L'Oratorio e le reliquie di San Faustino

San Costanzo

L'Oratorio visto di lato prima del terremotoSituato nell’omonima piazza del quartiere della Pigna, questo oratorio rappresenta uno dei più antichi edifici sacri della città, costruito sui resti di una chiesa andata in rovina nel XVI secolo: era la chiesa dei Santi Pietro e Paolo ubicata sotto le mura dell’antico Castello e citata in un documento del 1297.
Era costume dei cittadini di Sanremo, riunirsi nelle chiese nei casi difficili, per deliberare. Nella più antica, dedicata appunto ai Santi Pietro e Paolo furono stipulate, redatte e giurate forse le prime Leggi, compendiate in seguito negli Statuti.



L'oratorio volto a ponente nel 1885 La nuova chiesa venne edificata, con tipico stile barocco nel corso del XVII secolo con la facciata rivolta a ponente e dopo l’arrivo delle reliquie di san Costanzo, costituite da parte di un braccio racchiuso in una teca d’argento e da una mandibola inserita in un busto argenteo del santo (in realtà “corpo santo” di un defunto delle catacombe cristiane, forse neanche martire, al quale spetta devozione per essere uno dei primi credenti in Cristo), la chiesa assunse il titolo del martire tebeo, verso il quale il popolo sanremese nutrì sempre una particolare devozione per il potere che gli si attribuiva di preservare dalle febbri violente.


La chiesa odiernaNel 1655 i priori dell’oratorio chiesero al Consiglio della Comunità l’autorizzazione ad effettuare alcuni lavori di ingrandimento dell’edificio, che assunse così la tipica fisionomia di una chiesa barocca dalla classica facciata a vela con fastigio curvilineo, ricercate volute e abbondanti decorazioni in stucco.
Non esistono molti documenti a riguardo ma grazie ad immagini e descrizioni, si conosce l’esito di questa sistemazione, tipicamente barocca.


La zona di San Costanzo dopo il terremotoNel 1694 la confraternita dell’oratorio commissionò a Daniele Solaro (1634-1699), un altare per l’edificio sacro, che il sodalizio desiderava fornito di statue e caratterizzato da un accentuato dinamismo barocco. Ma l’artista, che era stato scelto proprio per la sua preparazione particolarmente all’avanguardia, non onorò gli impegni assunti inducendo i committenti a rivolgersi a un altro scultore, Ambrogio Franzone (notizie XVIIII secolo), che portò a termine l’opera iniziata da Solaro, senza tuttavia soddisfare pienamente la confraternita.



La cima della Pigna con macerie e senza la chiesaLa Chiesa ricostruita visibile tra le macerie.Dopo il disastroso terremoto del 23 febbraio 1887, che demolì gran parte delle case nella parte alta della Pigna, l’oratorio venne demolito nel 1888 e ricostruito nel 1897 mutando il proprio orientamento, che assunse una disposizione verso levante, come era forse quella della chiesa precedente e come possiamo vederlo oggi.

Nell’edificio è tuttora incorporata un’antichissima torre di guardia per l'avvistamento delle navi barbaresche, che si può ancor oggi distinguere nel gruppo di case sorte dove un tempo si ergeva il palazzo degli Arcivescovi genovesi, poco distante dalla dimora del Podestà Luca Spinola.


Il lavatoio nel 1903Il lavatoio prima del terremotoAll'esterno della Chiesa, quasi nascosta dalle case precedenti al terremoto, c'era un lavatoio pubblico al quale venivano per il lavaggio dei panni gli abitanti del borgo. Dopo il sisma il lavatoio fu sitemato più a lato, sotto i giardini, con i panni stesi ad asciugare lungo il bordo di sostegno.

La chiesa ed il lavatoio con in mezzo i panni stesi                                                                                     La Chiesa agli inzi del '900 con i panni stesi


Vista sulla parte superiore della chiesa dai Giardini Elena
L'interno della ChiesaAll’interno si segnala l’altare marmoreo policromo della fine del Seicento, recuperato dalla vecchia chiesa, situato nella zona presbiteriale e sormontato da due slanciate colonne che racchiudono la tela con il Martirio di san Costanzo di Domenico Piola (1627-1703), oltre ad un artistico organo con castello ligneo e parti dorate in oro zecchino e a due dipinti settecenteschi di ambito italiano, raffiguranti rispettivamente un Angelo con tromba e panno azzurro e un Angelo con tromba e panno arancio, sistemati sul palco dell’organo nella controfacciata dell’edificio.

Nel 2008 è stata restaurata la Pala d’Altare dedicata al martirio di San Costanzo di Domenico Piola.
Sempre nel 2008 è stato restaurato anche l’organo, del 1721, opera del sanremasco Francesco Giordano.


Nel 2011 oltre al rifacimento della facciata, è stato portato a termine il ripristino dell’impianto elettrico e degli interni.
Da allora si svolsero manifestazioni culturali e musicali con l'intento di raccogliere fondi per i lavori già fatti e, come si auspica il parroco don Pietro Rossi – nella speranza, in avvenire, di poter "consolidare l’Opera con il restauro del grande Crocifisso e delle due statue della Vergine degli Angeli e di San Leonardo, attualmente custodite altrove".

San Faustino


Nei secoli scorsi capitava con molta facilità che in occasione di particolari servizi resi da sacerdoti o da laici a favore della Santa Sede, il Pontefice stesso donasse al benemerito una porzione o l'intero corpo di un Martire sepolto in una delle numerose catacombe romane. Così è avvenuto per i resti mortali di S. Faustino custoditi, dalla metà del XVIII secolo, nell' Oratorio di S. Costanzo.

La teca con le reliquie di San FaustinoNel 1743, come si apprende da documenti conservati nell'archivio Parrocchiale di S. Giuseppe, frà Leonardo da Porto Maurizio otteneva dal Papa Benedetto XIV Prospero Lambertini, il corpo e un'ampolla contenente il sangue del Santo Martire.

Il vaso di vetro racchiudeva anche una rosa perfettamente conservata. Probabilmente Papa Lambertini volle ricompensare frà Leonardo da Porto Maurizio per la sua intensa opera di predicazione e di diffusione del pio esercizio della "Via Crucis" con il dono di una insigne reliquia tratta dalla Catacomba di Santa Priscilla.

Non è chiaro il motivo che spinse il Frate di Porto Maurizio ad inviare le reliquie di San Faustino a Sanremo proprio nell'Oratorio di S. Costanzo.
Comunque da quegli anni la bella chiesetta ne ospita i sacri resti e la Città dei Fiori, appreso che S. Faustino era un floricoltore, prima di entrare nelle schiere delle Legioni romane ed essere martirizzato per la sua fede in Cristo, volle riconoscerlo protettore della floricoltura.

(testi elaborati da vari Autori; fonti immagini: pesonali e dal Gruppo)