Storia del Corso Fiorito
Il Corso Fiorito è da moltissimi anni uno degli eventi più importanti nel panorama delle manifestazioni sanremesi.
La sua origine “ufficiosa” risale all’incirca all’ultimo ventennio del 1800, quando, in occasione dei festeggiamenti per il carnevale, oltre alle mascherate e ai carri allegorici, iniziarono a sfilare sulla “Via Nuova” (poi via Vittorio Emanuele III e ora via Matteotti) carrozze decorate in maniera più o meno vistosa. Erano normali vetture da noleggio o padronali, appartenenti alle famiglie sanremesi più in vista, ma potevano essere anche le prime autovetture che circolavano in città. Sia i vetturini che gli “chauffeurs” erano particolarmente gelosi dei propri veicoli e vigilavano con attenzione affinché qualche sprovveduto decoratore non ne danneggiasse la carrozzeria.
Le damigelle a bordo delle vetture erano fanciulle di censo sociale elevato o giovani straniere che svernavano in Riviera: facevano bella mostra di sé con eleganti abiti all’ultima moda e lanciavano timidamente qualche fiore o dolciume verso il pubblico. Rappresentavano una componente estetica essenziale per le vetture fatte approntare dagli hotels e le carrozze erano anche una vetrina per i fiori: tutto l’insieme serviva per promuovere, in maniera discreta, la floricoltura e il turismo.
L’evento non costituiva solo un momento di puro divertimento, ma serviva anche per dare una pubblica dimostrazione di rilevanti possibilità economiche e di una superiore condizione sociale, infatti si dice che qualche nobile o ricco possidente abbia talvolta lanciato al pubblico non solo confetti o monete di cioccolato, ma anche autentici “marenghi” d’oro.
Ecco come descriveva quegli eventi un ignoto cronista di fine ‘800 in questo breve estratto da una vecchia cronaca dell’epoca:
“ … Il Carnevale è finito. Dopo il corso di giovedì, che è stato molto animato grazie al ruolo avuto dagli stranieri di Bordighera e Ospedaletti, abbiamo assistito ai due corsi di domenica e martedì e abbiamo ammirato le vetture decorate molto elegantemente, i sontuosi carri allegorici, le maschere a piedi, che con la loro battaglia incruenta a base di fiori e confetti hanno diffuso sul loro cammino una viva allegria e molto divertimento.
Il carro del Conte Gallatin era splendido: rappresentava un padiglione in stile Luigi XV.
Fra gli altri carri da ricordare il “Trionfo dello Sport” e l’”Automobile”.
Molte mascherate erano piene di spirito e di grazia.
Furono distribuiti con generosità numerosi premi e trofei (stendardi) … “
Per quanto riguarda invece l’origine “ufficiale” della manifestazione si ritiene che risalga al gennaio del 1904, con la denominazione “Festa della Dea Flora”, durante la quale ci fu una sfilata di carrozze ornate e decorate con fiori locali, riprendendo e ampliando la tradizione già in atto negli anni precedenti, per allietare i numerosi visitatori stranieri che, attratti dal clima mite e dalla bellezza dei luoghi, svernavano nel nostro territorio. Sfilarono anche delle carrozze infiorate che gli albergatori di Sanremo avevano messo a disposizione dei loro clienti perché potessero partecipare direttamente alle manifestazioni popolari.
Il successo dell’iniziativa fu tale che diventò ben presto un appuntamento annuale fisso nel calendario delle manifestazioni locali, programmato proprio nel pieno dell’inverno, quando il particolare clima della Riviera e gli splendidi fiori di produzione locale mostravano già un assaggio di primavera ed evidenziavano maggiormente la differenza con la situazione meteorologica nel resto dell’Italia e dell’Europa, attirando ogni anno un numero sempre crescente di turisti e di spettatori.
Nel corso del tempo la manifestazione ha preso talvolta il nome di "Battaglia dei Fiori” o anche “Getto dei Fiori”, ma l’appellativo più classico è stato “Corso Fiorito”.
