Scrittrice neozelandese
Nata il 14 ottobre 1888 in una famiglia benestante di Wellington, Nuova Zelanda, e cugina prima di Elizabeth von Arnim, pubblicò i primi racconti nel giornale del liceo locale tra il 1898 e il 1899.
Si trasferì a Londra nel 1902 dove frequentò il Queen's College.
Violoncellista di talento, inizialmente non era molto attratta dalla letteratura.
La Mansfield è nota soprattutto come autrice di racconti brevi, che iniziò a scrivere fra il 1906 e il 1908.
A Londra condusse una vita piuttosto sregolata, legandosi sentimentalmente ad almeno due donne, Maata Mahupuku e Edith Kathleen Bendall.
Nel 1909, dopo un frettoloso matrimonio non consumato con George Bowden, maestro di canto, fu spedita dalla madre nella stazione termale di Bad Wörishofen in Baviera. In seguito a questi eventi, fu diseredata dalla madre, Annie Beauchamp. Nel corso del soggiorno bavarese, tuttavia, lesse per la prima volta Anton Cechov, scrittore che avrà su di lei un impatto significativo.
Nel 1911, Katherine pubblicò la prima raccolta di racconti, "In a German Pension" (da lei poi descritta come "immatura") e venne in contatto con scrittori a lei contemporanei come David Herbert Lawrence, Virginia Woolf, e Lady Ottoline Morrell, mecenate vicina al Bloomsbury Group. Sempre nel 1911 conobbe il critico John Middleton Murry, che sposerà nel 1918 (anche se dopo la guerra ebbe una relazione con la giornalista Beatrice Hastings), stesso anno della pubblicazione di "Prelude" per i tipi della Hogarth Press.
Dopo aver contratto la tubercolosi nel 1917, inizia a trascorrere gli inverni all'estero, soprattutto in Francia e in Italia (Sanremo), senza trarne particolare giovamento.
Dal 1919 la sua produzione si arricchisce di un gran numero di recensioni, commissionatele dal marito Murry, nel frattempo diventato editor della rivista Athenaeum.
Due raccolte di racconti la consacrarono una delle voci più originali del Modernismo, Bliss (1920) e The Garden Party (1922).
La scrittrice trascorse gli ultimi anni della sua vita alla ricerca di una cura per la tubercolosi, consultando i medici più eterodossi, come Ivan Manoukhin, prima di recarsi, nell'ottobre 1922, all' "Istituto per lo sviluppo armonioso dell'uomo" di Georges Gurdjieff, a Fontainebleau, Francia, dove si sottopose a prove estreme e dove morì in seguito all'ennesima emorragia il 9 gennaio 1923. Fu sepolta nel poco distante cimitero di Avon.
Alla sua morte, Katherine lasciò un gran numero di prose inedite pubblicate da Murry, suo esecutore letterario, negli anni seguenti, fra cui "The Dove's Nest" (1923), e edizioni delle sue lettere e del diario. Nel luglio 2012 sono stati rinvenuti, presso il King's College di Londra, quattro racconti inclusi da Mondadori nell'ultima edizione di Tutti i racconti (2013).
Il soggiorno di Katherine Mansfield a Sanremo e in Riviera nell'autunno-inverno del 1919 è uno dei momenti finali della vicenda umana di questa grande scrittrice del Novecento. A Sanremo la giovane Katherine era giunta per trascorrere l'inverno nel clima caldo e soleggiato che avrebbe dovuto giovare alla sua malattia, la tisi, che si era rivelata pochi anni prima.
Dopo i numerosi viaggi che l'avevano portata in Inghilterra, in Germania e in Francia, il soggiorno sanremese iniziò sotto buoni auspici: allegra e ottimista, la Mansfield era rimasta colpita dai «tenebrosi» negozi di antiquariato dalle cui vetrine intravede «cose magnifiche» che le sue finanze non le permettono di acquistare ma che l'attraggono con i loro «bagliori d'argento e di rame».
Nota le «donne scure» che trasportano al mercato i crisantemi; «e tutta la città piena di fiori bellissimi». Le strade eleganti, i negozi curati, il cielo luminoso e i giardini lussureggianti le porgono la speranza della guarigione e di un futuro dove sia ancora possibile realizzare il suo progetto di vita.
Ne parlerà con entusiasmo al marito, per lettera. Dalla sua camera della Pensione Excelsior di Sanremo e poi dalla "Casetta" di Ospedaletti combatté la malattia leggendo e ascoltando musica. Ma soprattutto scrivendo.
Seguiranno presto giorni più tristi, piovosi e ventosi che, insieme ai sintomi della tisi e alla solitudine, la faranno ricadere nella depressione, che la porterà alla morte a Fontainbleau.
(fonti: Wikipedia con aggiunta di note tratte dal libro "Sanremo e l'Europa, l'Immagine della Città tra Otto e Novecento" a cura di Letizia Lodi; ediz. Scalpendi, 2018)