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1 - Il Colera e il vaiolo

Epidemia di colera del 1832Negli anni a metà del XIX° secolo, Sanremo era stata presa di mira due volte dal colera, dapprima nel 1837 e poi nel 1854, una volta dal tifo nel 1846 e una volta da un'epidemia vaiolosa nel 1829, anni in cui si registrarono numerosi morti.
Sanremo era comunque uscita miracolosamente indenne dall'epidemia di colera asiatico che nel triennio 1865-67 aveva colpito duramente Marsiglia, Nizza e Genova.

Negli anni del decollo turistico della Riviera (vedi Storia del Turismo) il colera appariva ancora, tra le malattie ricorrenti, il più problematico, innestando infatti paurose spirali di morte e allo stesso tempo screditava sul piano igienico le città colpite, per le cause che si credeva lo producessero.

Erano ipotizzate due teorie sulle cause.
La prima riteneva che fossero i "miasmi" derivati da una cattiva pulizia, ed auspicava l'intervento municipali per mantenere la pulizia nelle case e nei cortili, ordinando la rimozione delle immondizie gettate nei prati e nelle strade, rendendo più efficace il servizio di nettezza urbana, lavando vie, canali di scolo e condotti fognari, distribuendo acqua a sufficienza, razionalizzando il sistema di evacuazione delle materie fecali.

La seconda, era più moderna e scientificamente più corretta e già parlava di piccoli organismi viventi che attaccavano l'uomo ammalandolo e rendendolo portatore della malattia. Gli infetti avevano la facoltà sia di contaminare sostanze sane, sia di contagiare direttamente altri individui, quindi ritenevano che per prevenire le epidemie bisognasse lavorare sul piano sanitario con l'isolamento delle persone colpite, la disinfezione delle case degli infetti, la distruzione delle derrate alimentari provenienti da luoghi colpiti da colera, il divieto di trasferimento di individui e cose durante i periodi di allarme.
Robert Koch

Luois PasteurQuando, negli anni ottanta, Koch isolò il bacino portatore, dimostrando la validità scientifica della teoria del contagio, le contrastanti posizioni delle due fazioni si ricomposero e si cominciò a riconoscere l'esistenza di due differenti forme della stessa malattia: quella comune e quella da contagio.

Tra il 1882 e il 1915, malgrado che, sia Koch che Pasteur, fautore della vaccinazione preventiva, avessero gettato le basi della teoria batteriologica delle malattie infettive, l'opinione pubblica, pur considerando ormai il contagio una possibile verità scientifica, continuava sostanzialmente a credere che tisi e colera fossero causati in primo luogo dalle cattive condizioni igieniche delle città dove in maggioranza scoppiavano.




Edward Jenner
Dal rapporto del "Vice Conservatore del Vaccino" del 1869 viene spiegato che « Jenner, col prodigioso suo ritrovato ci ha insegnato il mezzo di spuntare la falce alla morte, la quale col vaiolo mieteva vittime infinite; e se questo mezzo eminentemente utile e necessario alla pubblica incolumità fosse posto in pratica nei tempi indicati e prescritti dalla legge sulle vaccinazioni, non vedremmo più la Provincia di tratto in tratto inquinata dall'arabo e micidiale morbo.
Il quale se, dopo la pubblicazione di questa legge, non ha più potuto assumere proporzioni e caratteri di estesa e grave epidemia, vi ha pur sempre, quando vi si è introdotto, fatto qualche vittima.
Il vaccino che ho posto in corso è filiazione di quello scoperto nella Provincia in fine di luglio dell'anno passato: non ho ancora osservato rilevante modificazione nel suo andamento, nell'intensità dei suoi sintomi e della sua durata; e se qualche volta ha presentato qualche variazione nel suo aspetto fenomenale, ho sempre riconosciuto doversi questa attribuire esclusivamente alla costituzione ed indisposizione del vaccinato: si è anche riconosciuto che questo vaccino gode di maggior virtù di trasmissione di quello che è già passato per molte generazioni; se goda poi anche di maggior virtù di preservazione non so, lo dimostrerà il tempo ».

