Terza parte 1955 - 1960

Anno 1955

Dopo una lunga e vivace campagna di stampa gli organizzatori decisero che la nuova edizione del corso fiorito avrebbe adottato una formula rinnovata: non più carri con soggetti ideati dai concorrenti, ma una serie di progetti proposti dalle aziende turistiche di varie città italiane che sarebbero stati realizzati dagli esperti allestitori locali, veterani protagonisti di tante battaglie floreali. Nessuna variazione fu apportata alla categoria “vetture”.
Il nome della manifestazione fu modificato in “Italia in Fiore”.
L’idea piacque molto e raccolse numerose adesioni da tutto il Paese.
Con una scelta poco felice e per ragioni non molto chiare, fu deciso di accorciare il percorso svolgendolo sull’anello: piazzale dell’autostazione, breve tratto di via Roma, Corso O. Raimondo fino all’altezza del chiosco musicale di via Ruffini e ritorno su corso O. Raimondo, via Manzoni e piazzale autostazione.
L’affluenza del pubblico fu valutata oltre le 50.000 persone a stento trattenute dalle transenne di legno, con notevoli difficoltà ad accedere alle tribune per gli spettatori che avevano comunque pagato il regolare biglietto. Il servizio d’ordine non fu particolarmente efficiente e la pressione della folla, desiderosa di assistere al corso e di accaparrarsi un trofeo floreale, causò l’invasione del percorso, non consentendo di effettuare tutti i tre giri previsti, infatti la sfilata venne interrotta al termine del secondo giro, malgrado fosse appena iniziata la consueta battaglia fiorita.
Fra gli spettatori si lamentarono alcuni contusi e altri danni di minore entità, ma si rischiò veramente che ci fossero ben più gravi conseguenze, specialmente per le donne e i bambini che rischiarono di soffocare o di venir schiacciati in mezzo alla calca generale.
Notevole successo riscosse la decorazione lungo il percorso, costituita da una serie di archi ideati da Del Gatto, e l’illuminazione veramente suggestiva ed originale allestita dalla ditta Torre. Fu coinvolto anche il quartiere della Marina, addobbato con meravigliose decorazioni luminose, dove trovarono posto: il luna park, due piste da ballo sempre molto affollate e un palco teatrale per l’esibizione dei dilettanti sanremesi.
Fino all’ultimo ci furono timori per il tempo che fu piuttosto brutto con pioggia e vento nel giorno immediatamente precedente, ma domenica 20 febbraio il sole tornò a fare capolino e la sfilata si poté svolgere regolarmente.
Si poteva ben dire che Sanremo aveva finalmente trovato, con “Italia in fiore”, la manifestazione di Carnevale che da molti anni aveva inutilmente cercato. Il fiore, ancora una volta, è stato il vero signore della festa e la nuova formula è apparsa in tutto e per tutto indovinata, includendo anche un certo tocco folcloristico e popolare che era mancato nelle precedenti edizioni.
L’attrice svedese Martha Toren, ospite d’onore dell’evento, nel suo italiano incerto, si espresse così: “Mai vista mia vita cosa più bella. In Svezia mai, neanche in America vista una festa così”.

