Villa chiamata anche "Degli Ufficiali"
La villa, costruita nel 1901 nella zona di corso Inglesi già occupata da un'antica torre antibarbaresca, su progetto di Pietro Agosti, al quale era stata commissionata dal colonnello inglese Morgan Deril-Jumple Thorn, che l'aveva denominata inizialmente Villa Agnese in onore della moglie, baronessa Agnese di Groppello, e che poi ne mutò il nome in quello attuale.
L'edificio, la cui facciata principale è vivacizzata dalla torretta centrale, logge e terrazze varie, è sormontata da un tetto ricoperto da tegole curve di maiolica policroma, mentre nel vasto parco circostante, in cui prosperano alberi secolari, tra cui pini, cedri, ulivi, abeti, olmi, cipressi, e fiori di tutte le specie, è collocata una pregevole fontana in bronzo (oggi rubata), disegnata dallo stesso Agosti e strutturata a tre vasche sovrastanti con cavalli marini, faunetti e una statua del dio Nettuno alla sommità della costruzione.
Negli ambienti interni si sono conservate le fastose decorazioni d'epoca con pavimenti di marmi policromi nel grande salone di rappresentanza, legno di noce nei vari salotti, mobili, camini, dipinti,affreschi e stucchi in oro zecchino splendidamente conservati ad ornamento delle diverse sale.
Nell'atrio due colonne marmoree sorreggono l'imponente scalinata divisa in due rampe che si appoggiano alle pareti laterali.
Nel 1912 il colonnello Deril-Jumple vendette la villa al suo connazionale Thomas Lunbram Boyd, un facoltoso commerciante di origine scozzese, che svolgeva allora le mansioni di medico curante della numerosa colonia britannica locale.
Tra le opere d'arte custodite nella villa si segnalano tra l'altro il dipinto ad olio "Cacciata dal Paradiso" di Gustave Doré (1832-1883), la "Battaglia di Sédan" del Pichat, il quadro ad olio "Baia" del Bacher-Smith, una riproduzione in marmo di dimensioni medie del capolavoro di Antonio Canova "Amore e Psiche", due statue in marmo di Carrara raffiguranti altrettanti nudi femminili scolpiti dal Poison nel 1866, busti marmorei di antichi romani e di Giovanna d'Arco, preziosi lampadari, soprammobili di valore, candelabri di cristallo, due ritratti ad olio dei coniugi Thomas e Julia Catherine Boyde, oltre a vari caminetti marmorei di stile barocco, di cui uno rarissimo in marmo nero.
Morendo nel 1931, Boyd lasciò in eredità la villa e tutta la proprietà alla figlia lady Daisy, vedova di sir Hasgille Ogle, la quale, il 29 marzo 1934, presso la sede del Consolato d'Italia a Londra, la donò con tutti gli arredi a Mussolini, quale pegno per la profonda ammirazione e riconoscenza che ella nutriva nei confronti del capo del governo fascista, il quale rinunciò tuttavia a farne uso personale e ne dispose la donazione al Demanio dello Stato, perché fosse destinata a Casa di riposo per ufficiali in pensionati e privi di famiglia, e assegnata in uso perpetuo all'Istituto nazionale di beneficenza "Vittorio Emanuele III".
Ancora fino a poco tempo fa, la villa continuava ad ospitare numerosi ufficiali in pensione, mentre nel 1936 era stata eretta nel parco una nuova dependance per consentire il soggiorno nella struttura ad un maggior numero di ufficiali.
Il complesso fu acquisito qualche anno fa dal Demanio del Ministero della Difesa e da allora è sempre chiuso, anche se sembra che la gestione sia stata affidata all'UNUCI ( Unione Nazionale Ufficiali in Congedo Italiani).
Visivamente oggi l'abbandono è deprimente.
(fonti: Andrea Gandolfo "Guida al Patrimonio Artistico"; immagini da archivio privato)
Filmato LUCE che parla della residenza per Ufficiali appena costituita