Storico e Commediografo

San Remo Rinnovellata dell'AstraldiNacque a Sanremo il 12 ottobre 1843 da Domenico e da Marietta Carlo. Dopo aver compiuto i primi studi nel collegio cittadino, si iscrisse all'Università di Torino, dove ottenne il diploma di professore di lettere italiane, storia e georafia. Ancora studente aveva pubblicato un breve componimento poetico, intitolato Visione, che lesse in occasione di un anniversario dantesco e che fu apertamente lodato dal giornale locale «Sanremo».

Terminato il corso di filosofia, scrisse un Racconto amoroso in dodici capitoli, che suscitò varie critiche nell'ambiente letterario matuziano.
Nel febbraio del 1870 pubblicò su un numero della «Rivista Ligure» Gemma e Linneo, un canto in versi sciolti, mentre negli stessi anni dava alle stampe un poemetto dantesco dal titolo Sanremo e l'Ombra dei suoi Grandi, in cui elogiò l'opera di coloro che avevano sacrificato sé stessi per la salvezza della Patria.


Dopo aver scritto la commedia "Amore e sacrificio", pubblicata a Oneglia nel 1869, e il dramma "La mano di Dio", compose la sua prima tragedia "Tullia la Superba" ambientata nell'antica Roma, a cui seguì il dramma in cinque atti "Cola di Rienzo" tribuno del popolo romano, edito a Oneglia per tipi di Giovanni Ghilini nel 1870.
Egli inviò quindi copia di questo dramma al re Vittorio Emanuele II e al ministro della Pubblica Istruzione nella speranza che il governo, considerato il valore della sua opera, gli assegnasse una cattedra di storia, geografia o letteratura italiana in qualche istituto statale.
Poco dopo ne trasmise una copia anche al celebre scrittore e patriota Domenico Guerrazzi, che il 17 settembre 1870 gli rispose da Livorno esprimendo il suo vivo apprezzamento per il lavoro del giovane autore sanremese. 
Sempre nel '70 compose la tragedia "Gianni Bruto", che ottenne un discreto successo e fu rappresentata anche a Sanremo il 25 marzo 1872.


Chiamato a Bitonto in Puglia per insegnarvi lettere italiane, storia e geografia, fu informato da un amico e collega dell'attività del poeta napoletano Federico Villani, al quale mandò allora una copia del "Cola di Rienzo", ricevendo anche da lui una lettera di congratulazioni. I suoi drammi furono inoltre valutati positivamente in una recensione scritta dal critico Eugenio Camerini sul «Corriere di Milano» del 19 ottobre 1870.

Dopo essere stato ferito da un colpo di arma da fuoco il 22 febbraio 1871 a Bitonto in circostanze misteriose, iniziò a comporre "Giulio Cesare Vachero ovvero la Repubblica di Genova ed il Piemonte nel secolo XVII", un dramma storico in cinque atti ambientato durante la guerra del 1625 tra Genova e i Savoia, edito a Oneglia nel '71.
Nel 1877 diede invece alle stampe il dramma in versi in cinque atti "Leonilda", due anni dopo scrisse il libretto del melodramma "Elisa" di Gaetano Tessitore.


Di notevole importanza anche la sua produzione storiografica, volta alla ricostruzione minuziosa della vita politica, sociale e culturale di Sanremo dal Settecento ai primi anni del Novecento, e in particolare del periodo risorgimentale e tardottocentesco, che egli trattò con grande acume e rigore scientifico nelle opere "Sulle condizioni civili, morali, intellettuali della Città di Sanremo. Memorie storiche dal 1848 al 1873", uscita a Oneglia per i tipi di Ghilini nel 1873, e "San Remo rinnovellata. I suoi cittadini benemeriti e gli ospiti illustri che a loro dimora invernale scegliendola le accrebbero splendore e fama", pubblicata a Sanremo dalla Tipografia Ligure nel 1902.

Scrisse anche una "Biografia del dott. Siro Andrea Carli", edita a Oneglia nel 1889, una "Raccolta di poemetti e carmi", pubblicata sempre a Oneglia per i tipi di Ghilini nel 1884, e vari epitalami composti in occasione delle nozze di suoi concittadini.

Fu inoltre insegnante di materie letterarie negli istituti di istruzione superiore della città e tenne anche vari discorsi pubblici, tra cui quello letto in occasione di una distribuzione di premi agli allievi del corso tecnico e elementare di una scuola sanremese, pubblicato nel 1879 sotto il titolo "Sulla necessità della educazione morale e civile onde una nazione divenga forte e potente", e l'elogio funebre del giovane Regolo Calvino, pronunciato nel cimitero di Sanremo il 12 aprile 1900.

Morì a Sanremo il 9 febbraio 1916.

L'Amministrazione Comunale nel 1962, gli dedicò la strada senza uscita a partenza da via Roglio che si trova a ridosso dei palazzi del primo tratto di via San Francesco
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(fonte: Vite di Sanremesi Illustri di A.Gandolfo)