Zirio, il principe ereditario tedesco ricevette la visita di molti esponenti delle case reali europee, giunti appositamente a Sanremo per fargli visita. Era del resto già noto come le condizioni di salute del principe fossero alquanto precarie e già circolavano notizie di una sua prossima partenza per la Germania.
La stampa italiana e tedesca si interessava vivamente dello stato di salute di Federico Guglielmo, che era venuto a Sanremo già molto ammalato, alla vigilia di ereditare un trono e un impero sul quale avrebbe regnato soltanto per pochi mesi. Fu proprio dietro consiglio di valentissimi medici, che il principe decise di svernare a Sanremo nella speranza di un miglioramento della sua salute. Malato di cancro, Federico Guglielmo affrontò con grande forza il suo terribile male, rimanendo chiuso nella sua dimora e uscendo soltanto per compiere solitarie passeggiate nei giardini della villa. Si era pensato che il clima mite di Sanremo potesse compiere un miracolo, ma in realtà il male di Federico Guglielmo era incurabile, e il suo destino era inesorabilmente segnato.
Nonostante questa situazione, il 5 novembre 1887 giunse appositamente da Londra il medico personale della regina Vittoria d’Inghilterra, sir Morell Mackenzie, per verificare se si potesse trovare una cura in grado di guarire il principe dal cancro. Nel corso di una visita tenuta con quattro grandi luminari della medicina, fu deciso di sottoporre il principe ad un intervento di tracheotomia. L’intervento chirurgico si svolse nel febbraio 1888, ma non dette i risultati sperati, tanto che Federico Guglielmo poteva essere tenuto in vita soltanto tramite iniezioni di morfina, che lo rendevano sempre più debole e dipendente dai farmaci.
Soltanto all’inizio del suo soggiorno sanremese Federico trascorse qualche settimana serena, sia ricevendo i principi visitatori, che facendo qualche rapida apparizione nel centro di Sanremo o dando feste, concerti e pranzi a Villa Ziro. L’Amministrazione comunale di Sanremo, allora, quasi per ricambiare il principe della sua presenza, decise di omaggiarlo illuminando le vie cittadine con archi elettrici e 500 lampadine colorate in occasione delle sue nozze d’argento con la principessa Vittoria. Nelle sere più tiepide la famiglia reale organizzava anche balli e danze all’aperto, che vedevano la partecipazione di molti cittadini sanremesi.
Nel corso di una di queste serate venne dato un banchetto in onore delle figlie del principe, Sofia, Carlotta e Margherita, che fecero il loro debutto in società danzando con alcuni nobili loro coetani, fatti giungere per l’occasione direttamente dalla Prussia e dall’Inghilterra. Durante questa importante festa vennero suonate musiche di Mozart, Telemann, Mendelssohn e Boccherini. Nell’inverno tra il 1887 e il 1888 il principe ospitò, tra gli altri, un sultano arabo che era solito girare per Sanremo avvolto in un grande mantello bianco, con due levrieri al guinzaglio, e seguìto da una piccola folla di dignitari di pelle nera. Si trattava del sultano Abdul Amid, che si trovava in vacanza nella nostra città accompagnato dalle sue 36 mogli e da cinque eunuchi.
Ai primi di marzo del 1888 il principe decise di ripartire per la Germania, in seguito all’aggravarsi delle condizioni di salute del vecchio imperatore Guglielmo I, che sarebbe spirato il 9 marzo. Il 10 marzo Federico Guglielmo, diventato nel frattempo imperatore di Germania col nome di Federico III, indirizzò un proclama al popolo tedesco, e subito dopo partì alla volta della stazione ferroviaria, accompagnato dalla moglie Vittoria, dal principe Enrico, dal granduca d’Assia e dalle principesse Irene e Olga di Sassonia.
Giunto alla stazione, dove lo attendeva una folla immensa, l’imperatore, che non sembrava nemmeno un convalescente, salutò affettuosamente le autorità cittadine, tra cui il sindaco di Sanremo Bartolomeo Asquasciati. Dopo che il treno si mise in moto, Federico III continuò a salutare la folla che lo acclamava e assiepava tutto il percorso della ferrovia lungo le vie cittadine. Poco prima della partenza, l’imperatrice Vittoria aveva voluto donare al sindaco Asquasciati, a nome del marito, 3.000 lire da distribuire ai poveri della città.
Due o tre settimane prima che la famiglia imperiale lasciasse Sanremo in seguito alla morte del vecchio imperatore, il cancelliere Bismarck era riuscito a convincere l’imperatore Guglielmo I a firmare il decreto della cosiddetta piccola rappresentanza. L’editto imperiale, emanato il 27 novembre 1887, delegava il figlio primogenito di Federico, Guglielmo, a succedere al padre ancor prima della sua morte fisica. Bismarck non voleva infatti che Federico salisse al trono per la sua nota amicizia con l’Inghilterra, a cui lo legava anche la parentela con la regina Vittoria. Il cancelliere inviò allora a Sanremo il principe Guglielmo per convincere il padre a firmare l’editto, che tuttavia perse ogni validità con la morte dell’imperatore Giugliemo I, che di fatto apriva a Federico la successione al trono imperiale.
Il 10 marzo 1888, intanto, alle ore 12,15, il treno imperiale giunse nella stazione di Genova, dove, ad attendere l’imperatore di Germania, si trovavano il re d’Italia Umberto I e il presidente del Consiglio Francesco Crispi. Dopo aver salutato cordialmente il re e il capo del governo, Federico ripartì alla volta di Berlino, dove il 22 marzo sarebbe stato incoronato imperatore. Federico III regnò però soltanto per 99 giorni, spegnendosi a Potsdam il 15 giugno 1888. La notizia della sua morte provocò una dolorosa impressione in tutta Europa, e soprattutto a Sanremo furono in molti a rimpiangere la figura dell’imperatore dall’animo gentile e amante delle arti, dei fiori e della musica.
Dieci anni dopo la sua morte, nell’ottobre 1898, una delegazione di ex combattenti tedeschi offrì al Comune di Sanremo una targa commemorativa in bronzo, recante al centro il profilo dell’imperatore che venne collocata nei giardini di Villa Zirio, e che sarebbe stata poi rimossa nel 1915 in seguito all’entrata in guerra dell’Italia contro l’Austria.
Molti anni dopo, il 13 ottobre 1982, l’Amministrazione comunale di Sanremo volle rendere omaggio alla memoria del suo illustre ospite, ricollocando la targa nel luogo dove era stata posta, nel lontano 1898, come "auspicio di continuazione delle consolidate relazioni amichevoli tra Italia e Germania".
(fonti: “Tedeschi in Riviera. La Sanremo di Federico III tra cure climatiche, mondanità e religiosità solidaristica”, Alberto Guglielmi Manzoni, Philobiblon Edizioni 2015. Testi autori diversi; immagini d'archivio e Web)