 

Una recrudescenza del morbo del vaiolo è segnalata nel 1872:
« Il Consiglio provinciale di Sanità, informato della comparsa del vaiolo arabo nella provincia ed in qualche località con proporzioni alquanto considerevoli, quantunque conscio che fortunatamente sia ora in diminuzione, ha tuttavia opinato che stante l'approssimarsi della stagione estiva e per talune condizioni locali fossero necessari i seguenti provvedimenti a tutela della sanità pubblica:
- non doversi ammettere alle scuole pubbliche o private quegli alunni che presentassero fresche le tracce di vaiolo recentemente sofferto o che avessero in casa individui vaiolosi;
- se qualche persona dimorante in qualcheduno degli accennati stabilimenti fosse colpita da vaiolo o potesse avere contatto col vaioloso doversi subito isolarla e trasportarla altrove, e quando ciò non fosse possibile doversi chiudere provvisoriamente la scuola dandone contemporaneamente avviso alla Prefettura ».

Nel 1873 il Dott. Raffaele Baratta di Pornassio scopre il vaccino originario nelle vacche sulle nostre alpi di Lote e di Tanarello: ma essendo la sua efficacia di durata non superiore alle 24 ore, viene raccomandato di segnalare eventuali bovini infetti nelle nostre campagne per ricavarne in minor tempo il vaccino.

Campagna di vaccinazione nel 1894Un ulteriore aumento dei casi di vaiolo si apprende nel 1881 per cui si raccomanda di evitare, per il trasporto in Ospedale delle persone colpite, l'uso sia di vetture pubbliche, sia delle ferrovie, per limitare il diffondersi della malattia.
Con una "Ordinanza di Sanità Pubblica" del 1890, pur costatando come il vaiolo sia in forte diminuzione, si dispone che tutte le persone che abitano in un corpo di fabbricato in cui si sia verificato un caso di vaiolo, siano obbligate a sottoporsi alla vaccinazione, indipendentemente dall'essere state già una volta vaccinate.
Le cose stanno andando meglio in tutto il Regno, ma essendosi nel 1894 verificati casi di vaiolo in alcune località della Francia prossime alla nostra frontiera, i Sindaci della provincia vengono invitati a « esercitare una attività di sorveglianza al riguardi e a adottare quelle misure preventive di cui una lunga pratica ha consacrato l'efficacia per impedire la diffusione di tale malattia ».
In provincia i 61 casi di vaiolo verificatisi nel 1894, scesero a 25 nell'anno seguente con 2 casi a Sanremo (provenienti da Monaco).

La maggior preoccupazione la destava il colera, che mieteva gran numero di vittime.

Velieri fermi in portoE' del 1870 un'ordinanza ministeriale in ordine ai provvedimenti contumaciali per le navi provenienti dal mare d'Azov, per lo sviluppo del colera a Tagaurog. Per le navi che non avessero scontata una regolare contumacia in Costantinopoli od in altro porto intermedio prima dell'arrivo, l'osservazione dei Sanitari poteva avvenire solamente nei porti o scali nei quali fosse possibile l'isolamento completo delle navi.

Tuttavia la comparsa ufficiale del colera in Italia è denunciata nel 1873 e tempestivo è l'allarme che il Prefetto lancia ai Sindaci:
« Come la S.V. Preg.ma avrà potuto conoscere dai giornali, ed è stato confermato da una comunicazione fatta, or sono pochi giorni, dalla Gazzetta Ufficiale del Regno, pare accertato che in qualche comune delle Provincie di Treviso e di Venezia si siano manifestati casi di Colera Asiatico.
Sebbene giovi sperare che il fatal morbo possa restare circoscritto in quei Comuni, e le condizioni sanitarie di questa Provincia siano eccellenti, non pertanto le Autorità tutte specialmente le Municipali ed i corpi consulenti preposti
dalle leggi alla tutela della sanità pubblica, devono raddoppiare la sorveglianza affinché in ogni località e specialmente nei centri più popolosi siano scrupolosamente osservate ed eseguite le prescrizioni tutte igieniche consigliate dalla scienza e dalla esperienza, allo scopo di impedire lo sviluppo di malattie epidemiche e contagiose.
Queste riguardano segnatamente la nettezza dei siti abitati, la temperata ventilazione delle abitazioni, ed in ispecie dei pubblici stabilimenti, lo smaltimento delle acque stagnanti, non che la salubrità de' commestibili posti pubblicamente in vendita e simili altre cautele.
Nel caso poi di fondato timore che la suddetta malattia potesse invadere anche questa Provincia, sarà cura della rappresentanza municipale di preparare ogni cosa occorrente sia per cura di poveri che fossero colpiti dalla malattia indicata, che per impedirne una maggiore diffusione e scemarne i disastrosi e terribili effetti. ».