La sfilata iniziò verso le ore 14, sulle note briose ed orecchiabili della canzone ufficiale del Carnevale Matuziano, musica di Natale Andreini e parole di Egisto Malfatti, che rivestì anche il ruolo di speaker della rassegna, con la banda folcloristica “Rumpi e Strepa” di Finalmarina, più numerosa e rumorosa che mai, sempre applauditissima, preceduta da una splendida ed ammirata mascotte che non aveva nulla da invidiare a certe dive dello schermo, in quanto a prestanza fisica e “sex appeal”. Seguiva la banda “Tiralogni” di Bordighera elegante e chiassosa nelle sue sgargianti divise. Quindi la “Aveva un Bavero” di Salsomaggiore, composta da elementi bravi sia nel ricavare gioiose note dai più disparati strumenti che nel canto, preceduta da un instancabile maestro che si esibiva in passi di danza con un manichino elegantemente agghindato. Seguiva la famosa banda di Lagundo (Merano) con un nutrito numero di esecutori con i tipici costumi, con pantaloni di fustagno a mezza gamba e cappellini piumati.
Completarono l’imponente schieramento numerosi complessi caratteristici abbinati ai veicoli di loro competenza: il gruppo “Renzo e Lucia”, diretto dal maestro Attilio Bianchi che ha fatto ala al passaggio del landau dell’E.P.T. di Como, i “Canterini di Trento”, il gruppo della “Tarantella Sorrentina”; infine i superbi cori della “Conca d’Oro“ di Palermo ed “Etneo” di Catania.
Si avviò quindi il corteo fiorito, aperto dal carro del comitato organizzatore “L’Italia in Fiore”, progettato e realizzato da Oddo Antellini, assieme ad alcuni valenti collaboratori: rappresentava lo stivale italico, con dodicimila garofani di pregiate varietà occorsi per ricoprire, con diverse tonalità, le varie regioni; faceva corona uno stuolo di giovani in costume locale. Il soggetto, di ottimo e suggestivo effetto, fu molto applaudito.
Il carro dell’E.P.T. di Savona, ideato da Beppe Dominici, raffigurava un trofeo marinaro con ippocampi in movimento, contornato da magnifici fiori, eleganti come struttura ed armonia di colori: deliziose “sirene” inguainate in abiti dorati animavano la scena, mentre due baldi giovanotti fungevano da cocchieri.
Il carro dell’Azienda di Cura di Merano ed Alto Adige, allestito da Gino Barla, riproduceva i motivi delle note sorgenti termali e del concorso ippico abbinato alla lotteria dispensatrice di milioni; molto eleganti i costumi folcloristici indossati da giovani provenienti dalla stessa regione.
Seguì il carro dell’E.P.T. di Ancona, su progetto artistico del prof. Capannari, realizzato da Antellini e Monti; rappresentava una tipica barca da pesca, la “paranza” sormontata da una gran vela con lo stemma della fiera della pesca di Ancona. Il tutto era stato decorato con fiori di grande effetto. Un gruppo di giovani sanremesi dava vita al soggetto.
Fu quindi il turno di due belle vetture allestite da Barla e Monti:
la prima s’intitolava “Cenerentola” ornata di garofani rosa con una bella bimba e un elegante paggetto;
la seconda era “Giulietta e Romeo”, in garofani rosso scuro, con a bordo due simpatiche giovani che indossavano appropriati costumi.
Sfilò quindi il carro dell’A.P.T. di Venezia, allestito da Lindita Biggio con gli abili collaboratori Piero e Carletto Bernocchi; il soggetto era un’autentica artistica gondola, lunga ben dodici metri, adagiata su di un mare di profumate e delicate violette di Taggia e di Parma.
A seguire il carro dell’E.P.T. di Pisa, allestito ancora da Lindita Biggio e dai fratelli Bernocchi: rappresentava la famosa torre pendente stilizzata, fra una profusione di garofani bianchi e rosa.
Poi il carro del Comitato Olimpico di Cortina d’Ampezzo, anch’esso realizzato da Lindita Biggio, con una grande slitta adagiata su di un bianco e vaporoso tappeto formato da 1.200 dozzine di violaciocche bianche e sormontata dai classici cinque cerchi olimpici in garofani variopinti.
Anche la successiva vettura era ideata e allestita da Lindita Biggio con una profusione di fiori variopinti ed era dedicata ad una deliziosa frugoletta in costume da Maria Stuarda, accompagnata da due eleganti paggetti.
Ancora di Lindita Biggio la decorazione floreale degli otto carretti siciliani inviati a Sanremo dall’A.P.T. di Palermo. La presenza dei fiori non ha minimamente sacrificato, anzi ha messo maggiormente in risalto le sculture e i bassorilievi vivacemente colorati che ornavano i fianchi dei carretti stessi. Originali della Sicilia anche i traini e le bardature ricche di sonagliere e pennacchi. Ricchissimi i costumi dei gruppi della “Conca d’Oro” ed “Etneo”, che costituivano gli equipaggi, molto animati, che donavano al pubblico con generosità arance e limoni della loro terra.
La vettura allestita da Lindita Biggio per l’Associazione Commercianti era addobbata con strelitzie, fiori di pesco e garofani “Begum”. Su tale vettura sono state ospiti le attrici Martha Toren e Veronica Dray, nonché la reginetta degli italiani in Francia Edda De Martin. Un’altra attrice presente sul corso, la bionda e graziosa Brunella Bova, è stata invece ospite della gondola.
L’Azienda di Soggiorno di Alassio ha presentato il carro “Re Sole”, ideato da Mario Berrino e addobbato dal fiorista alassino Lino Corte, con il contorno di uno stuolo di belle ragazze.
La città di Bordighera era rappresentata dal carro ”Altalena Fiorita”, infiorato dal bordigotto Mario Broglia e ideato da progettista Silvano Guglielmi, con un equipaggio di giovani e graziose fanciulle.
Il noto veterano del corso fiorito, Giuseppe Carbonetto, ha realizzato alcuni carri veramente ben riusciti.
Il primo era dell’E.P.T. di Sassari, con un gigantesco nuraghe e un gruppo di figuranti dai superbi costumi sardi che intrecciava canti e danze tradizionali.
Il secondo, dell’Azienda di Soggiorno di Orvieto, su progetto dell’architetto Alberto Stramaccioni, rappresentava molto fedelmente la facciata del famoso “Duomo” della cittadina umbra, ricoperta da una miriade di fiori. Sul carro riccamente decorato con garofani rosa, rossi e bianchi, dietro gli scudi fioriti rappresentanti i rioni della città, un gruppo di araldi con fastosi costumi medioevali suonavano le trombe dalla voce stentorea e assieme a loro c’era un gruppo di belle ed eleganti castellane con ricchi costumi.
Il terzo carro di Carbonetto era presentato dall’E.P.T. di Trento, con un gruppo di genziane e di stelle alpine decorate con violette e garofani; alcuni giovani del gruppo “Canterini di Trento”, con i costumi caratteristici, accompagnati da un vivace fisarmonicista, costituivano l’equipaggio.
Ancora di Carbonetto due eleganti vetture:
“Le Fatine” con due giovani in abitini di raso rosa e azzurro e tanti garofani variopinti.
“Gaie Campagnole”, due graziose fanciulle con costumi intonati e una profusione di garofani, violette e margherite.
Sfilò anche il carro dell’Azienda di Soggiorno di Ventimiglia, che aveva affidato al gruppo “Scassagoti” il compito di allestire un soggetto con un significativo motivo allegorico ispirato al valico di frontiera di Ponte S. Luigi, decorato con 15.000 garofani, senza tralasciare di inserire riferimenti ai loro carri presentati con successo alla Battaglia dei Fiori della città di confine. Un gruppo di bellezze ventimigliesi allietava il tutto.
