Commediografo e Poeta dialettale

"Gin" de Stefani

Il 1 aprile 1887 nacque a Sanremo Anton Luigi De Stefani, detto "Gin".

Era figlio di Antonio e di Antonietta D'Imporzano. Segue studi di indirizzo tecnico (nonostante fosse già all'epoca corrispondente teatrale della rivista “Arte Drammatica") e viene assunto come Impiegato Postale e destinato per alcuni anni ad Alessandria (cosa che sopportò con molta tristezza).

Nel 1914 sposa Angela Balestreri, sua fedele compagnia di una vita che non sarà allietata dalla nascita di figli.
Durante la prima guerra mondiale scrisse il poema Cavalleria Macabra e la prima poesia in sanremasco "A Gurpe e u Crovu", traduzione della nota poesia di Fedro, mai pubblicata ed andata perduta.

Dal 1919, in alternaza con Vincenzo Jacono, condusse per l'Eco della Riviera una rubrica in versi "martelliani" (unione di due settenari) denominata " I ciapeti di véji " dove  Mastr'Antò u Basté (lui) e Bigin Sciacastrasse (Jacono) discutevano tra loro.
Nel 1925 scrisse su una rivista "Arma u tò còtre e sèrca Carlandria", che il manifesto definiva "rivista dialettale in un prologo, quattro atti, sei quadri e parecchie scenate". 


Scrisse la commedia "U ciaravüju", considerata la più bella commedia in sanremasco, scritta insiema a Vincenzo Jacono.
La prima fu al Teatro Pincipe Amedeo il 25 marzo 1930, cui seguirono ben otto repliche consecutive !
Fu poi rappresentata nel 1946 al Teatro Centrale e all'Ariston nel 1977 e 1886.

Altre commedie:
1951 - " L'Inveza de meriéli " (la voglia di fragole) - atto unico;
1951" U trücu de Zanin " con Nini Sappia e Nicoletta Semeria;
1952 - " Büriana " (vento di tramontana) tre atti, presentata al Centrale;
1956 - " L'estai de San Martin " commedia in tre atti, uscita il 25 febbraio;
1958 - " A cà di spiriti " ;
1961 - " Dighe au luvu " che chiude la trilogia con U ciaravüju e Büriana. Rappresentata postuma.

Fu prolifico anche nel campo poetico scrivedo molti poemetti e posie.
Tra queste " U can da Cascéte ", oppure " Pagine arrecampae da in vucabulariu ruixilàu dai ra-ti... " che, secondo Franco D'Imporzano nella sua prefazione, hanno il dono dell'immediata popolarità.

Famoso, del 1949, un suo " Padre Nostru " traduzione in rima e dialetto sanremasco della principale preghiera del cattolicesimo.

Dal 1932 al circa il 1953, conduce sui giornali «La Gazzetta di Sanremo» e poi sull'«Eco della Riviera» una rubrica italo-dialettale " Mugugni de Steva Carabutin nostromu in Pensciun " che riesce a vivacizzare la monotonia delle notizie dei giornali stessi (c.f.r. D'Imporzano).

Nel 1970 la Federazione Operaia pubblicò la sua piccolaenciclopedia poetica " Grezümi in rima " (cose grezze in rima), a cura di Giovanni Giribaldi.

Nel 1976,  la Famija Sanremasca diede alle stampe la raccolta " Caru mei Campanin ! ", che comprende tutta la produzione poetica dell'Autore, con prefazione di Franco D'Imporzano (cit.).

Sia prima che dopo la guerra ha animato il ‘Piccolo Teatro Matuziano’, che proponeva le commedie alla Federazione Operaia, con nomi di grande richiamo come Nini Sappia, Nicoletta Semeria e Ninetto Silvano.
Dopo di lui, negli anni ’70, nacque la "Compagnia Stabile Città di Sanremo". 

Morì a Sanremo il 16 settembre 1961.

(fonte Marco Mauro)