La chiesetta del Borgo
Le origini dell’attuale complesso parrocchiale dell’Annunciazione di Maria Vergine al Borgo risalgono alla metà del Settecento, quando, sul luogo dove oggi sorge la chiesa, venne eretta una modesta cappella con annessa canonica, sormontata da un campaniletto a vela. La decisione di costruire la chiesetta venne presa da alcuni fedeli della zona per onorare in modo più consono e adeguato l’effigie della Madonna, dipinta su una lastra in ardesia di un portale decorato a stucco di proprietà dei fratelli Borea, situato in località Tinasso inferiore, nella quale la Vergine appariva con le mani congiunte a metà busto e il capo leggermente reclinato su una spalla, circondata da alcuni cherubini aleggianti nel cielo in atto di adorazione.
La piccola chiesa divenne ben presto meta di continui pellegrinaggi e le sue pareti si riempirono in poco tempo di numerosi ex voto a testimonianza delle molte grazie ricevute dai fedeli. Fu così che, per divulgare ulteriormente il culto della Vergine del Borgo, vennero edificati lungo il tragitto che dalla porta di San Giuseppe conduceva al sagrato della chiesa, quindici tabernacoli accanto ai muri, sui quali furono dipinti i misteri del Rosario.
Dal momento che la limitata capacità interna della chiesa non era più sufficiente per contenere il sempre più crescente numero di fedeli che desideravano partecipare alle sacre funzioni, il senatore Ernesto Marsaglia affidò all’ingegnere Pietro Agosti l’incarico di studiarne un notevole ampliamento insieme all’architetto Gussoni di Torino. Nello stesso tempo si aprirono sottoscrizioni e furono organizzate aste di beneficenza allo scopo di raccogliere i fondi necessari per i lavori di ingrandimento della chiesa, ai quali contribuì pure la regina Margherita che inviò una coppia di vasi in porcellana azzurra di Sèvres.
Il progetto predisposto da Agosti e presentato nel 1908, prevedeva anche la realizzazione di una grande arteria di comunicazione che doveva unire in linea retta il litorale marino, attraverso gli attuali corso Mombello, via Feraldi e via Martiri della Libertà, con il piazzale del santuario della Madonna del Borgo. Nel corso dei successivi lavori il corpo dell’edificio, leggermente avanzato sul piazzale, fu armonizzato con la struttura preesistente con le volte a vela e lesene ornate di capitelli che reggevano la cornice di coronamento.
Per mancanza di fondi, l’esterno venne lasciato con la precedente copertura di pietre a vista, mentre al di sopra del rosone centrale fu posto, sotto la congiuntura del tetto a falde, un bassorilievo raffigurante la Madonna, realizzato nel 1900 dallo scultore e decoratore piemontese, ma sanremese d’adozione, Giovanni Bagliani.
Interrotti i lavori a causa della prima guerra mondiale, il cappellano del santuario don Costanzo Scarella, deceduto nel febbraio 1918, venne sostituito da don Ferruccio Piggioli, che incaricò le signore Maria Bottini e Maria Modena di raccogliere oblazioni dei fedeli per poter realizzare finalmente il completo ingrandimento della chiesa, che avrebbe assunto l’attributo di «tempio votivo per la Pace».
Accantonato il progetto Agosti, furono interpellati gli architetti Carlo e Giovenale Gastaldi, che predisposero vari progetti, ma che poi rifiutarono l’incarico a causa di profonde divergenze sorte con don Piggioli in merito alla loro intenzione, non accolta favorevolmente, di conservare il vecchio santuario nella stessa posizione dove era stato eretto alla metà del Settecento.
Alla fine si decise di demolire completamente l’antica cappella e al suo posto venne eretta nel 1922 una piccola chiesetta intitolata sempre alla Madonna del Borgo, che tuttavia, data la precarietà delle sue basi, minacciava di crollare già pochi anni dopo la sua costruzione. Si tornò allora a parlare di rifacimenti e anche in questa occasione gli amministratori della chiesa si rivolsero a un tecnico, l’ingegner Domenico Parodi, per l’elaborazione di un nuovo progetto di consolidamento e ampliamento della struttura.
In seguito, considerato il notevole aumento del numero dei fedeli del quartiere, il vescovo di Ventimiglia Rousset decise di accogliere le richieste della popolazione di poter usufruire dell’assistenza religiosa di un sacerdote, e, con decreto del 3 marzo 1959, eresse la chiesa del Borgo a parrocchia, affidandone la gestione a don Vittorio Marteletti, che ne fu primo parroco dal 1959 al 1986, il quale, impossibilitato a poter svolgere il suo ministero nella vecchia chiesa ormai pericolante, avanzò la proposta di ricostruire la nuova chiesa in prossimità della sottostante strada carrozzabile.
Demolito il vecchio edificio sacro, venne quindi affidato al geometra Giorgio Maiano l’incarico di progettare e dirigere i lavori della nuova chiesa, che fu realizzata in stile neogotico in un solo anno e solennemente benedetta il 18 giugno 1961.
Negli anni immediatamente successivi il complesso venne poi ultimato con la realizzazione del campanile, della sacrestia e delle opere parrocchiali. All’interno della nuova chiesa si segnala infine la presenza, sul lato sinistro della navata centrale, di un dipinto raffigurante la Madonna, realizzato da un ignoto artista della Liguria occidentale nel corso del XVIII secolo.
(testi: Andrea Gandolfo; Ernesto Porri - Fonti immagini: archivio personale; WEB)