Laura Garberoglio e Angelo Stella
La Costa " Armedana "
NOTE:
Pagine 331.
Edizione: Tipolitografia Graficolor - Arma di Taggia.
Stampata nel Dicembre 20013.
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Il libro della "Cumpagnia armasca"- Da una grotta... una città - vuole essere un omaggio ad Arma e alla sua storia per troppo tempo dimenticata.
Ad un primo sguardo, ancora oggi, nonostante i rapidi cambiamenti socio-economici verificatisi nel secolo scorso e in particolare nel secondo dopoguerra, abbiano profondamente trasformato l'aspetto del territorio, il nostro paese colpisce per le sue bellezze naturali.
Portandoci ad un punto di osservazione ideale, posto sul mare, a poche miglia dalla costa, distanza che consente una visione d'insieme poco alterata dagli interventi dell'uomo, si possono cogliere i tratti essenziali del paesaggio. L'impressione dominante è quella di una terra luminosa, immersa nell'azzurro del cielo e percorsa da un'aria così tersa, che consente di distinguere chiaramente i contorni dei rilievi.
A levante le colline della Grangia e a ponente quelle dei Castelletti, degradando verso il mare, circondano una estesa pianura alluvionale, da sempre molto ambita, sia per la fertilità del suolo, sia per la ricchezza d'acqua.
L'area è delimitata a nord dal monte Saccarello, estremo baluardo della profonda Valle Argentina a riparo dai venti freddi. La piana si apre a sud sull'ariosa foce del torrente Argentina e sull'ampia insenatura del golfo Armedano, dove la riva sabbiosa riflette la luce del sole. Questi elementi di per sé caratterizzano una località e la rendono amabile.
Il tessuto urbano inserito in questo contesto si presenta poco omogeneo, ma è moderno e può indurre molti a ritenere che quello di Arma sia un insediamento recente, senza passato o quasi.