Francesco Bronda e Carlo Matricardi

NOTE:
Pagine 93.
Edizione Marconi Arti Grafiche - Genova.
Finito di stampare Marzo 1993.
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Ogni edificio vecchio di secoli reca nell'intimo delle sue pietre incassate e sovrapposte la memoria e la fatica di coloro che lo eressero e la passione delle generazioni di coloro che entro k sue mura hanno vissuto, sperato, lavorato, sofferto.
È come se la fatica di chi manualmente lo eresse e la spiritualità di chi l'abitò vi avessero infuso un'intima vitale vibrazione: questo è il dono misterioso dell'uomo alla pietra, dono che rende attraente la ricerca delle origini e della sorte di un palazzo.
Uno degli edifici più suggestivi per la fantasia e l'interesse dello storico è certamente quello nel quale attualmente ha sede l'Istituto Don Orione di Sanremo. appassionante riviverne la storia e l'evoluzione attraverso gli avvenimenti che vi si succedettero e le varie umane attività che gli diedero vita dal XVII° secolo in poi.
Cessata l'attività dell'antico Convitto S. Romolo per ragioni storiche ineludibili, la bandiera orionina a Sanremo passava alla Villa S. Clotilde con annessa Casa di riposo, ma soprattutto passava a queste mura secolari che si affiancano al tempio mariano in cima al Colle della Costa.
Schiere di religiosi e suore di Don Orione si sono avvicendate per cinquant'anni dentro queste mura a operare sulle frontiere della carità concreta, pagando di persona, tra veglie, fatiche, passione — e anche morte, qualche volta — con poche parole e molti fatti, in mezzo all'amicizia e all'attenzione di tanti, tantissimi (dire tutti sarebbe troppo), con la convinzione che, in definitiva, la voce dei fatti è l'unica che veramente conta.
La tipica istituzione che va sotto il nome di Piccolo Cottolengo, viva e vitale fra le possenti mura dell'antico "Mauriziano", appare in questa luce come il simbolo stesso della carità umile e operosa, di quella carità nascosta che è piccola cronaca quotidiana ma finisce per diventare storia.