Fu quindi il turno del carro di Salsomaggiore, allestito da abili artisti per conto dell’Azienda di Cura e delle Terme di quella città, presenti alla manifestazione con i funzionari responsabili. Piacevole la decorazione floreale e simpatiche le belle e gentili ragazze dell’equipaggio.
Venne poi il carro dell’E.P.T di Como: un landau infiorato da Domenico Ziviani con garofani e narcisi, dando prova di non comune abilità e di fine senso artistico, ottenendo un risultato di grande effetto. Il carro ospitava i manzoniani “promessi sposi” ed era accompagnato dal gruppo “Renzo e Lucia”: contadinelle e musici che suonavano motivetti con zufoli di canna indossando costumi tipici dell’epoca dei fatti narrati nel libro.
Sfilò il carro dell’Azienda Soggiorno d’Imperia, allestito ancora da Ziviani, riproducente un grande garofano al centro di un prato di giacinti e sprengeri: in mezzo ai fiori cinque graziose fanciulle allietavano la scena.
Il carro dell’Azienda di Cura di Montecatini-Perugia, sempre di Domenico Ziviani riproduceva le famose fonti termali dominate dal grifone emblema della città e ospitava alcune simpatiche fanciulle in veste di mescitrici delle acque termali.
Sul carro del Sestrière faceva mostra di sé il famoso albergo-torre, ammantato di garofani bianchi e verde sprengeri. L’allestimento era ancora di D. Ziviani e fra l’equipaggio di belle ragazze era presente anche un autentico maestro di sci della nota stazione invernale.
Sempre dal Piemonte il carro successivo, dell’E.P.T. di Cuneo, su progetto della Publineon, decorato da Giovanni Pesante. Sullo sfondo di un castello turrito, un prato verde con un cavallo di garofani bianchi in atto di saltare un ostacolo: allusione al concorso ippico di Fossano, evidenziata dai rossi costumi delle belle amazzoni dell’equipaggio, che hanno lanciato agli spettatori ben 500 Kg. di squisiti “cuneesi”. Sui lati del carro gli stemmi fioriti delle più importanti cittadine della provincia.
Anche il carro dell’Azienda di Soggiorno di Firenze era allestito da G. Pesante, con dovizia di garofani e semprevivi; a bordo una allegra e chiassosa brigata di suonatori e canterini.
Ricco e variopinto il carro dell’Azienda di Soggiorno di Sorrento, progettato e preparato da Giuseppe e Lauro Gargiulo. Fra i fiori, frutti di aranci e limoni, spiccavano le ragazze del gruppo “Tarantella Sorrentina”. Era presente anche il sindaco della cittadina campana.
L’E.P.T. di Genova ha presentato un carro anomalo, cioè una elegante portantina del settecento, addobbata da Ebe Flora di Bestagno che ha saputo armonizzare i colori con buon gusto e ammirevole perizia, ottenendo un risultato di grande efficacia molto applaudito dagli spettatori. Il mezzo, trasportato da alcuni valletti in costume d’epoca, ospitava una bellissima ed elegante giovane che dispensava sorrisi e fiori al pubblico; lo precedevano alcuni araldi in costume di Genova che facevano sgorgare squillanti note dalle loro trombe d’argento ornate con bandiere di fiori ed era seguito da un corteo di dame con sontuosi costumi.
Venivano quindi sei vetture allestite ancora da Bestagno:
“Sinfonia Rosa”, in garofani rosa e pure di tulle rosa il vaporoso abito della graziosa ospite.
“La Campagnola”, tutta adornata di mazzetti di fiori di campo e spighe indorate di grano con a bordo una giovane molto carina.
“Fantasia di garofani Corallo” con una fanciulla vestita con abito della stessa tonalità
“Trionfo di Strelitzie” che ospitava un’elegante signorina molto sorridente.
“Fantasia in garofani rossi Valentino” con a bordo tre giovani molto graziose.
“Fiori di pesco” con una civettuola e bellissima ragazza.
Il carro del Casinò di Sanremo era intitolato “Rosso e Nero”, ideato da Lorenzo Musso e realizzato anch’esso da Ebe Flora con garofani rossi e violette. Due ragazze e un giovanotto dispensavano a piene mani sterline e marenghi di cioccolato.
Chiudeva la rassegna, per conto dell’Associazione Albergatori di Sanremo, un’autovettura fra le più ricche per l’abbondanza di garofani e pregiate strelitzie impiegate dal fiorista bordigotto Cesare Cullino. A bordo due seducenti fanciulle.

Come già accennato, il successo della manifestazione, molto riuscita come formula e contenuti, è stato turbato dal percorso assolutamente inadatto ad ospitare la folla strabocchevole degli spettatori e da qualche errore di valutazione e programmazione da parte del Comitato Organizzatore. A parziale scusante va considerato il comportamento, a dir poco incivile, di molti sanremesi e forestieri, che pur di arraffare fiori e souvenir sono andati letteralmente all’arrembaggio dei carri, incuranti della propria ed altrui incolumità, provocando la fine anticipata della sfilata.
Ci auguriamo che nelle prossime edizioni si possa e si voglia tener conto di questa esperienza per ottenere ancora migliori frutti.

(Notizie tratte da l’”ECO DELLA RIVIERA” del 24.02.1955)


Anno 1956

Purtroppo all’inizio del mese di febbraio la Riviera dei Fiori è stata investita, come il resto dell’Italia, da una prolungata e violenta ondata di gelo che ha sconvolto le colture floreali, risultate gravemente danneggiate o distrutte per oltre il 75%, con un danno presunto di circa 20 miliardi di lire. Come conseguenza il prezzo di mercato dei fiori è balzato alle stelle e anche gli allestitori dei carri si sono trovati in difficoltà, sia per la carenza di merce che per i costi elevati.
Malgrado ciò la seconda edizione di Italia in Fiore è stata regolarmente programmata e si è svolta la domenica 12 Febbraio.

Nel quadro dei festeggiamenti per il Carnevale, oltre al corso fiorito e alle maschere allegoriche, sono state previste sono state promosse altre valide iniziative. Particolarmente curato l’aspetto relativo alle decorazioni luminose. La ditta Mormile di Minori (Salerno), specializzata in grandi luminarie a Piedigrotta, ha ricevuto l’incarico di provvedere ad una fastosa illuminazione delle vie cittadine. Caratteristica particolare è che i motivi delle decorazioni luminose sono in movimento, con la tecnica definita “cinematica”. Un grande pannello raffigurante il carnevale sanremese con fontane in movimento e all’apice le torrette del casinò contornato da elementi ornamentali tipici della chiassosa festa è stato piazzato al fondo di via Asquasciati. All’inizio della medesima via, in prossimità di p.za Colombo, sono state collocate due fontane in stile barocco alte 9 metri. Sul solettone dell’autostazione tre grandi quadri luminosi animati raffigurano tre famose canzoni del Festival, cioè “Papaveri e Papere”, “Canto nella Valle” e “Il torrente”. Altri archi e motivi luminosi ravvivano la zona di Via Nino Bixio, mentre gli alberi a lato della ferrovia sono illuminati con lampade nascoste fra i rami. Fra p.za Bresca e p.za Sardi altre fantastici quadri in cinematica danno nuova vita al quartiere della Marina.
Inoltre, sul viale che costeggia il porto un gioioso luna park attira moltissima gente anche nelle ore notturne con ogni genere di divertimenti per grandi e piccini.

