Insegnante e sindaco.

Giovanni AsquasciatiNacque a Sanremo il 10 maggio 1900 da Giacomo e da Petronilla Moreno.

Appartenente a una famiglia di umili condizioni, frequentò l'istituto magistrale. Appena conseguita la licenza magistrale, a soli 17 anni fu chiamato alle armi e partecipò alle operazioni belliche al fronte italiano nel corso degli ultimi mesi della prima guerra mondiale.
Dopo essersi diplomato all'istituto magistrale a Genova, tornò a Sanremo, dove iniziò a insegnare nelle scuole elementari locali con passione e competenza, secondo ì principi dell'educazione cattolica appresa nell'ambiente parrocchiale.

Contemporaneamente all'attività didattica, si interessò anche vivamente dei problemi politici e sociali della città, fondando la Sezione sanremese del Partito popolare nel 1920, e impegnandosi attivamente nelle opere di apostolato tramite la fondazione e la presidenza del Circolo Giovani di Azione Cattolica "San Giuseppe", presso l'omonima parrocchia matuziana, nel 1926.

Dopo lo scioglimento del Partito popolare, continuò a svolgere l'attività di insegnante e dirigente dell'Azione Cattolica, divenendo tra l'altro presidente diocesano della sezione "Uomini" nel 1937, e di confratello della San Vincenzo. Richiamato alle armi nella seconda guerra mondiale, dopo la caduta del regime e l'annuncio dell'armistizio con gli Alleati, riprese l'impegno politico dirigendo il movimento cattolico locale e promuovendo la fondazione della prima sezione matuziana della Dc nel 1945.

Il 15 aprile 1945, pochi giorni prima della Liberazione, anche la Dc sanremese aderì formalmente al CLN, cosicché Asquasciati (nome di battaglia "Sascia") venne nominato membro del Comitato in qualità di rappresentante della Dc, anche se, per motivi di forza maggiore, egli non aveva potuto prender parte all'attività del CLN durante il periodo cospirativo.
Il 27 aprile entrò a far parte della Giunta provvisoria di governo, sempre in rappresentanza della Dc, partecipando quindi, insieme agli altri membri del CLN, alla nomina del socialista Adolfo Siffredi a primo sindaco di Sanremo dopo la Liberazione.

Eletto consigliere comunale nelle consultazioni amministrative del 24 marzo 1946, assunse la carica di assessore e vice sindaco durante l'Amministrazione Gismondi dall'aprile 1947 al maggio 1951.
Alle elezioni amministrative del maggio 1951 si presentò nella lista della Democrazia Cristiana, ottenendo un lusinghiero successo personale con 1403 preferenze su 21.841 votanti.
Il nuovo Consiglio lo elesse allora sindaco alla guida di una Giunta composta dagli assessori effettivi Elena, Parodi, Cugge, Bronda, Gentilini e Morosetti, e dagli assessori supplenti Carboni, Gaglio e Viale.
Durante i primi mesi della sua amministrazione venne portato avanti l'iter dei lavori, divisi in sei lotti, per la sistemazione di piazza Colombo, poi trasformata in solettone e adibita per vari anni ad autoparcheggio nella parte superiore e in autostazione per pullman in quella inferiore.
Alla fine del '51 dispose la nomina di una Commissione per la redazione di un regolamento edilizio aggiornato secondo le ultime tendenze della scienza urbanistica, il quale potesse rappresentare un argine alle ormai sempre più numerose costruzioni che stavano sorgendo un po' ovunque per la mancanza di un piano regolatore.
Il testo finale del regolamento venne infine messo a punto dopo due anni di lavoro e inviato a Roma presso il ministero dei Lavori pubblici, che il 1° aprile 1953 lo avrebbe quindi restituito al Comune praticamente approvato in tutte le sue parti.

