Verezzo nella zona della Parà

L'Oratorio visto di fiancoLa chiesa venne costruita nell’omonima borgata della frazione di Verezzo nel 1633 sulle fondamenta di una piccola chiesetta dedicata a san Donato Martire eretta nel 1556 a ricordo della vittoria dei sanremesi e dei valligiani nella battaglia della Parà o di Poggio Radino, del 7 agosto 1543 contro i pirati barbareschi. Il luogo dove erigere la nuova chiesa fu peraltro oggetto di aspre controversie in quanto alcuni la volevano sul piano chiamato la Rossa, altri invece più sotto, vicino alla strada pubblica sul piano detto dei Sartori.

Alla fine venne deciso di costruirla nel sito dove esiste tuttora, un luogo particolarmente elevato da dove si può infatti agevolmente scorgere il mare e tutta la valle. Nel 1718 il vescovo di Albenga Fornari concesse che nella chiesa si seppellissero i morti e si potesse adorare il Santissimo Sacramento, come si usava nelle chiese parrocchiali, anche se la chiesa rimaneva ancora affiliata alla collegiata di San Siro. Nello stesso anno l’edificio sacro fu ingrandito con due cappelle laterali, mentre veniva conferita al curato la facoltà di celebrare tutte le funzioni che si tenevano nelle chiese parrocchiali, con l’impegno però di comunicare al prevosto di San Siro la nota dei morti, dei battezzati e dei matrimoni, affinché quest’ultimo potesse registrarla sul libro parrocchiale di Sanremo. Gli abitanti di Verezzo erano inoltre tenuti a soddisfare il precetto pasquale nella chiesa di San Siro e a corrispondere quattro libbre e mezzo di cera per i servizi prestati dal prevosto e dai quattro canonici.

Nel 1750 fu realizzato l’altare maggiore in marmo, mentre nel 1836 l’edificio venne ulteriormente ampliato. All’interno si conservano tra l’altro la grande pala d’altare Madonna con Gesù Bambino e santi, collocata sopra il coro nella zona absidale, realizzata dal sanremese Bartolomeo L'Altare marmoreoGazzano forse entro gli anni Trenta del Seicento, influenzata vagamente dallo stile di Domenico Fiasella e di Cesare Corte, e restaurata da Frank Vigliani nel 1994 sotto la direzione di Bruno Ciliento e Franco Boggero; una tela raffigurante la Madonna del Rosario e santi, attribuibile ad un ignoto pittore della Liguria occidentale del Settecento, posta nella parete di fondo sopra l’altare della terza cappella sul lato destro della navata centrale e restaurata da Vigliani nel 1999; il dipinto la Vergine Immacolata e santi e la tela Madonna del Suffragio e santi, realizzata nella Liguria occidentale nel corso del XVIII secolo e collocata sulla parete di fondo sopra l’altare sul lato sinistro della navata centrale.

Altre opere significative della chiesa sono il dipinto raffigurante la Madonna Addolorata e sante, realizzato nel 1839 da L. Capoduro e posto nella parete di fondo al di sopra dell’altare della seconda cappella sul lato sinistro della navata centrale; due tavole con i Misteri del Rosario, situate rispettivamente all’esterno della parete destra e di quella sinistra della terza cappella sul lato destro della navata centrale; un dipinto nel quale è effigiata un’Incoronazione di spine, dovuta ad anonimo artista ligure del XVIII secolo e collocata al centro della parte superiore dell’intradosso della terza cappella sul lato destro della navata centrale; e quattordici tele di piccole dimensioni, realizzate alla fine del Settecento o nella prima metà del secolo successivo in Liguria, facenti parte del ciclo della Via Crucis e restaurate nel laboratorio di Frank Vigliani in occasione del Giubileo del 2000.

Panorama sulla ChiesaAll’interno sono custodite anche una statua di sant’Antonio da Padova, realizzata da ignoto artista ligure nel XIX secolo e posta davanti a una lesena sul lato sinistro della navata centrale, e una statua di san Donato, anch’essa scolpita in Liguria nell’Ottocento e collocata all’esterno del lato sinistro della terza cappella sulla parte destra della navata centrale. La chiesa è dotata inoltre di un organo costruito dalla ditta di Nicomede Agati di Pistoia nel 1865, successivamente restaurato e riportato allo stato originario dalla ditta Marin Parodi di Genova. Lo strumento è stato inoltre scelto per essere suonato al prestigioso Festival europeo di Musica classica per organi antichi.
L’arredo dei candelieri dell’altare maggiore, decorato con intarsi di marmi pregiati, è stato invece restaurato dalla ditta artigiana Bessone di Saluzzo.

Nel 2002 è stato sostituito l’impianto di ingresso, divenuto ormai fatiscente, con portali e impianto fisso, in legno massiccio di noce, ad opera della bottega artigiana saluzzese Sasia. L’interno della chiesa è stato affrescato tra il 1913 e il 1919 dal pittore Arneri, poi completato da un nuovo ciclo di affreschi realizzato nel 1945 da Rocco Beltrame, mentre l’apparato decorativo della chiesa è stato completamente restaurato dal decoratore Mauro Ghisi tra il 1989 e il 1991.

(fonti testi: Andrea Gandolfo; Ernesto Porri; foto: dal Web e archivio Foto del Gruppo)

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