Il comitato organizzatore risulta composto da: Adriano Morosetti (presidente), Avv. Achille Cajafa, geom. Giovanni Santagostino, Mario Sogliano, cav. Edoardo Morandi, Giovanni Birone, rag. Castagna, geom. Pietro Nanni, Pier Enrico Gavagnin, rag. Aldo Zoli (segretario generale), Rinaldo Boscetto (addetto stampa) oltre che dal consulente tecnico per i fiori e i carri Giuseppe Bestagno, dal consulente per le decorazioni Rino Ceriolo, dal decoratore Umberto Lattanzi e dall’artigiano Mario Piras.

Un grande timore ha colto gli organizzatori quando, alle ore 14, in concomitanza con l’inizio della manifestazione, ha iniziato a nevicare provocando un certo fuggi fuggi fra gli spettatori che non volevano rimanere allo scoperto sotto la neve. Per fortuna la nevicata ha smesso già alla fine del primo giro, consentendo il regolare proseguimento della sfilata.
I carri erano accompagnati dai complessi bandistici caratteristici: “Canta e Sciuscia” di Sanremo, “Florelia” di Ospedaletti, “Zanzara” di Taggia, e “Tiralogni” di Bordighera; inoltre era presente il gruppo folcloristico “Etneo” di Catania con i bellissimi costumi e i famosi carretti variopinti trainati da cavalli impennacchiati.
Il Comitato Organizzatore ha presentato un carro, ideato da Rino Ceriolo, sul quale un gigantesco pupazzo rappresentava un lift girevole che sembrava offrire a tutti un grande mazzo di strelitzie, porgendo così il benvenuto a Sanremo agli equipaggi dei carri e agli spettatori giunti da tutta la penisola.
Fra i primi carri quello di Genova, con un maestoso galeone di garofani rossi, che “veleggiava” su di un mare di garofani bianchi e ginestra tinta di azzurro.
Era seguito da Pisa, che presentava un riproduzione stilizzata della famosa torre pendente, ricoperta di garofani bianchi, mentre il resto del carro era decorato con garofani rossi e bianchi.
Quindi Ancona con un bragozzo, imbarcazione caratteristica dell’Adriatico, che era decorata con strelitzie e garofani gialli, rossi e rosa.
Il carro dell’E.P.T. di Cuneo vantava una certa originalità, presentando due enormi caminetti contrapposti, ornati di garofani gialli e rossi, mentre al loro interno venivano “cucinati” allo spiedo una trota gigante e un camoscio. Alcune ragazze vestite da cuoche e da lift completavano la scena.
Torino era rappresentato da un rosso bolide su quattro ruote addobbato con garofani rosa, gialli e rossi mentre l’equipaggio era composto da quattro graziose fanciulle.
Bologna ha proposto un carro con due candidi cavalli in garofani bianchi, la riproduzione in miniature della torre della Garisenda e degli Asinelli, le maschere del dr. Balanzone e di Sganapino e un cuoco corpulento che teneva d’occhio un grande tortellino giallo. L’addobbo floreale era in garofani rossi e gialli.
Pesaro presentava un castello di garofani rossi e rosa popolato di castellane e nobiluomini.
Il carro di Salsomaggiore presentava la cascata di un fiume in garofani bianchi che cadeva in un’anfora e si riversava fra due argini di garofani vermigli: una coppia di sposini con i piedi immersi nel rio alludeva alle doti “miracolose” delle acque della nota stazione termale che si ritiene siano in grado di aumentare la fertilità. Per la verità anche lo sposo era impersonato da una graziosa fanciulla con tanto di smoking e bombetta. Una terza ragazza presente sul carro ad un certo punto fu costretta a sedersi “nell’acqua” per celare un’imbarazzante rottura dei pantaloni.
Milano aveva presentato una vetrata del duomo, in garofani rosa, rosso e amaranto, oltre alla guglia con la Madonnina accompagnate da alcune belle ragazze in ricchi costumi brianzoli.
Firenze si è fatta rappresentare dal classico cappello di paglia e dalla riproduzione della torre di Palazzo Vecchio; addobbo con margherite gialle e garofani bianchi.
Due erano i carri ispirati ai “Promessi Sposi” del Manzoni:
Lecco presentava la coppia Renzo e Lucia sulla classica imbarcazione lacustre, con garofani bianchi e rosa e fiori di pesco.
Como, invece, ha allestito, in modo particolarmente piacevole, la scena dell’incontro fra Don Abbondio e i “bravi” ambientata su di un viottolo contornato da garofani rosa e rami di pesco in fiore.
Trieste ha presentato la facciata di San Giusto e lo stemma della città, con garofani rossi , rosa e bianchi. Una grande bordura era stata decorata con garofani rossi, bianchi e … verdi (tinti con l’anilina) per ricordare la nostra bandiera.
Montecatini ha riprodotto una delle note fonti di acqua termale, realizzata con fiori di pesco disposti a zampillo e violette. Tre gentili hostess allietavano l’insieme.
Vercelli ha partecipato con un carro, adornato da garofani rossi e bianchi, sul quale un grande pannello e lo stemma del comune; era accompagnato da un nutrito gruppo di figuranti in costumi caratteristici che avevano al bracco capaci cestini contenenti sacchetti di riso che venivano distribuiti agli spettatori nel corso della sfilata.
Dalla Val d’Aosta è giunta una grandissima grolla, in garofani rossi e rosa, adagiata su di un verde praticello: altri garofani, bianchi, completavano l’addobbo del carro. Notevole ammirazione hanno destato i bellissimi costumi caratteristici delle ragazze di Gressoney, in panno rosso, giubbetto di velluto rosso e grande cuffia in filigrana d’oro, e quelli di Saint Vincent, rosso e nero, e di Courmayeur in azzurro e nero.
Il carro allestito dall’E.P.T. di Imperia, in collaborazione con le sette Aziende Autonome della provincia, presentava un trionfo di strelitzie e sette corbeilles collegate da nastri ad un grande canestro di paglia nel quale avevano preso posto alcune graziose fanciulle.
Palermo, in rappresentanza della Sicilia intera, ha portato un carro riccamente addobbato, dal quale venivano lanciati agli spettatori cedri e arance. Accompagnavano il carro sei tipici carretti siciliani dai disegni a colori sgargianti, trainati da scalpitanti cavallini infiocchettati e adorni di tintinnanti sonagliere; inoltre il gruppo folcloristico Etneo, distribuito sui vari veicoli, si esibiva in canti caratteristici al suono di chitarre e scanditi dalla quartana, portando una nota di gioioso folclore al corso fiorito.
L’Associazione Albergatori ha presentato uno splendido landau completamente ricoperto di garofani Begum, sul quale avevano preso posto alcuni giovani elegantemente vestiti.
Molto ammirata la vettura del Casinò con a bordo due componenti del balletto di Maria Leonor, smaglianti e provocanti nella loro bellezza, che hanno trasformato il corso in una passerella.
Il Comitato Organizzatore aveva fatto allestire anche dodici belle vetture, fra le quali spiccava particolarmente quella infiorata di tulipani, sulle quali aveva preso posto una schiera di graziose giovani sanremesi che hanno battagliato a suon di fiori per tutta la durata della sfilata.
Non si possono naturalmente ignorare, nella rassegna della manifestazione, coloro che sono stati gli artefici veri e propri dei carri fioriti: gli artigiani del fiore.
Alla presente edizione di “Italia in Fiore” hanno offerto il contributo della loro riconosciuta capacità, frutto anche di una esperienza pluriennale i fioristi: Domenico Ziviani, Lindita Biggio, Piero Bernocchi, le sorelle Monti, Giuseppe Carbonetto, Gino Barla e Giovanni Pesante.
Prima di concludere questa cronaca, meritano un cenno particolare i complessi musicali caratteristici, tutti all’altezza del compito loro affidato.
La “Canta e Sciuscia” di Sanremo composta da oltre settanta elementi ha compiuto notevoli progressi sotto la guida di Natale Andreini e una conferma si è avuta in occasione del corso di domenica, imponendosi all’attenzione per la raggiunta armonia del complesso e per le sgargianti uniformi: il titolo “Banda folcloristica più elegante d’Italia” recentemente acquisito a Savona è ben meritato. Originale la trovata del controfagotto, recentemente salito agli onori della cronaca per il caso “Degoli” ed entrato a far parte anche della banda sanremasca.
La “Tiralogni” di Bordighera, che prende il nome da uno dei famosi cannoni che avevano il compito di difendere la cittadella di Sant’Ampelio dalle frequenti incursioni dei pirati turcheschi, è nata tre anni orsono ed è un ottimo complesso.
La “Florelia” di Ospedaletti era praticamente al suo battesimo del fuoco, e si può dire che ha superato positivamente l’esame; è sorta praticamente dal nulla, senza alcun aiuto finanziario del Comune ed avrebbe necessità di dotarsi di divise più adeguate al clima invernale.
La “Zanzara” di Taggia, anch’essa di recente costituzione, ha raccolti molti consensi per l’affiatamento dei suonatori e per le sgargianti divise: è un complesso che potrà farsi onore a lungo.