Nel febbraio 1953 la sua amministrazione decise di gemellare Sanremo con la città danese di Helsinore, la patria di Amleto.
La cerimonia di gemellaggio, che in un primo tempo si preferì chiamare "patto di fratellanza", si tenne in Danimarca alla presenza delle autorità danesi e di alcuni assessori e consiglieri comunali sanremesi da lui delegati a rappresentare il Comune.
Intanto proseguiva senza freni l’abnorme sviluppo edilizio della città, favorito in tutti i modi dall’assessore ai Lavori pubblici e all’Edilizia privata Domenico Parodi, mentre l’Amministrazione Asquasciati preventivava la costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo al posto della collinetta ai piedi di via Martiri della Libertà e della funivia per un costo complessivo di 800 milioni di lire. Di notevole importanza furono anche la sua azione per garantire un adeguato rifornimento idrico alla città con la diga di Tenarda e l’assistenza all’infanzia tramite il potenziamento della colonia di San Romolo
Di fronte al proliferare disordinato di centinaia di nuove costruzioni, la sua Giunta non seppe tuttavia contrapporre un valido e adeguato piano regolatore in grado di contrastare tale smisurata crescita edilizia, che portò alla costruzione di decine e decine di palazzi e condomini in via Martiri della Libertà, in via Pietro Agosti, nel centro del Parco Marsaglia e in quello delle Magnolie, ancor oggi segno tangibile della massiccia speculazione edilizia verificatasi a Sanremo a partire dai primi anni Cinquanta del secolo scorso.

Dopo il varo da parte del governo del cosiddetto "piano azzurro", che prevedeva ingenti stanziamenti pubblici per i porti italiani, il sindaco convocò in Comune gli esponenti degli enti interessati alla zona portuale, riferendo loro che il ministro della Marina mercantile Cappa aveva classificato lo scalo matuziano tra quelli di "notevole interesse turistico".
In base a tale riconoscimento, il sottosegretario ai Lavori pubblici comunicò poi al Comune di Sanremo che erano stati stanziati ben 190 milioni di lire per portare a termine un primo lotto di lavori nell'area portuale che comprendevano il prolungamento del molo di ponente di almeno 100 metri e il ripascimento di gran parte della scogliera esterna,
Per reperire i fondi necessari a sovvenzionare i lavori nella zona portuale, egli promosse anche una sottoscrizione popolare che raccolse più di dieci milioni di lire, oltre alle firme di 2000 cittadini interessati a patrocinare l'impresa.
Nel settembre 1955 vennero eseguiti i lavori di ripascimento alla scogliera da parte delle Opere Marittime, mentre nei mesi successivi l'impresa SILBI di Roma portò a termine 100 metri di prolungamento completo della fondazione alle opere fuori acqua e 100 metri di banchinamento nella parte finale del molo già esistente. Nel 1957 la stessa impresa avrebbe infine prolungato di altri 37 metri il molo di ponente secondo le direttive del ministero dei Lavori pubblici, che aveva prescritto di realizzare l'opera in tutte le sue parti per ciascuno dei lotti.

