Un palazzo signorile nel centro della Città

La costruzione del palazzo venne intrapresa negli anni Settanta dell’Ottocento dal marchese Camillo Pallavicini nell’allora via Vittorio Emanuele II all’angolo di via Gaudio (attuale via Matteotti con entrata Il Palazzo Pallavicini, lato su via Piaveprincipale al civico 178) per dotare la sua famiglia di una residenza di prestigio nel centro della città.

Il Palazzo visto dal lato di via GaudioPer la realizzazione dell’edificio furono presentati due progetti: uno predisposto dall’ingegnere savoiardo Adolfo Quentin il 25 marzo 1871, e l’altro proposto dall’ingegnere genovese Nicolò Bruno il 14 marzo 1876.

Nel primo era evidente il ricorso a soluzioni architettoniche piuttosto leggere tipiche della struttura urbanistica di Parigi e più ancora della Costa Azzurra, caratterizzate dall’impiego di grandi superfici vetrate al piano terreno, ideali per accogliervi eleganti negozi e ristoranti, con applicazioni decorative risalenti alla prima architettura del ferro.

Il progetto varato dall’ingegner Bruno, già autore di importanti edifici a Genova e Trieste, prevedeva invece l’edificazione di un palazzo contraddistinto dal bugnato liscio e da un’impostazione architettonica di matrice neorinascimentale, visibile soprattutto nelle forme particolarmente austere ed essenziali della severa e imponente facciata.

Il Palazzo visto da via MatteottiAlla fine risultò più consona e rispondente alle esigenze di rappresentanza desiderate dal marchese Pallavicini la soluzione proposta dal Bruno, che tra l’altro era perfettamente in linea con la sempre più diffusa tendenza a considerare via Vittorio Emanuele come il “salotto buono” della città, profondamente diverso dal boulevard marittimo che andava proprio allora affermandosi nei centri turistici costieri.

Via Mattetotti col Palazzo Pallavicini più avantiDopo l’approvazione definitiva del progetto da parte della Deputazione provinciale di Porto Maurizio il 31 maggio 1876, l’edificio venne portato a termine nel corso del 1877, mentre l’anno successivo il Pallavicini fece aprire sul fianco occidentale del suo palazzo l’attuale via Piave.
Nei primi anni dopo la sua costruzione la residenza dei Pallavicini era conosciuta soprattutto per il fatto di ospitare al pianterreno un «gabinetto di lettura» fornito dei più celebri e prestigiosi quotidiani stranieri del tempo e di una grande sala destinata alla conversazione e ad attività ludiche.

Attualmente lo stabile è adibito a sede di vari esercizi commerciali e ricreativi, uffici, alberghi ed abitazioni private.

(fonti: testo di Andrea Gandolfo; immagini da Archivio privato)