(Notizie estratte da “L’Eco della Riviera” di Giovedì 9 febbraio 1956 e Giovedì 16 febbraio 1956).


Anno 1957

L’edizione del corso fiorito di quest’anno è stata programmata per giovedì 28 febbraio.
Accantonata l’esperienza di “Italia in Fiore”, è stata ripresa la consuetudine dei soggetti affidati alla fantasia e all’estro degli ideatori.
Il Comitato organizzatore era composto dal presidente, dr. Giorgio Baldi, col quale hanno collaborato: dr. Gianfranco Bau per l’Associazione Commercianti, avv. Carlo Bensa, consigliere comunale, dr. Raffaello Bernuzzi, sig. Giulio Boeri, floricoltore, sig. Aldo Galletti giornalista, cav. Domenico Marvaldi per l’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo, cav. Edoardo Morandi per l’Associazione Albergatori, sig. Gino Napolitano consigliere comunale, sig. Mario Sogliano per il Casinò e sig. Bruno Tamponi consigliere comunale.
Per la prima volta la manifestazione ha visto la presenza delle telecamere della RAI, che ha trasmesso in diretta il primo giro di presentazione.
Un particolare elogio ai floricoltori, ai quali si deve riconoscere una gran parte del merito per la prosperità della città, per la qualità dei fiori prodotti e ai carristi, che hanno dimostrato ancora una volta la loro incomparabile abilità e maestria, tanto che qualcuno ha definito i veicoli infiorati delle vere e proprie “serre viaggianti”.
I fiori utilizzati sono stati soprattutto garofani, ma non sono mancati le strelitzie, il lillà, le rose, le violette, i fiori di pesco, la ginestra e le altre infinite varietà prodotte sulle nostre colline.
La giornata è stata caratterizzata da uno splendido sole che ha accolto festosamente le migliaia di spettatori giunti da ogni parte d’Italia e dall’estero, accorsi all’irresistibile richiamo del corso fiorito. Calorosi e frenetici applausi hanno accompagnato la sfilata di carri e vetture lungo il percorso.
La manifestazione è riuscita perfettamente sotto ogni punto di vista, anche al di sopra delle più rosee previsioni: la folla ha ”combattuto” a colpi di fiori con un ardore finora sconosciuto, infatti il getto dei fiori è stato particolarmente intenso e vivace e i volti sorridenti degli spettatori hanno confermato il loro entusiasmo.
Altra importante componente del successo del corso fiorito è stata la notevole bellezza della gioventù sanremese che ha equipaggiato i carri e le vetture, soprattutto le fanciulle, che hanno aggiunto un tocco di freschezza e leggiadria alla “battaglia”.
Il pubblico ha occupato per tempo gli spazi riservati pagando L.1.000 per le tribune e L.200 per i posti agli steccati e la sfilata è iniziata puntualmente alle ore 14,30.
Un carro che ha riscosso notevole successo è stato “Kon-tiki”, la zattera ormai entrata nella leggenda marinara, realizzata, come la maggior parte dei carri e delle vetture, da Lindita Biggio e dai fratelli Bernocchi. La zattera “navigava” su di un mare di oltre duemila garofani Fanny, mentre altre migliaia di garofani bianchi componevano la vela. Tre graziose fanciulle e un giovane costituivano l’equipaggio.
Anche il “Galeone Romano”, di Lindita Biggio e f.lli Bernocchi, è stato molto ammirato: ben cinquemila garofani rossi erano stati usati solo per rivestire il fasciame dell’imbarcazione. Tre ragazze e un giovanotto indossavano costumi che evocavano l’atmosfera delle guerre puniche; da notare che e un folto gruppo di militari del CAR di Imperia e Arma di Taggia avevano scelto come bersaglio principale proprio le ragazze di questo carro. I costumi erano stati realizzati dalla sartoria “Adriana”.
Il carro “La Casetta dei Sogni”, di Gino Barla e Giovanni Battista Lentisco di Taggia, ha riscosso unanime consenso: la finezza del progetto e il buongusto nella realizzazione ne costituivano gli elementi di maggior spicco. Il soggetto, chiaramente ispirato alla canzone “Casetta in Canadà” lanciata dal recente Festival, presentava una casetta con due belle ragazze, un bel prato verde, una piccola vasca dove guizzavano alcuni pesci rossi, una e un tappeto di funghi; un gradevole ambiente dove ognuno avrebbe avuto piacere di trascorrere serene vacanze. Per infiorare il tutto sono stati necessari oltre cinquemila garofani rosso toscano e bianco neve.
Il carro dell’A.A.S.T. di Sanremo era intitolato “Fantasia orientale”; realizzato da Domenico Ziviani e Vanni Pesante, ospitava uno stuolo di bellissime fanciulle, con una decina di ventagli intessuti con migliaia di garofani Elvira che facevano ala ad un altro ventaglio di notevoli dimensioni: giacinti e tulle viola si mescolavano formando una scenografia da mille e una notte di una vaporosità senza eguali. Se fosse esistito un premio alla leggiadria se lo sarebbe di sicuro aggiudicato questo carro.
Le due vetture “Valzer di Strauss” e “Danubio blu” facevano piombare il pubblico in piena “belle époque”, ricreando, con fiori di tutti i colori, il mondo delle regine e delle duchesse che popolava le operette di Lehar e Strauss. Le ragazze sulle vetture, elegantemente vestite, contribuivano a ricreare l’atmosfera di quei tempi.
Altre vetture, come “Settecento Romantico”, “Serenata” e “Redoute in bianco e lilla”, avevano un tono squisitamente romantico, composizioni di fresca efficacia e al loro passaggio si udivano i commenti più favorevoli. Le ragazze che equipaggiavano i veicoli lanciavano in egual misura mazzetti fioriti e sguardi appassionati.
La vettura “Provenza” era addobbata con fiori che richiamavano i colori della regione tanto amata da Van Gogh e sembravano acquistare nuovo risalto dalle fragranti corolle usate per adornarla.
Un’altra vettura intitolata “Con Te sotto il Fanale” presentava una bella ragazza che sembrava attendere l’innamorato sotto un lampioncino.
Un piacevole accenno di romanticismo era rappresentato da “La Luna e Tu”, addobbata in maniera raffinata, con una coppia di innamorati che si tenevano teneramente per mano.
La vettura ”Primavera” ha probabilmente portato fortuna al corso fiorito, visto che il bel sole non è mancato.
Sulla vettura “Raffaello” faceva bella mostra una tavolozza, sulla quale ciuffi di fiori variopinti facevano le veci degli abituali colori; due sorridenti fanciulle completavano il quadro.
Lo spettacolo di meravigliose raffigurazioni e splendide ragazze proseguiva con “Sinfonia in rosa”, allestita da Mariuccia Dogliotti, quindi con “Riviera Azzurra” e “Sole Mio”. Al passaggio di quest’ultima vettura un gruppo di spettatori, trascinato dall’entusiasmo, ha perfino intonato l’omonimo motivo del repertorio napoletano.
Una vettura intitolata “Carolina” rievocava, con un accenno di culla fiorita e un velo di tulle, il recente lieto evento che ha allietato i sudditi di Ranieri e Grace nella vicina Monaco.
Un altro tratto in comune con Montecarlo era rappresentato dalla vettura “Rouge e Noir”, allestita da Lindita Biggio, con riferimento alle caselle della roulette.
Sulla vettura “Cineserie” due graziose fanciulle impersonavano due perfette cinesine circondate da ogni varietà di fiori.
A bordo della vettura “Armonie di Colori”, dell’Associazione Albergatori, due bellissime ballerine del gruppo “Doris Ballet”, la cui verve piccante e la grazia sbarazzina rischiavano di offuscare l’immagine artistica della vettura, una delle migliori della manifestazione.
Ecco ancora “Notturno”, che invogliava ad ammirare le stelle in compagnia delle due sorridenti signorine a bordo della vettura.
Seguiva quindi “Arlecchineide” con due graziose fanciulle dai costumi variopinti.
Altra riuscita vettura era “Andalusia de Noche” che richiamava il fascino e l’atmosfera dell’Andalusia anche grazie alle due ragazze con bellissimi costumi in tema.
Un’esplosione di colori era rappresentata da ”Fuochi d’Artificio” che sembrava volessero onorare le due ospiti della vettura.
Era poi la volta di “Principessina di Tokio” con due “nostrane” giapponesine molto carine.
Il carro “La Ruota della Fortuna” presentava una grande ruota infiorata sulla quale veniva a turno innalzato o abbassato un gruppo di allegre e graziose fanciulle.
Una grande lira coperta da violette era il soggetto del carro “Musica e Fiori” con un vivace stuolo di ragazze e ragazzi che se la spassavano un mondo.
La società A.T.A., che gestisce il Casinò, ha presentato “Landau”, con a bordo due belle fanciulle, una bionda e una bruna, che indossavano eleganti costumi ispirati alla “bèlle èpoque”.
In pieno tema carnevalesco era “Tappeto Volante”, ricchissimo di colori: il tappeto era formato da una miriade di semprevivi, appiccicati con pazienza certosina, in prevalenza di tonalità viola, accanto ai quali ne spiccavano altri rossi e gialli; sul carro un prestante Alì Babà e due avvenenti bellezze abbigliate in stile orientaleggiante.
Sul carro “Messico” campeggiava un enorme cactus contornato da altri vistosi fiori dai colori vivaci. Animava la scena un gruppo di “caballeros” fra i quali spiccava una “muchacha” bionda che attirava sguardi ammirati.
L’Associazione degli esportatori di fiori (A.N.C.E.F.) ha presentato un bellissimo carro sul quale si trovava una cicogna infiorata, che reggeva col becco un cestino traboccante di fiori dei più pregiati e al posto delle ali aveva altre due grandi ceste di fiori; sui fianchi del carro erano disposte eleganti corbeilles mentre sulla parte anteriore emergeva un grande mappamondo, a riprova del fatto che i nostri fiori vengono spediti in tutto il mondo.
Sul carro “Altalena Fiorita” un folto stuolo di belle fanciulle si dondolava a turno su di un’altalena realizzata all’interno di una grande corbeille, in un tripudio di garofani di vari colori.
Veniva quindi il carro “Albero Fiorito”, con un albero realizzato in cartone dipinto e rami di fior di pesco, mentre tutto attorno al carro era stato collocato uno steccato agreste ed erano stati collocati eleganti ciuffi di garofani. Alcune ragazze con ampi cappelli e abiti ispirati alla moda dell’ottocento e un giovane contadino si riposavano all’ombra della pianta.
A seguire il carro “Primavera sulla Neve”, con un pendio coperto da un bianco tappeto di ginestra e un gruppetto di belle signorine e un giovanotto in abbigliamento da sci.
Una delle realizzazioni più complete era quella del “Cigno”, realizzato con candidi garofani, che trainava una bella ragazza, sopra una conchiglia rosa, in un mare di fiori variopinti.
Sula vettura dell’Associazione Commercianti campeggiava un Mercurio fiorito con tutti i suoi simboli, in compagnia di alcune graziose fanciulle.
Il carro “Soccorso Stradale”, presentato dall’automobile Club e realizzato da Ziviani e Pesante con garofani e ginestra, trasportava alcuni finti attrezzi per il pronto intervento e uno stuolo di allegri giovani.
Il carro “Regina dei Fiori”, presentata da un gruppo di floricoltori, era stato realizzato con bellissimi bouquet di rose rosse sormontate, al centro, da una farfalla multicolore: di certo uno dei migliori sotto il profilo floreale e meritevole di encomio; tre graziose signorine costituivano l’equipaggio.
Terminata la sfilata si è purtroppo assistito al solito assalto selvaggio ai carri per strappare qualche “ricordino”, ma soprattutto, da parte di gruppi di giovinastri, sono state prese di mira donne e ragazze, semi soffocate da manciate di coriandoli e talvolta fatte oggetto di attenzioni indesiderate, tanto che sono stati effettuati alcuni fermi da parte delle forze dell’ordine. Le due ballerine che si trovavano sul carro dell’Associazione Albergatori sono giunte in albergo molto spaventate, in quanto dopo la conclusione della sfilata un gruppo di scalmanati aveva letteralmente sollevato il pesante veicolo per portarlo in trionfo fra le urla di terrore delle due ragazze: bisogna sottolineare che certi “scherzi” non sono tollerabili nemmeno a carnevale.

