Indice articoli

Le attività per la cura dell'Igiene e della Sanità cittadine 

Le pandemie ed i rimedi per farvi fronte

Tra il 1870 e il 1915 Sanremo aveva abbandonato la sua caratteristica di ordinario villaggio di provincia trasformandosi in cittadina turistica di fama internazionale.
Francesco CrispiCerto quella igienica era una delle principali questioni da risolvere per tutti i centri italiani all'indomani dell'unificazione del Regno d'Italia e Sanremo non faceva eccezione.

Nella relazione di presentazione della Legge Crispi sull'igiene e la sanità pubblica del 1888, nota come "Codice Sanitario Nazionale" che rendeva obbligario dotarsi, da parte delle Amministrazioni Comunali, di un Regolamento d'igiene, si legge che 6.400 comuni italiani mancavano anche dei più semplici tronchi fognari, in 1.148 non esisteva un servizio di nettezza urbana, in 1.350 i rifiuti urbani venivano raccolti semplicemente nei cortili, in 1.286 tutte le abitazioni erano prive di latrine, in 741 lo scolo delle acque luride era assicurato solo in caso di pioggia.
E vent'anni più tardi nonostante i risanamenti compiuti, la situazione appariva solo parzialmente migliorata.

Nella seconda metà del XIX° secolo, per le città, come per le stazioni climatologiche come Sanremo, quella igienico-sanitaria era una questione decisiva, la cui risoluzione non poteva essere rimandata né protratta nel tempo.

Medico che cura in maniera empiricaRagione per cui, nei programmi delle varie Amministrazioni comunali, era da risolvere il problema delle misure da intraprendere per prevenire le malattie infettive che decimavano la popolazione e che infestavano l'Europa del XIX secolo.
Le più cruente erano il colera ed il vaiolo, ma causa di mortalità erano anche la tubercolosi, la sifilide, il morbillo, la scarlattina, la difterite, il tifo e la lebbra.
In quel tempo non esistevano strutture ospedaliere specialistiche capaci di affrontare questi tipi di pandemie, erano più che altro delle cure empiriche anche se i medici di allora si prodigavano al limite delle loro capacità.

La lebbra

Un discreto numero di lebbrosi, erano presenti a Sanremo già dal XVIII° secolo, probabilmente frutto dei traffici marittimi con l'Oriente o discendenti di ammalati sbarcati "in antiquo" da qualche vascello saraceno e, abbandonati sulle coste vicine, senza una fissa dimora, vaganti ed elemosinanti per le vie della città, erano uno spettacolo ben poco edificante.

Re Carlo AbertoGrazie al Re Carlo Alberto, di passaggio nel 1853 a Sanremo in occasione di un suo viaggio a Nizza, fu da lui elargita una cospicua somma per la modifica di una Il Santuario della Madonna della Costa e, a sinistra, parte dell'Ospedale Maurizianoparte dell'ex Convento di San Nicola, nei pressi del Santuario della Costa, per adibirlo, grazie all'architetto piemontese Ernesto Camous, in lebbrosario, per ospitarvi e curarvi questi infelici.
In seguito, nel 1858, Vittorio Emanuele II, essendo diventato ormai insufficiente il vecchio ospedale napoleonico situato nel vecchio convento a fianco della chiesa degli Angeli (ex Distretto militare), fece destinare la rimanente parte dell'edificio a ospedale dandolo in consegna all'Ordine Mauriziano. Sanremo solo da quel momento ebbe un vero e proprio ospedale che sarebbe servito enormemente per gli eventi successivi.


Spazzatura della strada con una foglia di palmaA Sanremo, sin dagli anni venti, veniva eseguito un servizio di pulizia dell'abitato. Concesso in appalto a ditte private o gestito in economia dalla municipalità, questo servizio si riduceva allo "spazzamento" delle principali strade pubbliche. La sua efficienza lasciava però molto a desiderare, in ragione soprattutto del fondo sterrato delle vie urbane.
L'opera di "selciatura" e di "lastricamento" che a cominciare dagli anni sessanta fu portata avanti contribuì a migliorare le condizioni igieniche delle strade, che permasero comunque molto polverose.


Dopo la costruzione, nel 1828, dell'Acquedotto Carli voluto dal sindaco Carli, le più importanti vie pubbliche iniziarono così ad essere "annaffiate", anche se con molta parsimonia e troppo raramente, ma la modestia dell'approvvigionamento idrico cittadino non permetteva in quegli anni migliori prestazioni.

Da una relazione della Giunta Municipale al Consiglio Comunale del 31 maggio 1867 si legge che, « quand'anche l'Amministrazione v'abbia posto assidue cure e qualche cosa si sia ottenuto riguardo alla nettezza delle principali strade della Città, ciò nullameno non le è stato dato di procurare una consimile nettezza nelle parti montuose della stessa, né di far cessare gli inconvenienti che si lamentano quanto al trasporto delle immondezze, causa forse di ciò lo scarso numero delle Guardie Comunali e le inveterate poco lodevoli abitudini in proposito di gran parte di questa nostra popolazione ».

Le Malattie veneree

Per questo problema, nell'ambito degli Uffici Sanitari, esercitavano la loro professione i "medici visitatori", cui spettava il controllo sanitario della prostituzione.

L'8 luglio 1869 il Ministro dell'Interno si rivolge al Prefetto con questa inconsueta raccomandazione:
« Consta al sottoscritto che in taluni uffici sanitari i medici visitatori ammettono assistenti medici o studenti in medicina, o si valgono di supplenti volontari alla visita in caso di loro assenza. E' intendimento del Ministero che il servizio di visita delle prostitute sia fatto esclusivamente e personalmente dai medici visitatori, e senza intervento di estranei, altrimenti sarebbero inutili le guarentigie di concorso, di capacità e di moralità personale con cui si è circondato questo delicatissimo servizio. Nei casi poi nei quali fosse indispensabile far supplire un medico visitatore temporaneamente, per giustificata assenza o regolare congedo, i soli Prefetti devono provvedervi d'uffizio ».

Durante una seduta del Consiglio Comunale di Sanremo sono mosse critiche sul servizio dei due medici dell'Ufficio d'Igiene: il consigliere Gio.Bernardo Calvino accenna « al modo irregolare in cui vengono rilasciati i certificati di decesso, ossia le relazioni delle visite necroscopiche, constatando che, per i decessi che avvengono nelle campagne, si rilasciano bensì le relazioni di visita, ma le visite non si fanno; e le relazioni vengono quindi rilasciate in base alla semplice denuncia dei parenti del defunto, avvalorata tutt'al più dal concorso di due testi presi lì per lì; soggiungendo che qualche volta perfino, per togliersi più presto il morto di casa, nella denuncia lo si fa morire varie ore prima, di quella in cui spirò; il che costituisce certamente un fatto, un abuso, della massima gravità ».
La Giunta Municipale viene incaricata di dare in tempo utile la "disdetta" ai due medici attualmente in carica e di avanzare proposte per la ristrutturazione del servizio.