Va ricordato che l’evento era abitualmente incluso nella settimana dei festeggiamenti di carnevale quando, secondo una più antica e radicata tradizione, veniva organizzato anche un Corso Carnevalesco, famosa ed applaudita sfilata di carri allegorici, maschere, bande e altre attrazioni.
In effetti durante le prime edizioni del corso fiorito sfilarono veicoli che rappresentavano un compromesso fra lo stile allegorico e i carri infiorati. Questo particolare ha talvolta ingenerato una certa confusione e sovrapposizione fra i due corsi, ma in realtà erano avvenimenti distinti che si tenevano in momenti o giorni diversi.
Alle carrozze dei primi anni furono successivamente affiancati grandi carri infiorati e tale novità, oltre ad ampliare e migliorare lo spettacolo, permise di far vedere e conoscere maggiori quantità e specie di fiori, con benefici effetti per la floricoltura che aveva assunto sempre più importanza nell’economia locale.
In quel periodo si rafforzò anche la tradizione del lancio di fiori fra i carri e gli spettatori, ingaggiando delle vere e proprie battaglie, mentre in precedenza venivano lanciati quasi esclusivamente confetti e altri dolciumi.
Il corso fiorito proseguì più o meno inalterato negli anni successivi, fino al periodo della prima guerra mondiale, quando venne sospeso dal 1916 al 1918 per i luttuosi eventi e per le oggettive difficoltà organizzative.
Fu ripristinato nel 1919, con grande felicità e partecipazione della popolazione, per festeggiare, con il ritorno della pace, la fine di un lungo periodo di ansie e di lutti.
Fu un’edizione memorabile, con una profusione di migliaia di fiori multicolori e la sfilata si svolse su di un percorso dalla lunghezza inusitata, che andava da c.so Cavallotti (all’altezza dell’incrocio con via Duca degli Abruzzi) fino al termine della passeggiata Imperatrice. Il culmine della festa fu l’elezione della “Dea Flora” e all’unanimità venne acclamata vincitrice una bellissima ragazza inglese.
Fra i carri più ammirati degli anni ’20 vale la pena di ricordare “Sogno d’Amore” di G. Carlo, “Pittori a spasso” di A. Bellone e “Piedigrotta” di R. Zanfi. Fra gli allestitori di carri del tempo ci furono: D. Ardissone, V. Gioffredi, G. Martini, G. Bestagno e altri.
La manifestazione fu nuovamente sospesa dal 1925, a causa di alcuni inverni particolarmente rigidi e di grandi gelate che danneggiarono in maniera irreparabile la maggior parte della produzione floricola di quelle annate. Va ricordato che a quei tempi le coltivazioni avvenivano per la quasi totalità in pien’aria, con il solo riparo di alcune stuoie o di qualche telone.
Venne ripresa solo nel 1929, con un’edizione di particolare successo, malgrado una copiosa e memorabile nevicata verificatasi nei giorni precedenti l’avesse messa a repentaglio.
In quegli anni il percorso abituale si svolgeva su via Vittorio Emanuele III (ora via Matteotti) e al fondo di via Principe Amedeo (ora via Mameli) e di via Privata (ora via Escoffier) nonché nello slargo davanti al Caffè Européen (popolarmente noto come “Rigolé”, dalla storpiatura dialettale del nome del primo proprietario Rigollet) venivano montate delle tribune di legno e tubi metallici per ospitare le autorità e gli ospiti di riguardo, oltre alla giuria. Il pubblico assisteva disciplinatamente dai marciapiedi e bastavano quattro guardie civiche per far rispettare l’ordine. Sembra che le transenne siano state installate per la prima volta proprio in occasione del Corso del 1929, per trattenere con maggior sicurezza la gran folla degli spettatori. Veniva allestito anche un palco per la Banda Musicale Municipale che allietava gli spettatori eseguendo brani classici e popolari in voga nel momento.