(Notizie estratte da “L’ECO DELLA RIVIERA” di Domenica 03.03.1957)

Anno 1958

Nel 1958 la formula della manifestazione è stata “Corso Fiorito d'Eleganza – Sanremo in Fiore”, richiamando in parte il titolo dell’edizione 1939 abbinata con la prima, e purtroppo unica, “Festopoli Sanremese” e la sfilata si è svolta giovedì 13 febbraio.
Hanno partecipato venticinque veicoli fra carri e vetture, in una giornata allietata da uno splendido sole.
Ideatore dei soggetti dei carri è stato il giovane artista sanremese Rino Ceriolo descritto dagli addetti ai lavori come un “un ragazzo in gamba, ricco di idee, di fantasia e di gusto che ha trasformato il corso fiorito in una favola pittoresca e gentile come un cartone animato di Walt Disney”. Il giudizio più lusinghiero sulla sua opera è stato espresso dal pittore Gentilini, di origini sanremesi, che ha definito il corso “stupefacente”, mentre gli spettatori lo hanno giudicato “il più bel corso del dopoguerra”.
In effetti Ceriolo ha progettato dei carri che prevedevano, oltre ad un sicuro effetto scenico, anche alcune parti in movimento, già di per sé in grado di affrontare il pubblico, in contrasto con quelli di vecchia concezione che erano molto più statici, piatti e inanimati, ancorati alla struttura rettangolare dei veicoli.
Da più parti è stata fatta rilevare l’opportunità di potenziare ulteriormente il corso, infatti tutti lo hanno lodato dal punto di vista della bellezza, dello sfarzo, della fantasia, ma hanno anche rilevato che purtroppo la città manca di una strada adeguata che possa costituire un vero e proprio palcoscenico, come invece avviene a Viareggio e a Nizza. Se ciò fosse possibile si potrebbe pensare ad un corso con cinquanta veicoli, ottenendo una manifestazione di portata mondiale, ma purtroppo al momento attuale Sanremo non dispone di una sede idonea, quindi un tale progetto dev’essere accantonato.
Altro fatto importante che ha caratterizzato questa edizione della manifestazione concerne gli equipaggi dei carri. Dopo una lunga opera di selezione, sono state scelte oltre cento belle e serie ragazze, appartenenti alle migliori famiglie sanremesi; si è così compiuto un curioso ricorso storico che ha unito nel tempo la storia dei corsi fioriti: infatti le fanciulle che hanno partecipato alla sfilata erano quasi tutte parenti, più o meno lontane, delle giovani donne che hanno dato vita alle primissime edizioni dei corsi. A quei tempi la partecipazione al corso non era solo pretesto per lo svago di qualche ora, ma assumeva un valore ed uno scopo preciso: quello di affermazione di una condizione famigliare, etica e sociale ben precisa e definita, in quanto, quando i primi corsi fioriti videro la luce, presentare una carrozza con sopra le proprie figlie rappresentava la pubblica dimostrazione di possibilità economiche rilevanti e di una superiore levatura sociale. La vettura sulla “strada Nuova” a carnevale, rappresentava quello che sottintendeva il palco al teatro Principe Amedeo durante tutto l’anno o il banco di famiglia nelle chiese più prestigiose: cioè l’affermazione di una condizione invidiabile.
Notevole l’affluenza del pubblico che ha affollato tribune e steccati con una presenza di oltre 25.000 spettatori, malgrado il primo giro venisse trasmesso in diretta dalla RAI.
Alla manifestazione hanno partecipato, in veste di ospiti d'onore, gli attori Lorella De Luca, Ugo Tognazzi, Lauretta Masiero e Silvio Noto, oltre al signor Pierre Brisson, direttore e proprietario del prestigioso giornale parigino “Le Figarò”.
I carri sono stati addobbati con oltre 60.000 garofani, 29.000 mazzetti di violette, 135 dozzine di strelitzie, 90 dozzine di rose, 400 ciclamini, per citare solo le varietà più pregiate. Utilizzati, inoltre, circa 150.000 mazzetti fantasia per il consueto lancio fra carri e spettatori.
Alle 14,30 precise hanno aperto la sfilate le bande folcloristiche:
“Rumpe e Streppa” di Finalmarina, “Florelia” di Ospedaletti e “Canta e Sciuscia” di Sanremo, al suono del brano dialettale umoristico “Vàtte a pià in magàju, putrùn“ (cioè “Vai a prenderti un bidente, poltrone”), composto dal maestro Marabotto su versi di Rinaldo Boscetto.
A seguire, il carro “L'Inverno vi offre la Primavera a Sanremo”, con un grande pupazzo di neve che al termine del primo giro si è aperto alla sommità, facendo uscire una splendida fanciulla che impersonava la Primavera.
Venivano quindi alcune vetture di Enti e Associazioni locali: “Sabrina” dell'Associazione Commercianti, con una profusione di garofani, un gran ciuffo di strelitzie e tre ragazze con abiti rosa;
“Trionfo di Garofani” del Casinò, presentava una grande chitarra di calendula e violette mentre il resto del veicolo era coperto di garofani oltre ad alcuni rami di pesco in fiore: a bordo erano ospitate due signorine molto eleganti;
“Sci nautico” dell'Associazione Albergatori;
Seguivano: “Fiori di Sanremo nel Mondo” dell'Associazione Nazionale Commercianti Esportatori Fiori (ANCEF) con tre giovani fanciulle che facevano corona ad una locomotiva tappezzata di fiori e una grande corbeille con alcuni ciuffi di strelitzie;
“Turismo in Fiore” dell'Azienda di Soggiorno, che mostrava un gruppo di viaggiatori in mezzo ad una distesa di fiori.
Di seguito hanno sfilato le altre vetture: “Riviera dei Fiori”, di Lindita Biggio, mostrava un gran trono fiorito sul quale sedeva un’elegante fanciulla simboleggiante la nostra Riviera; “Caccia alla Volpe” di Barla e Lentisco, con un grande canestro bordato di garofani nel quale si trovavano alcune fanciulle che indossavano costumi da amazzoni d’oltre Manica; “Il Maggiolino” di D. Ziviani;
“Mille e una Notte” di G. Pesante, presentava una calzatura orientale, con la punta rialzata, ricoperta di garofani e violette.
Venivano poi i carri di L. Biggio: “India Favolosa”, con un elefante decorato con garofani e pampas;
“Dea Flora“ mostrava un tempio rivestito di fiori e una fontanella di mughetti, nonché un gruppo di “sacerdotesse” che indossavano bianche tuniche scollate;
“Un Americano a Parigi”, presentava una riproduzione dell’arco di trionfo degli Champs Elisées coperto di fiori e un gruppo di fanciulle appoggiate ad alcuni fanali,
“Nel Blu dipinto di Blu” ispirato alla canzone vincitrice del recente Festival, infiorato con garofani e strelitzie;
“Il giardino delle Geishe” aveva un padiglione giapponese ornato di garofani e un gruppo di geishe con eleganti costumi e parasole in stile.
Venivano quindi i carri di D. Ziviani: “Midinettes de Paris”, mostrava un gruppetto di ragazze con ampi e svolazzanti costumi e un gran cappello di paglia;
”Giochi d'Acqua”, che aveva a bordo uno zampillante esemplare delle famose fontane Trucco;
“Zoccoletti Olandesi” presentava un mulino a vento infiorato, circondato da un basso steccato, e un gruppetto di ragazze con i caratteristici costumi olandesi;
“Cha-Cha-Cha”, che costituiva un classico esempio dei carri di vecchia concezione.
Ecco quindi il carro “Old River” di G. Pesante, raffigurante un battello del Mississippi a bordo del quale c'era un complesso jazz di “neri sanremaschi” fra i quali Nini Sappia, Luciano Semiglia, Eugenio Carugati, G. Franco Grinda e altri;
Seguivano i carri di Barla e Lentisco: “La Casetta del Giardiniere”, rappresentata da un grande innaffiatoio infiorato dal quale facevano capolino alcune belle ragazze,
“Le Belle Castellane”, con alcune ragazze che indossavano abiti in stile medioevale,
“Venezia Romantica” che presentava un gruppo di figuranti vestite come damine veneziane;
“Altalena di Primavera” con due belle fanciulle che si dondolavano su di una grande altalena tappezzata di fiori;
“Carnevale Sanremese”, che chiudeva la sfilata e mostrava una serie di personaggi con le maschere tradizionali italiane in mezzo ad una profusione di fiori multicolori.
Malgrado le ripetute preghiere rivolte al pubblico durante il corso, al suo termine si è scatenato l’assalto ai carri, perché tutti volevano aggiudicarsi a qualsiasi costo un “trofeo” floreale da esibire al proprio ritorno a casa.

