8 - 1984 Intervento della Magistratura negli affari del Casinò e sempre problemi delle Amministrazioni comunali
Alcuni mesi dopo, nel maggio 1984, il giudice istruttore di Milano avrebbe disposto anche l'arresto del legale di Merlo, l'avvocato Aldo Ferraro, mentre il 15 gennaio dell'anno successivo sarebbe stato infine arrestato anche il conte Borletti.
Nel dicembre 1983 il ministero dell'Interno, constatato il dissolvimento della Giunta a causa dei numerosi arresti del mese di novembre, sciolse il Consiglio Comunale e nominò commissario ad acta per agli affari urgenti la funzionaria della Prefettura di Imperia Enrichetta Stefanolo, alla quale subentrò poco dopo il commissario straordinario Bruno Pastorella, che, coadiuvato dal sub commissario Gabriele Perreca, avrebbe retto l'Amministrazione Comunale fino alle elezioni del giugno 1984.
Nei primi mesi del 1984 Pastorella avrebbe quindi approvato il piano particolareggiato per le opere a terra di Portosole.
Nel mese di dicembre del 1983 il ministro dell'Interno Scalfaro nominò inoltre il dottor Ignazio Mongini commissario prefettizio del Casinò, mentre l'onorevole Emidio Revelli veniva incaricato dalla DC di vedere se fosse possibile procedere ad un rimpasto della maggioranza in Consiglio, oppure, nel caso contrario, di organizzare il partito in vista delle elezioni anticipate previste per il mese di giugno dell'anno successivo.
Le elezioni del giugno 1984 videro ancora una volta l'affermazione della DC, che ottenne 13 mila voti e quattordici consiglieri, contro i dieci consiglieri eletti per il PCI, mentre la lista indipendente di "Nuova Sanremo" conseguì nuovamente un discreto successo facendo eleggere cinque consiglieri.
Nel settembre 1984 il Consiglio Comunale elesse quindi sindaco il democristiano Leone Pippione, che varò una Giunta formata dai suoi compagni di partito Guido Goya al Turismo, Bruno Giri all'Urbanistica, Stefano Asseretto alla Floricoltura e Antonio Sindoni al Patrimonio, dal repubblicano Raffaele Canessa, che era anche vice sindaco, ai Lavori pubblici, dal socialista Carlo Conti ai Servizi Sociali, dal socialdemocratico Franco Solerio alla Polizia Urbana e dal liberale Ulderico Sottocasa al Bilancio.
Il 27 dicembre 1984, infine, Sanremo venne dichiarata zona sismica dagli esperti ministeriali, che ottennero anche il risultato di bloccare definitivamente il settore edilizio, ormai in piena crisi da diversi anni dopo il boom degli anni Cinquanta e Sessanta.
Nel luglio 1986 Pippione diede le dimissioni e venne riconfermato alla carica di sindaco a capo però di una Giunta che vide l'ingresso del socialista Carlo Conti in qualità di vice sindaco e assessore ai Lavori pubblici, del democristiano Gian Marco Cassini al Turismo al posto di Guido Goya, e dei due democristiani Agostino Carnevale e Andrea Gorlero, mentre i repubblicani passavano all'opposizione.
Nell'ottobre del 1987 Pippione si dimise nuovamente e venne poi riconfermato per un terzo mandato che durò fino alle elezioni amministrative del maggio 1989, che videro ancora una volta affermarsi la DC come partito di maggioranza relativa. Nel settembre successivo Pippione assunse per la quarta volta la carica di sindaco, che avrebbe tenuto fino al maggio 1990.
Dal maggio del 1990 al luglio dello stesso anno fece quindi le funzioni di sindaco Antonio Sindoni, finché non venne eletto sindaco il democristiano Onorato Lanza, che resse l'Amministrazione Comunale per due mandati consecutivi fino all'agosto 1992.