Palazzo di una delle famiglie nobiliari di Sanremo

Altro disegno colorato a mano con una disposizione diversa dei giardiniIl palazzo venne fatto erigere a partire dal 1720 dalla nobile famiglia Roverizio, originari del vicino borgo di Ceriana, che ebbero il titolo di Conte di Roccasterone (feudo nell'entroterra di Nizza) nel 1722 dal primo re di Sardegna, Vittorio Amedeo II, su un terreno situato lungo l'antica via Imperiale (l’attuale via Palazzo), diventata nel frattempo l’asse portante della nuova espansione edilizia della città.

Il Palazzo alle origini aveva sul retro dei giardini che si estendevano fino al mare con fontane e disposizioni varie di prati erbosi e siepi, e col passare del tempo anche questi subirono diversi cambiamenti.

Via Escoffier con in fondo il Palazzo RoverizioNel 1842 il conte Stefano Roverizio di Roccasteroneper realizzare un collegamento con il quartiere del Piano alternativo a quelli rappresentati dalle attuali vie Cavour, Massabò e Corradi, offrì al Comune la Il passaggio attraverso il quale da via Palazzo si poteva raggiungere la perte sud del Palazzo con i giardinipossibilità di aprire una vasta piazza nei giardini ubicati sul retro del suo palazzo, anche per sistemarvi un mercato rionale, e di ricavare un passaggio attraverso l’atrio al fine di porre in comunicazione via Palazzo con la «via Traversa» allora in fase di messa a punto (quella che diverrà via Nuova e poi via Vittorio Emanuete, attuale via Matteotti).

 

Via Vittorio Emanuele con il portale che dava sui  giardini Roverizio
La proposta venne quindi accolta dal Consiglio comunale, che del resto aveva già previsto la piazza nel piano regolatore urbano predisposto nel 1840 dall’ingegnere Francesco Verdese.

Alla fine dell'800 si poteva ancora vedere il muro che delimitava i giardini con il portale d'accesso su via Vttorio Emanuele, affiancato da due colonne.


«Il portone forato» dal quale si intravede la porta su via EscoffierScomparsi successivamente i giardini e la piazza, sostituiti dall’attuale via Escoffier con gli edifici che vi si affacciano, il passaggio comunicante con via Palazzo rimase aperto ed è tuttora soprannominato dai sanremaschi «u pòrtegu sgarbu», ossia «il portone forato», una definizione già utilizzata per il portone del palazzo di via Montà, antica sede del Tribunale Vista sghemba sulla facciata di via Palazzodel Commercio.

La facciata principale si presenta come una superficie semplicemente intonacata senza alcun tipo di decorazione particolarmente evidente e con le finestre realizzate in forma affilata.



Il fregio nobiliare della Famiglia sopra il portale di via PalazzoIl grande portale che si affaccia su via Palazzo è sormontato dall’emblema gentilizio marmoreo della famiglia dei conti Roverizio, che erano imparentati con i Della Rovere di Savona, che diedero alla Chiesa due papi, Sisto IV e Giulio II.

Il portale d'accesso da via Escoffier al passaggio ferso via PalazzoIl passaggio da via Palazzo a via Vittorio Emauele, divenne uno spazioso atrio scala verso il retro dell’edificio, la cui facciata posteriore, corrispondente all’accesso sull’odierna via Escoffier, venne sistemata sotto l’aspetto architettonico con la realizzazione di ordini sovrapposti di lesene.
La moderna pitturazione esterna ha nascosto il carattere delle sue origini settecentesche.

L'ingresso ai piani superiori dall'inizio del passaggio venendo da sudLa prima rampa dello scaloneLa seconda rampa dello scaloneDal portico si accede al piano nobile del palazzo con una serie di gradoni ed un portoncino che, tramite due rampe di scale con gradoni in Atrio superiore all'arrivo della scalinata e che porta alle sale internemarmo nero con colonnine portanti decorate, conduce alll'atrio d'ingresso al piano, con sopra la porta d'entrata un busto in nicchia, decorazioni a stucco alle pareti e sul quale si aprono gli alti finestroni che, insieme alle lesene di ordine dorico, danno slancio alla facciata meridionale del Palazzo.

Salone con la volta ornata da un dipintoSalone con decorazioni a stucco ortogonaliL’interno del palazzo è arricchito da un pregevole altare e da alcuni cicli dipinti realizzati tra Sette e Ottocento, tra i quali l’affresco di gusto neoclassico con Orfeo che trae Euridice dall’Oltretomba sulla volta di un salotto, un altro affresco raffigurante il Trionfo di Bacco e un Crocifisso secentesco del Sarzana.

Altro salone, con la volta affrescataAltre sale e saloni ricche di decorazioni a pareti e volte, ed affreschi.

Volte del salone decorata con stucchi

 

Ai primi del secolo scorso lo stabile fu venduto e destinato in parte a struttura scolastica e in parte a locali occupati da appartamenti privati.

Targa del Centro Sociale per AnzianiIl palazzo ospita oggi la sede del Centro sociale comunale per anziani “Lina Lanteri”.


(fonti: testi di Andrea Gandolfo e vari; immagini da Archivi privati)