(Notizie estratte da “L'ECO DELLA RIVIERA” di Domenica 16.02.1958)

Anno 1959

Il Corso Fiorito si è svolto domenica 1 febbraio.
Per la prima volta gli organizzatori hanno voluto un collegamento diretto con il Festival, infatti dieci carri, dei ventidue previsti, raffiguravano altrettante canzoni e precisamente le protagoniste della serata finale della recente rassegna canora. Si è così raggiunto un duplice scopo: prolungare l’effetto eco del Festival sfruttando il Corso Fiorito e aggiungere interesse ai carri che potevano vantare la presenza di alcuni famosi cantanti.
La partita di calcio Sanremese-Mestrina è stata anticipata alle ore 10 del mattino per evitare la concomitanza con il Corso Fiorito.
Il tempo ha voluto imitare Domenico Modugno e la sua canzone “Piove”, con la quale ha vinto il Festival, versando qualche goccia di pioggia che ha messo in apprensione gli organizzatori, ma si è trattato di un pericolo di breve durata e il corso è stato risparmiato.
Si calcola che gli spettatori siano stati circa 50 mila e che siano stati utilizzati oltre mezzo milione di fiori per l’addobbo dei carri e per i mazzetti da lanciare nel corso della “battaglia”.
I bozzetti della rassegna sono stati disegnati da Rino Ceriolo, sempre più abile e geniale, ed esperti artisti-artigiani ne hanno curato la messa in opera.
Il ruolo di speaker ufficiale della sfilata è stato affidato ad Enzo Tortora che aveva già presentato il Festival.
I carri, partendo dalla stazione delle autolinee, hanno seguito il percorso via Asquasciati, piazza Colombo, via Matteotti, attestandosi fra il Credito Italiano e l’hotel Nazionale, per quindi immettersi su via Roma dove è avvenuta la sfilata; ciò è servito anche per agevolare la ripresa diretta televisiva, infatti il primo giro di presentazione è stato mandato in onda in Eurovisione.
La sfilata è stata aperta dalla banda “La Croisette” di Cannes, che era composta tutta da ragazzini, molto fieri ed impettiti nelle loro sfavillanti divise in bianco ed azzurro.
Il primo carro che si è presentato al pubblico è stato “L’Inverno vi Offre la Primavera di Sanremo”, del comitato organizzatore, che presentava un grande sole sorridente che sovrastava un pendio innevato ed aveva a bordo una splendida signorina molto applaudita dal pubblico.
Seguiva la vettura della locale Associazione Albergatori, “Balcone in fiore”, unico veicolo allestito quest’anno da Lindita Biggio, che aveva realizzato con perfezione di dettagli un pergolato, sotto le cui fronde due giovani molto carine sembravano attendere i loro innamorati indossando costumi di moiré color lilla.
Sul carro “Il Pozzo dei Miracoli”, infiorato da Ziviani, era stato costruito un pozzo che sembrava di mattoni, mentre dall’arco sovrastante pendeva un secchio che i quattro componenti dell’equipaggio sembravano pronti a calare nel pozzo per portare in superficie bracciate di fiori: ovviamente ogni elemento del carro era realizzato solo con i profumati prodotti della nostra terra.
Subito dopo la stupenda apparizione del carro “Le Bambole”, decorato a cura dell’associazione commercianti milanese, dove il gusto dell’ideatore si era felicemente fuso con l’estro e l’abilità sartoriale delle sorelle Viel di Milano, creatrici dei magnifici costumi indossati dalle belle ragazze che occupavano le tre pedane circolari del carro, come se fossero state autentiche bambole di porcellana. Il colore degli abiti oscillava fra lo champagne e certi gialli dei dipinti di Van Gogh: una vera gioia per gli occhi, accresciuta dalla graziosa e romantica foggia ottocentesca degli ampi cappelli.
Irrompevano quindi le allegre e chiassose note della banda folcloristica “Rumpe e Strepa” di Finalmarina, con le divise rosso ed oro e gli strumenti dalla foggia più bizzarra, preceduta dalla ormai celebre “mazziera”. Il celebre gruppo non era certo una novità per il corso fiorito sanremese, ma gli applausi scroscianti hanno confermato il notevole favore del pubblico.
Grande successo ha riscosso il carro “Incanto della Foresta”, infiorato ad opera dell’associazione giardinieri del Comune di Sanremo, mentre il soggetto ideato da Rino Ceriolo era degno di un film di Tarzan e prevedeva una serie di palme e una grande capanna in un tripudio di colori, con garofani di pregiate qualità ed altri fiori di raro valore. Alcune “indigene” sembravano fare una buona guardia e indossavano costumi con gonnellini di pelle e rafia oltre ad attillati corpini verdi.
Sul carro “Sirene” campeggiava, accanto ad un grosso pesce e ad un ippocampo, una splendida fanciulla che indossava un modello di Melvina Noceti: un jersey di seta bianca, guarnito di nastri e coroncine di giunchiglie.
Un altro carro, intitolato “Battuta di Caccia”, era infiorato dalla ditta Primavera di G. Pesante e presentava cavalli modellati in blu oltre a bianche trombe, sufficienti a suggerire la illusione che si stesse davvero inseguire qualche preda, mentre due eleganti cavallerizze vestivano bluse rosa e calzoni bianchi ed erano munite degli immancabili frustini.
Veniva quindi il carro “L’Isola del Tesoro”, con garofani e altri fiori esotici; a bordo due belle fanciulle in costumi da pirata e un’altra con un magnifico costume di raso bianco e azzurro e sul capo uno scintillante diadema.
A seguire la banda “La Zanzara” di Taggia che diffondeva note musicali a perdifiato regalando a tutti ritmi in libertà e allegria a non finire.
Sul carro successivo “I Fiori di Sanremo” non si sapeva bene se ammirare di più le corolle variopinte o le quattro graziose signorine che nei loro costumi bianchi e neri dispensavano gradevoli sorrisi. Con un curioso accostamento la decorazione floreale era ad opera dell’Associazione Commercianti di fiori di Milano.
Seguiva il carro “Il Risciò dell’Amore” era invece allestito dalla Primavera di G. Pesante; un grande papero tutto giallo tirava un calessino in mezzo ad una profusione di fiori di mille colori. Sul risciò due giovani fanciulle che indossavano abiti di raso in stile giapponese.
Accolto da grida entusiastiche ha sfilato il carro “Primo Amore”, ispirato all’omonimo film di Mario Camerini che era stato proiettato, la sera precedente, in anteprima mondiale al cinema Astra, su iniziativa dell’Associazione Stampa Ligure. C’era un grande cuore rosso delineato con tralci e ghirlande fiorite e un insieme di fiori variopinti. Inoltre l’equipaggio era costituito da interpreti del film, cioè: Lorella De Luca, Carla Gravina, Paola Quattrini, Kristine Kaufmann, Geronimo Meynier, e Marcello Paolini. I sei attori rispondevano alle acclamazioni del pubblico, e partecipavano alla “battaglia” di fiori, ma dovevano anche badare a non perdere l’equilibrio. Ad un certo punto, per ripararsi dalla folla hanno raggiunto l’Hotel Centrale, ma anche lì sono stati raggiunti da numerosi cacciatori di autografi.
Intanto il corso fiorito continuava ad offrire uno spettacolo molto suggestivo.
Un grandissimo successo è stato riportato dal carro “Goodbye Jersey - La Principessa del Mare”, infiorato dalla Jersey Flower’s Battle Association, comitato organizzatore della battaglia floreale dell’isola di Jersey. Allo scopo era giunta a Sanremo una comitiva di circa 150 persone, fra addetti ai lavori e autorità del luogo, oltre a ben 115 ceste di fiori per addobbare il carro e da lanciare al pubblico. Il soggetto era costituito da una grande conchiglia fiorita gialla al cui centro era seduta una bellissima ed elegante miss vestita di bianco, che rappresentava forse una perla, mentre altre due splendide miss con abiti di tulle azzurro e coroncine di strass erano sedute nella parte anteriore del carro e alcuni pesci con fiori di vari colori completavano il quadro.
Una trovata interessante che ha già dato un risultato positivo e potrebbe ripetersi e svilupparsi anche negli anni futuri è quella di dedicare una decina di carri alle canzoni finaliste del Festival.
Ha sfilato anche un bellissimo carro presentato dal Casinò, dedicato, come suggerisce il nome, alla “Canzone all’Italiana”: una riuscitissima cetra formata dall’ intreccio di due candidi cigni, con grandi ciuffi di garofani bianchi, rossi e rosa. Due belle fanciulle, una vestita di rosso e un’altra con un abito rosa, davano un ulteriore tocco di fascino alla scena.
Sul carro “Un Bacio Sulla Bocca”, infiorato da Leo Wilmo Donzella, Tonina Torrielli ha degnamente assolto il compito di rappresentare i cantanti “all’italiana”. Accanto alla nota cantante due graziose fanciulle con abiti a pois, uno rosa ed uno azzurro, su sfondo bianco, mentre un’altalena fiorita sembrava attendere gli innamorati citati nella canzone.
Anche Arturo Testa non ha esitato a salire su di un carro: ovviamente era ”Io Sono il Vento”, ispirato al brano omonimo da lui stesso portato al secondo posto del Festival. Due grandi ali di candide piume che si muovevano al minimo soffio d’aria, rendevano bene il significativo titolo del carro.
Altro noto cantante che ha raccolto un buon successo personale è stato Natalino Otto, sul carro ispirato alla canzone “Una Marcia in Fa” che presentava un antico maniero, con tanto di ponte levatoio, di stemmi araldici e di armigeri a difesa del castello.
Fra lo stupore del pubblico ecco un carro senza equipaggio, ma la spiegazione era molto semplice: essendo dedicato alla canzone “Nessuno”…. non c’erano persone a bordo, solo i fiori e una bellissima fontana: l’addobbo era dovuto a Barla e Lentisco di Taggia.
Di seguito veniva la banda folcloristica sanremese Canta e Sciuscia, con le sgargianti divise e gli stravaganti strumenti dai quali zampillavano briose note.
Molto gradevole il carro “Avevamo la Stessa Età” con una graziosa casetta infiorata con garofani e violette mentre sulla parte anteriore animavano la scena alcuni giovanetti e ragazze.
La folla ha quini ammirato il carro “Sempre con Te”, che sembrava portare una ventata di Spagna, grazie ad un grande chitarra ricoperta di garofani rossi e bianchi, con al centro una bella fanciulla che indossava un abito giallo scollato, guarnito di pizzi neri, di foggia spagnola.
Toccava poi alla banda Tiralogni di Bordighera e agli allegri motivi che allietavano gli spettatori.
Il carro dedicato a “Lì per Lì”, infiorato da Barla e Lentisco, presentava vari elementi: un orologio a cucù, un giradischi con tanto di puntina e una grande rosa rossa, con un largo uso di garofani, tulipani e altri fiori pregiati.
E’ stata quindi la volta del carro della canzone “Tua”, che raffigurava tre margherite, simili a quella effigiata sui manifesti pubblicitari del corso fiorito, nell’atto di suonare un mandolino sullo sfondo di un mandorlo in fiore, sotto lo sguardo attento di tre belle “giardiniere” mentre sulla parte anteriore sedevano due sorridenti ragazze che indossavano eleganti modelli creati da Noceti e bellissimi cappelli di organza.
Il carro era seguito da un allegro gruppo musicale proveniente da Mentone che trasmetteva al pubblico un vera e propria euforia.
Veniva quindi il carro “Conoscerti” che presentava una lunga scala di garofani bianchi e rossi con una bordura che richiamava le note musicali: la “scala del successo”, al vertice della quale c’era una sorta di cancellata adorna di garofani bianchi, rossi e rosa. Una elegante e bella fanciulla fasciata in un modello verde acqua, anch’esso di Noceti, sembrava attendere i candidati al successo.
Ultimo carro della rassegna quello dedicato alla canzone di Modugno che ha appena vinto il Festival, cioè “Piove”, come confermato dalla grande scritta in fiori blu e bianchi. Sembrava davvero che piovesse, grazie ai giochi d’acqua di G. B. Trucco, tanto che la signorina sul carro aveva indossato un impermeabile lilla, ma sullo sfondo un grande arcobaleno trasmetteva un messaggio di speranza e ottimismo. Numerosi grandi ciuffi di garofani rossi, bianchi e rosa arricchivano la scena.
La manifestazione ha riportato un successo completo, per il numero dei partecipanti, per l’accurata organizzazione, per la presenza di grandi nomi del cinema e della canzone, ma soprattutto per la raffinatezza ed il ricco addobbo dei carri che hanno sfilato fra gli applausi calorosi degli spettatori.