Nel lungo corso degli anni i carri furono presentati, oltre che dai più noti fioristi della città anche da vari enti come il Casinò, la Compagnia Italiana Funivie, L’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, le Associazioni rappresentative degli Albergatori e dei Commercianti ed altre esistenti nel periodo interessato.
Il soggetto dei carri era libero, lasciato completamente alla fantasia e all’abilità dei singoli allestitori e così rimase per molto tempo, fino alla metà degli anni’50.
Un'apposita giuria valutava i partecipanti al corso sotto il profilo tecnico ed artistico, in quanto per ognuna delle due categorie, carri e vetture, era previsto un premio per i primi tre classificati, e qualche volta sorgevano rivalità o vivaci dispute fra i concorrenti che non sempre condividevano il verdetto dei giurati.
Anche gli abitanti dei palazzi prospicenti il percorso partecipavano alla festa adornando con ghirlande di fiori e lunghi festoni verdi o fioriti le terrazze e i balconi dai quali assistevano alla sfilata, lanciando sui carri e sugli spettatori mazzetti di fiori, coriandoli e stelle filanti.
Nel 1930 il corso assunse il nome di “Festa di Flora” forse per ricordare la denominazione della primissima edizione.
Durante gli anni ’30 prese ulteriore slancio, acquistando sempre maggiore fama e attirando numerosi spettatori. Il percorso venne ampliato, includendo anche via Roma e talvolta i due tratti inferiori di c.so Umberto (attuale c.so Mombello).
In quel periodo vennero allestiti anche carri a tema patriottico e propagandistico, ispirati dal regime del tempo.
Altra edizione particolarmente famosa fu quella del 1939, che fu denominata “Corso Fiorito di Eleganza”. I figuranti che occupavano carri e vetture dovevano infatti indossare esclusivamente abiti eleganti e di gran moda al posto degli abituali costumi.
Nello stesso periodo carnevalesco fu organizzata anche la prima e purtroppo unica edizione della “Festopoli Sanremese” con il centro città, in particolare la zona di piazza Eroi Sanremesi, trasformato in una specie di Luna Park, dove si poteva ammirare anche uno specchio d’acqua con dei piccoli motoscafi. Purtroppo, malgrado il grandissimo successo di pubblico, la manifestazione non venne mai più riproposta.
Durante la seconda guerra mondiale il corso fiorito subì una nuova interruzione e fu ripreso soltanto nel dopoguerra.
Venne infatti ripristinato nel 1949 con grande soddisfazione della popolazione che voleva dimenticare in fretta gli orrori della guerra.
Nel corso degli anni ’50 la fama e il successo si accrebbero maggiormente, richiamando sempre più spettatori da tutta Italia e anche dall’estero.
Non mancavano mai le bande musicali folcloristiche che allietavano il pubblico: in particolare la “Rumpe e Streppa” di Finale Ligure, la “Florelia” di Ospedaletti, la “Tiralogni” di Bordighera e la “Canta e Sciuscia” di Sanremo, con la quale spesso sfilava “Batifìbia” (al secolo Giovanni Battista Ameglio), noto personaggio caratteristico della Sanremo di qualche tempo fa. Molte edizioni hanno visto anche la gradita partecipazione di gruppi folcloristici italiani e stranieri.
Sino alla fine degli anni '50 la testimonianza visiva dell'avvenimento era affidata essenzialmente alle numerose foto che venivano scattate prima e soprattutto durante la sfilata; dopo qualche giorno si poteva fare il giro dei vari studi fotografici dell'epoca: Moreschi, Ceresani, Martini, Tagliabue, Bleynat, Foto Ars, ecc. per acquistare le foto di carri o vetture di maggiore interesse.
A volte venivano girati anche brevi filmati da inserire nei cinegiornali che si vedevano al cinema fra una proiezione e l'altra; alcuni spezzoni sono tuttora visibili negli archivi dell'Istituto Luce.