L'8 marzo 1956 era stata frattanto inaugurata dopo tre anni di lavori, alla presenza del ministro dei Trasporti Angelini, la stazione delle autolinee di piazza Colombo, un'importante opera pubblica fortemente voluta da Asquasciati e costata complessivamente 230 milioni di lire.
Tredici giorni dopo il varo della stazione delle autolinee, il paese di Coldirodi, che fino ad allora dipendeva da Ospedaletti, fu annesso al Comune di Sanremo divenendo così una nuova frazione della nostra città, in esecuzione del decreto emanato quello stesso giorno dal presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Nel successivo mese di maggio si tenne una nuova tornata delle elezioni amministrative, che videro ancora una buona affermazione della Dc, e in particolare di Asquasciati, che ottenne 3.826 preferenze, seguito subito dopo dall'avvocato Nino Bobba, capolista di una lista indipendente chiamata Campanile. Tale lista aveva conseguito un notevole successo con ben nove consiglieri comunali eletti contro i sedici democristiani e i cinque comunisti.
Fallito il tentativo di pervenire a un accordo tra gli indipendenti del Campanile e i democristiani, quest'ultimi si videro costretti a varare una giunta di minoranza composta soltanto da esponenti del loro partito e appoggiata esternamente da socialdemocratici e missini, che avevano costituito il Blocco Democratico.
Il 27 giugno 1956 Asquasciati venne confermato sindaco alla guida di una Giunta composta da Sebastiano Elena, in qualità di vice sindaco e assessore alla Floricoltura, Guido Pancotti ai Lavori pubblici, Francesco Bronda all'Igiene e Sanità, Francesco Viale al Lavoro e Frazioni, Eraldo Cugge alle Finanze, Francesco Fusaro al Contenzioso, Giorgio Baldi al Patrimonio e Igino De Mori alla Polizia Urbana, mentre egli assunse per sé l'incarico di assessore al Turismo.
Pochi mesi dopo però i socialdemocratici ritirarono il loro appoggio esterno alla sua giunta, che resistette ancora fino al 25 luglio 1957, quando si ebbe un rimpasto di governo con l'ingresso in maggioranza dei consiglieri indipendenti del Campanile. La nuova Giunta che ne scaturì, sempre presieduta da Asquasciati in qualità di sindaco, risultò composta da Guido Pancotti, vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici, Eraldo Cugge alle Finanze, Carlo Bensa al Contenzioso, Paride Goya al Demanio e Attrezzature turistiche, Angelo Trovati all'Annona, Vincenzo De Mori alla Viabilità e Francesco Bronda all'Igiene.
Prima del rimpasto si era tra l'altro dimesso a sorpresa l'assessore al Turismo Adriano Morosetti per disaccordo sulla decisione della Giunta di investire 18 milioni nella costruzione di un auditorium al centro del Parco Marsaglia.
Nel corso del 1958 si incrinarono ulteriormente i rapporti tra la Dc e il Campanile, che, in occasione del bilancio di previsione annuale, lanciò un vero e proprio ultimatum chiedendo di includere nel documento le pratiche riguardanti il mercato dei fiori, i bagni Imperatrice, una diversa sistemazione delle carceri di Santa Tecla.

Nel maggio del '58 il Consiglio comunale, che si poggiava su basi sempre più precarie, approvò il progetto per il nuovo mercato dei fiori nel parco delle Carmelitane in corso Cavallotti, dove tuttavia non sarebbe stato mai realizzato per l'opposizione di coloro che volevano salvaguardare i relativi giardini.
La situazione precipitò quando, nel marzo 1959, per una serie di contrasti con la maggioranza e gli indipendenti del Campanile, l'assessore al Patrimonio Giorgio Baldi  presentò le dimissioni e così tutti i gruppi di minoranza si accordarono con i consiglieri del Campanile designando come nuovo sindaco l'avvocato Carlo Bensa.

Proprio in quei giorni Asquasciati si trovava ad Helsinore per partecipare ai festeggiamenti per il gemellaggio di Sanremo con la città danese, e quando rientrò in Comune dovette constatare come la poltrona di sindaco gli fosse stata praticamente sottratta, ma, nonostante tutto, non rassegnò le dimissioni.
Il 23 agosto dovette però prendere atto del mutato quadro politico cittadino e mettere a disposizione il suo mandato davanti al Consiglio comunale, che ne accettò ufficialmente le dimissioni.
Dopo le elezioni amministrative del novembre 1964, Asquasciati sarebbe tornato alla ribalta quando i democristiani tentarono nuovamente di eleggerlo sindaco, ma, sconfitto per soli venti voti a causa dei franchi tiratori, dovette rinunciare alla carica.

Rientrato nell'amministrazione comunale, pochi anni dopo la morte lo colse all'improvviso il 10 settembre 1969 quando ricopriva la carica di assessore alla Pubblica Istruzione nella Giunta Viale.

Per la sua lunga attività di docente nelle scuole elementari, venne anche insignito nel 1958 di un diploma di benemerenza di 1a classe con medaglia d'oro.

Alla sua memoria è stata infine intitolata la Scuola Elementare Statale di via Panizzi a Sanremo.


(fonte: A.Gandolfo-Vite di Sanremesi Illustri)