(Notizie estratte da “L’ECO DELLA RIVIERA” di Domenica 1 e Giovedì 5 febbraio 1959)

Anno 1960

Contrariamente ad una consolidata tradizione il corso fiorito è stato programmato per domenica 31 gennaio, un mese in anticipo rispetto al periodo di Carnevale, suscitando un certo malcontento fra le persone che non amano molto le innovazioni, ma l’obiezione è stata respinta considerando che la straordinarietà dei nostri carri sta proprio nel potersi adornare con ricchezza dei fiori prodotti dai floricoltori della Riviera, che sbocciano nel periodo più rigido dell’anno quando altrove la natura è ancora in pieno letargo, quindi quest’anno il contrasto sarebbe risultato ancora maggiore e con esso sarebbe ulteriormente migliorato anche l’effetto.
A proposito di richiamo, gli organizzatori hanno deciso di cogliere l’occasione del Festival della canzone, che proprio quest’anno ha raggiunto il decimo anno di programmazione, per abbinare il caleidoscopio fiorito dei carri al ricordo dei motivetti musicali di maggiore successo; tenendo conto di tale opportunità è stato varato un programma che ha previsto l’allestimento di sette carri con soggetti vari e di altri dieci dedicati alle canzoni risultate vincitrici in ciascuna edizione del Festival.
L’idea si è rivelata molto azzeccata e aver abbinato le due manifestazioni, facendo coincidere il termine della rassegna canora con l’inizio del corso fiorito, ha comportato sensibili vantaggi per entrambe.
Il legame si è rivelato particolarmente vincolante specialmente fra sabato e domenica, con l’urgenza di conoscere l’esito delle votazioni per saper se il carro della decima edizione sarebbe stato dedicato a “Romantica” di R. Rascel o a “Libero” di D. Modugno. Appena appreso il risultato gli artigiani hanno dovuto sottoporsi ad un “tour de force” per allestire in tempo utile il carro dedicato alla canzone vincitrice della decima edizione del Festival.
I carri sono usciti dalla stazione autolinee, dove sono stati allestiti, quindi sono transitati in piazza Colombo e in via Matteotti fino al Casinò e al primo tratto di c.so Imperatrice, dove erano state installate le telecamere della RAI che ha trasmesso l’evento in Eurovisione. All’altezza del palazzo Riviera hanno svoltato verso la stazione ferroviaria per immettersi su via Roma percorrendola fino allo Zampillo e svoltando attorno all’aiola per iniziare il percorso di ritorno.
Il pubblico era affluito numeroso, stimate oltre 50.000 persone, distribuendosi lungo tutto il percorso: il prezzo per accedere alla tribuna lato monte di c.so Mombello era di L. 2.500, di L. 500 per le altre tribune e di L. 200 per le transenne. La tribuna lato mare di c.so Mombello era riservata a invitati e autorità.
Mancavano solo i cantanti, che sono rimasti in albergo, forse preoccupati di salvaguardare le loro ugole o per timore degli ammiratori troppo focosi.
Uno splendido sole ha accompagnato tutta la giornata, rendendo ancora più vivida l’immagine della sfilata e facendo felici sanremesi ed ospiti. Peccato che in Italia e nei paesi collegati in Eurovisione non ci sia ancora la televisione a colori, perché i telespettatori non hanno potuto godere appieno dello spettacolo rappresentato dai fiori di ogni specie e colore.
Si parlava di circa un milione di fiori per la decorazione dei carri e altri trecento o quattrocentomila per i mazzetti da lanciare al pubblico: numeri veramente da record.
Un’innovazione rispetto alle edizioni precedenti prevedeva la presenza di un centinaio di giovanotti e signorine che fungevano da coppie di giovani “giardinieri”: muniti di una carriola colma di mazzetti fioriti avevano il compito di rifornire gli equipaggi dei carri durante la “battaglia” con gli spettatori.
Grande attesa e interesse per lo speaker ufficiale del corso, il noto imitatore Alighiero Noschese che ha commentato brillantemente le varie fasi della sfilata.
La banda folcloristica “Canta e Sciuscia” di Sanremo ha aperto la manifestazione riscuotendo calorosi applausi.
I carri sono stati preceduti da sei bellissime ed eleganti auto spider FIAT dell’autosalone Patria. A bordo di ogni auto una bellissima fanciulla dal costume di seta intonato al colore dell’auto e due “corbeilles” di fiori sceltissimi, dalle orchidee alle rose, alle violette e ai garofani delle varietà più pregiate, realizzate dalla ditta Florex di Lorenza Alberti. Durante il secondo giro i splendidi cestini sono stati offerti in omaggio alle autorità e alle ospiti di riguardo.
Il primo carro è stato “Sanremo 1960: isola della Felicità”, infiorato da Wilma Donzella, con una grande “S” attraversata da un’elegante palma e una barchetta che richiamava il fascino del mare con un tripudio di garofani bianchi, rossi e rosa. Facevano bella mostra due eleganti signorine.
Seguiva “Benvenuti a Sanremo”, del Casinò e allestito da G. Pesante, con una scalinata di garofani bianchi e rossi contro uno sfondo di fiori di pesco sul carro una graziosa fanciulla accompagnata da un “lift” e da un fantino.
Molto bello anche “Giardini Fioriti” dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, preparato da Lindita Biggio, con un grande arco inghirlandato, tanti garofani e mazzi di strelitzie: a bordo tre splendide “giardiniere” inguainate in attillati costumi di raso.
Quindi il carro “L’Inverno a Sanremo” dell’associazione albergatori, allestito da Ziviani con una profusione di tulipani e margherite: tre belle ragazze con abiti di stile decisamente primaverile sorridevano agli spettatori.
Veniva poi “Papaveri e papere” della ditta Vivaldi, che, in un certo senso, anticipava i dieci carri dedicati alle canzoni vincenti al Festival, ma a buon diritto, pur non avendo il requisito richiesto, avrebbe potuto figurare fra di essi per il successo che ebbe in tutto il mondo. Il soggetto presentava una casetta con una “contadinella” molto carina e tre piccole “paperine”.
Di seguito il carro “I Fiori Cantano” di D. Ziviani, con un trionfo di strelitzie e due palme declinanti sopra una tastiera di pianoforte e tre graziose fanciulle.
La serie dei carri a soggetto libero veniva completata da “Miss Fiore”, di Lindita Biggio, con una grande corolla di garofani rosa al centro della quale sedeva la bionda “miss del fiore”, mentre sulla parte anteriore del carro, in mezzo a cuscini di garofani multicolori si trovava la sua sorridente valletta bruna.
Ed ecco i carri dedicati alle canzoni:
“Grazie dei Fiori” - 1951, infiorato dalla ditta Adriana Battistelli mostrava, all’interno di un canestro infiorato, una coppia di pupazzi: “lui” era inginocchiato nel gesto di un innamorato che offre un mazzo di fiori alla sua amata. Due ragazze con casacche e cappucci rossi fungevano da equipaggio.
Quindi ecco “Vola Colomba” - 1952, allestito dai F.lli Bernocchi, con tre belle fanciulle vestite di bianco e un fondale di archi intrecciati: il tutto era ricoperto da garofani bianchi, rosa e rossi.
Era la volta di “Viale d’Autunno” - 1953, decorato dal Gruppo Carristi, notevole per le due grandi foglie di platano trapuntate di calendula, con una coppia di figuranti: lei indossava un abito con un bolero blu e una lunga e ampia gonna rosa, lui abito scuro, mantello e cilindro.
Seguiva “Tutte le Mamme” - 1954, infiorato dalla ditta Ghu con garofani bianchi e rosa, presentava un grande globo terrestre, una cicogna dal lungo collo che reggeva col becco un fagotto con tanto di bebè e sul pianale tre ragazze vestite con costumi di popoli diversi che simboleggiavano le mamme di tutto il mondo.
Il carro “Buongiorno Tristezza” - 1955, allestito da Battistotti , mostrava una coppia, che ricordava i famosi innamorati di Peynet, seduta davanti ad un albero con incisi due cuori e alla siluette di un giovane in atto di offrire il proprio cuore ad una donna immaginaria.
Toccava quindi ad “Aprite le Finestre” - 1956, addobbato da Ziviani, con un sole risplendente di margherite gialle davanti a tre finestre spalancate, dalle quali si affacciavano i volti sorridenti di due graziose fanciulle, sopra ad un tappeto di margherite bianche.
Ecco poi “Corde della Mia Chitarra” - 1957, infiorato da G. Pesante, che riprendeva l’idea, non proprio nuova, delle margherite che suonavano il mandolino, attorno ad una grande chitarra immersa in una distesa di garofani rosa e bianchi, sulla quale si trovavano anche due belle fanciulle con abiti vaporosi, molto eleganti.
Seguiva “Nel Blu Dipinto di Blu” - 1958 (nota come “Volare”), allestita da Barla, con la trovata di una mongolfiera di fiori multicolori sospesa contro la sfondo di un folto numero di palloncini policromi; tre “bambine” con vestitini a quadri e lunghi mutandoni adorni di pizzi costituivano l’equipaggio.
Era la volta di “Piove” – 1959 (popolarmente conosciuta come “Ciao…Ciao Bambina), anch’esso infiorato da Barla, mostrava un vecchio vagone di garofani bianchi, rossi e gialli, rotaie bianche e traversine di calendula; sulla vettura una ragazza con l’ombrello aperto e dinanzi un giovanotto in impermeabile, inoltre un grande semaforo in garofani bianchi e rossi ed una capostazione molto carina con tanto di paletta regolamentare.
Per ultima la vincitrice del Festival appena concluso: “Romantica” - 1960, addobbata e ultimata a tempo di record da Lindita Biggio, con un’elegante balconata in stile barocco adorno di tralci fioriti dal quale si affacciava una bellissima ragazza bionda che indossava un abito rosa molto elegante.
Un plauso incondizionato agli organizzatori, al progettista dei carri e agli allestitori che hanno contribuito in maniera sostanziale alla buona riuscita del corso fiorito, che è sicuramente da annoverare fra i migliori in assoluto che siano stati realizzati.

(Notizie estratte da “L’ECO DELLA RIVIERA” di Domenica 31 gennaio e Giovedì 4 febbraio 1960).