Filosofo, politologo, critico letterario
Nato a Tambov, nella Russia sud-occidentale, l'11 dicembre 1856 era destinato alla carriera militare per tradizione di famiglia per cui fu allievo nel corpo dei cadetti di Voronež.
Nel 1876, quando era studente all'Istituto minerario di San Pietroburgo aderì alla società segreta populista Zemlja i Volja ("Terra e Libertà") e partecipò alla manifestazione nella piazza di Kazan dello stesso anno.
Nel 1879, in occasione della scissione di Zemlja i Volja, Plechanov fu fra i fondatori del Cërnyj Peredel (la "ridistribuzione delle terre nere") che chiedeva la riforma agraria e pensava di ottenerla attraverso la propaganda e l'educazione dei contadini e perciò condannò la scelta della Narodnaja Volja di usare metodi di lotta terroristici.
Queste organizzazioni, appartenenti al movimento del populismo, si proponevano d'incentrare la lotta rivoluzionaria sull'azione contadina guidata dagli intellettuali.
La partecipazione a questi gruppi populisti costrinse Plechanov all'esilio a Parigi nel 1880. Per vivere svolgeva il lavoro di pubblicista: dopo aver collaborato con i "blanquisti" (seguaci di Louis-Auguste Blanqui), iniziò lo studio del marxismo divenendone un fervido propagandista. Il suo primo testo marxista fu l'introduzione alla seconda edizione in russo del Manifesto del Partito Comunista.
Emigrato poi a Ginevra nel 1883, fondò il gruppo "Emancipazione del lavoro", che fu la prima organizzazione marxista russa. In quello stesso anno Plechanov scrisse l'opuscolo "Il socialismo e la lotta politica", che fu considerato dalla generazione di Lenin come l'equivalente russo del Manifesto di Marx ed Engels.
Nei primi anni del Novecento si allontanò dal leninismo ritenendo necessaria in Russia una fase capitalistica.
Per curarsi dalla tisi in un clima meno rigido rispetto alla Svizzera, si trasferì a Sanremo nel 1908 dove la moglie, Rosalija Bograd, medico, aprì una casa di cura per la clientela russa presso villa Victoria, poi villa Le Repos.
La dottoressa Bograd a Sanremo era membro del Comitato per il soccorso degli emigranti russi (1912-1915) e della Società per l'aiuto agli emigranti ammalati a Sanremo.
Nel 1913 la coppia fu ospite di Maksim Gor'kij a Capri.
Plechanov tornò in Russia al tempo della rivoluzione del 1917, che non condivise, considerandola prematura e appoggiò i menscevichi di Kerenskij.
Aveva convinto la moglie a tornare in patria, nonostante il buon andamento della clinica sanremese, che fu liquidata nel 1919, dopo la morte del marito, avvenuta ad Jalkala, in un sanatorio nelle vicinanze di San Pietroburgo il 30 maggio 1918.
(fonti "Sanremo e l'Europa, l'Immagine della Città tra Otto e Novecento" a cura di Letizia Lodi; ediz. Scalpendi, 2018; Wikipedia )