Viene inoltre affisso un apposito manifesto, datato 26 luglio 1873:



Ordinanza Prefettizia





Il 6 gennaio 1874 viene "accertata la cessazione del colera in tutto il territorio del Regno".

Dopo un decennio il Prefetto, con lettera dell'8 luglio 1883, scrive ai Sindaci:
« Non sarà ignorato dalle Signorie Loro come nel non lontano Egitto si sia manifestato il colera asiatico, e come pur troppo in quel paese vada il terribile morbo estendendosi ed aggravandosi sacrificando alla morte numerose vittime.
Le misure sanitarie che dal Governo del Re sono state prese, sono tali da rassicurare gli animi, ed è da sperare che basteranno a tener lontano dalla nostra Italia l'epidemica invasione.
Ciò nondimeno, e saviamente prevedendo anche per lontana ipotesi che il morbo possa estendersi a questi paesi, è necessario essere preparati perché, nel caso, l'epidemia possa essere più facilmente dominata e circoscritta ».
La lettera prosegue con le già note raccomandazioni sulle misure profilattiche da adottare.

Nello stesso anno seguono ulteriori avvertenze:
« Facendo seguito a precedente circolare debbo ricordare che l'epidemia per introdursi nei confini dello Stato, può prendere tanto la via di mare quanto quella di terra: difatti è sufficiente alle volte un panno, un cencio, un oggetto qualunque il quale contenga i germi del morbo letale, per farlo scoppiare nel paese dove l'oggetto viene importato.
Sono stati presi concerti col sig. Intendente di Finanza affinché le guardie doganali concorressero nella vigilanza sanitaria, e sono convinto che il concorso di quel Corpo sarà un valido aiuto a salvaguardarci dal colera.
Tuttavia poiché le precauzioni prese non possono essere mai troppe, è necessario che in quest'opera gli agenti della finanza siano aiutati efficacemente e concordemente dalle stesse popolazioni. Ora che è sospesa l'importazione di alcune merci a scopo sanitario, ora che i bastimenti in arrivo debbono sostenere quarantene di maggiore o minore durata secondo la loro provenienza, è prevedibile che l'introduzione clandestina di merci sarà su scala più vasta tentata, e forse con grave detrimento della pubblica salute ».

Il Consiglio Comunale, nella riunione del 9 agosto 1883, delibera urgenti ed importanti interventi di costruzione delle fognature, come richiesto dall'Autorità sanitaria, "anche in vista dei pericoli, onde è minacciata la salute pubblica nei paesi del Mediterraneo, stante la comparsa e l'infierire del colera in Egitto".

Nell'ottobre del 1883 una Ordinanza di sanità marittima, « accertato per notizie ufficiali che le condizioni sanitarie delle isole di Malta e di Cipro, della città di Smirne e di tutta la Siria si mantengono soddisfacenti, decreta che la quarantena ora in vigore per le navi di detta provenienza, giunte con traversata incolume, qualunque ne sia la durata, è da oggi ridotta a 24 ore; e che , constatato altresì il notevole miglioramento manifestatosi nelle condizioni sanitarie dell'Egitto e di tutti i porti al di là del canale di Suez, la quarantena delle navi da là provenienti sarà da oggi stabilita indistintamente in 10 giorni ».
L'ordinanza fu poi revocata il 24 marzo 1884.

Ma nello stesso anno il Prefetto comunica ai Sindaci:
Ambulatorio medico con pazienti in attesa« Sarà probabilmente a cognizione delle SS.LL. come nella vicina Francia, e precisamente nella città di Tolone, durante questi ultimi giorni si siano manifestati alcuni casi di una malattia che ha tutti i caratteri del colera asiatico e che come tale venne definita.
In vista di ciò il Governo del Re ha preso severe misure sanitarie tali da rassicurare gli animi ed è da sperare che le medesime basteranno a tener lontana dalla nostra Italia l'invasione del morbo.
Tuttavia prevedendo, come prudenza vuole, anche per lontana ipotesi che l'epidemia possa estendersi a questi paesi, è necessario essere preparati per potere all'uopo più facilmente dominarla e circoscriverla.
Dispongo per tanto che sia conveniente che i Sindaci pensino fin d'ora al locale in cui si potrebbe stabilire il lazzaretto per i colerosi, onde non essere presi alla sprovvista nel caso di invasione colerica ».