Violinista

Aldo FerraresiIl 14 maggio 1902 nacque a Ferrara Aldo Ferraresi, violinista. Il padre Augusto, maresciallo d'artiglieria e appassionato mandolinista e la madre Marcella Jesi, avvalendosi delle doti musicali del bambino, lo avviano a 5 anni allo studio del violino all'Istituto Musicale Frescobaldi di Ferrara, con i valenti maestri Federico Barera e Umberto Supino.

A dodici anni entrò nel conservatorio di Parma e a 15 anni si diplomò in violino a Roma all'Accademia di Santa Cecilia.
Cominciò la sua carriera concertistica al Liceo Musicale di Bologna, al Teatro Comunale e al Teatro Verdi di Ferrara, carriera di "enfant prodige" con spirito audace ed informale, caratteristica di tutta la sua vita. A Ferrara, giovanissimo, si esibì al cinema Apollo, nelle orchestre di cinema muto, nei caffè concerto a Viareggio e Firenze ("Orchestra Ferraresi-Cortopassi").in seguito si recò a Bruxelles alla scuola del celebre violinista Eugène Ysaye, il quale lo considererà il migliore dei suoi allievi.

La sua carriera di solista fu sin dagli esordi brillante: "egli, benché quindicenne, è già un violinista perfetto, ottimo conoscitore della tecnica del suo strumento e possiede, inoltre, un temperamento musicale sensibilissimo che gli permette di interpretare in modo ineccepibile anche i più difficili maestri" (Bastianelli in Il Resto del Carlino, 1918).
Il nazifascismo e la guerra Pesaro sui Ferraresi anche per il fatto che la madre era di religione ebraica.
 

La sua attivitá si svolse dal Teatro alla Scala di Milano, alla Royal Festival Hall di Londra, ai concerti in Spagna, Germania, Svizzera, Russia, Portogallo, Jugoslavia, Stati Uniti, dove venne invitato a celebrare l'anniversario della Philadelphia Orchestra; ovunque con i direttori più celebri, Scherchen, Knappertsbusch, Munch, Barbirolli, Rodzinski, Celibidache, Klecky, Martinon, Cluytens, Poulet, Erede, Rossi, Zecchi, Sonzogno e molti altri. 
Nel '32 venne chiamato a Sanremo da Franco Alfano per fare parte del " Quartetto di Sanremo" un complesso formato oltre che da lui, da Ernesto Nicelli, Romeo Scarpa e Carlo Rampi a cui si aggiunse in un secondo tempo il pianista Marco Martini, un complesso destinato a riscuotere un grande successo. Nel 1934 prese la residenza proprio a Sanremo.

Nel secondo dopoguerra, il 14 giugno 1948, Ferraresi ritornò sul podio alla grande eseguendo al Teatro alla Scala di Milano, sotto la direzione di André Cluytens, il difficilissimo Concerto per violino e orchestra di Mario Guarino.
Memorabili per lui due concerti, il primo a Genova per la celebrazione nel 1950 del V Centenario della nascita di Cristoforo Colombo, ove eseguì il Concerto in re maggiore di Paganini sul Guarnieri "Cannone" e nel 1965 il concerto in Vaticano, nella Sala delle Benedizioni, alla presenza di Sua Santità Papa Paolo VI (cui aveva dato anni prima lezioni di violino) e della curia papale, in cui suona le Melodie solenni op.77 di Jean Sibelius.
Non meno importante il concerto del 1950 presso il Teatro Astra a San Remo alla presenza del Principe Filippo di Edimburgo, quando dovette bissare il Concerto in re maggiore di Paganini.
Nel 1963 esegue il Concerto per violino e orchestra di Aram Kaciaturian, trasmesso alla RAI, sotto la direzione dello stesso compositore.
Ma Ferraresi non trascurò mai l'attività cameristica, che anzi teneva in grande considerazione: primo violino del Quartetto di San Remo e della Orchestra Sinfonica di San Remo, poi primo violino solista al Teatro San Carlo di Napoli.

Tra i pianisti che lo hanno accompagnato ricorderemo Antonio Beltrami, Riccardo Castagnone, Ernesto Galdieri e il figlio Augusto Ferraresi.
Morì il 28 giugno del 1978 per un male improvviso e incurabile, in quella San Remo che lo aveva visto protagonista di successo; vi si era fatto trasferire negli ultimi tempi dalla residenza di Napoli; venne sepolto nel cimitero di Ospedaletti accanto alla tomba della madre e di un fratello.

Ha suonato su molti preziosi violini, ad esempio lo Stradivari "King George" e il Guarnieri di Paganini, ma i suoi strumenti prediletti erano un Camillo Camilli e un Alessandro Gagliano che ha spesso utilizzato nelle sue incisioni.

(fonte: Marco Mauro)