La televisione, nata nel 1954, non riprendeva ancora il corso fiorito, come invece avvenne qualche anno più avanti.
Nel 1955 la manifestazione assunse il nome di “Italia in Fiore”, con carri non più a tema libero, ma ispirati a varie città italiane, sulla base di progetti proposti dagli Enti Turistici dei centri interessati.
La formula fu ripetuta anche nel 1956. Nel medesimo anno scomparvero i classici cavalli da tiro, coperti dalle gualdrappe colorate, accompagnati dai conducenti a piedi che ne regolavano il passo, le soste e le ripartenze secondo il ritmo della sfilata. Subentrarono i trattori, di certo più moderni, ma anche più prosaici, rumorosi ed inquinanti dei cavalli..
Con il corso fiorito del 1957 fu scelto di tornare ai soggetti liberi e quello stesso anno comparvero per la prima volta le telecamere della RAI che trasmisero il giro di presentazione, consentendo la visione dell’evento ad un numero sempre crescente di spettatori.
Il percorso venne progressivamente ampliato includendo tratti di c.so Orazio Raimondo e via Nino Bixio.
Nel 1959 si pensò di rilanciare il corso fiorito allestendo dei carri dedicati ai dieci brani musicali finalisti del “Festival della Canzone” dello stesso anno e invitando a presenziare sui carri alcuni dei cantanti che avevano partecipato alla kermesse canora; inoltre presero posto sul carro omonimo anche gli attori del film “Primo Amore” proiettato a Sanremo in anteprima mondiale, incrementando così l’interesse per la manifestazione.
Nel 1960 continuò il collegamento con il Festival, che proprio quell’anno festeggiava il primo decennio di programmazione e vennero allestiti dieci carri ispirati alle canzoni vincitrici di ciascuna edizione.
Il rapporto fra il mondo della floricoltura e quello della canzone fu spesso punteggiato da polemiche e contestazioni: i due eventi mantennero abitualmente un certo reciproco disinteresse, malgrado di solito venissero programmati in date ravvicinate, ma per quell’anno si poté assistere all’integrazione, almeno per qualche ora, tra i fiori e le canzoni.
Dal 1961 il corso acquistò ancora maggior prestigio e fama di livello internazionale e assunse il nome di “Europa in Fiore”, con la partecipazione di carri, bande e gruppi folcloristici in rappresentanza di numerose nazioni europee.
La formula venne mantenuta con successo fino al 1966, dopo di che, purtroppo si verificò una lunghissima e per certi versi inspiegabile interruzione della manifestazione.
Solo negli annil '80 c’è stato il tanto auspicato ritorno, anche grazie al fattivo interessamento da parte del dr. Carlo Poletti, presidente dell’Azienda Soggiorno e Turismo in carica in quel periodo, con la denominazione “Sanremo in Fiore”.
In brevissimo tempo l’interesse attorno al corso fiorito ha ripreso quota e attualmente i carri vengono allestiti dai vari Comuni della Riviera, mentre il tema viene assegnato annualmente e copre i campi più diversi, dal cinema allo sport, dalla canzone ai fumetti e così via.
Recentemente il tracciato ha trovato una sua collocazione ideale, in una cornice invidiabile, davanti all’azzurro del mare, sul lungomare Italo Calvino e sul piazzale Carlo Dapporto, interessando anche un tratto della pista ciclo-pedonale realizzata sul vecchio sedime della ferrovia, senza eccessive interferenze con il traffico cittadino e con una maggiore disponibilità di spazi per il pubblico. Il periodo di effettuazione è stato spostato alla prima metà di marzo per poter contare su condizioni atmosferiche più favorevoli e l’orario anticipato alle ore 12,20 per consentire la messa in onda in diretta sulla RAI nel corso del programma “Linea Verde”.
Al corso fiorito è stato affiancato anche il “Festival delle Bande” con gruppi musicali provenienti da varie località italiane e straniere che partecipano ad un’apposita sfilata e il giorno successivo accompagnano i carri fioriti.