Un'attrice dell'epoca dei film romantici
Anastasia Noris nasceva a San Pietroburgo Il 26 febbraio 1912 conosciuta successivamente con lo pseudonimo di Assia Noris, attrice italiana di origine russa.
Nasce nell'allora capitale dell'Impero Russo, San Pietroburgo; il padre è un ufficiale tedesco, la madre è di nazionalità ucraina. In seguito alla rivoluzione russa fugge in Francia, trasferendosi poi in Italia nel 1929.
Il suo debutto cinematografico avviene nel 1932 in "Trois hommes en habit di Mario Bonnard, ma la sua fama è legata principalmente ai film diretti da Mario Camerini (con il quale fu sposata dal 1940 al 1943) e recitati in coppia con Vittorio De Sica.
La sua capacità di interpretare alla perfezione il personaggio della ragazza onesta è uno degli elementi del successo di pellicole come "Il signor Max" (1937) e "I grandi magazzini" (1939): Assia Noris conquista il pubblico con la sua bellezza esotica e il suo stile di recitazione fine ed elegante, ingenuo e malizioso al tempo stesso, diventando una delle grandi dive del cinema italiano degli anni trenta.
Incarna, agli occhi di una generazione di italiani, l'ideale di donna con la "D" maiuscola descritta anche nelle canzoni dell'epoca, ossia l'eroina angelica di un mondo romantico privo di nubi e drammi.
Il suo successo continuò con la commedia di Mario Soldati "Dora Nelson" (1939) e con "Una storia d'amore" (1942) in cui provò la sua capacità di affrontare anche ruoli drammatici, ma, terminata la seconda guerra mondiale, la sua stella tramontò rapidamente.
Tra gli episodi più emblematici della sua vita, si può annoverare l'incontro con Hitler, descritto da Assia Noris come un pupazzo di neve, con il naso, i baffi e gli occhi finti, che tra una spruzzata ed un'altra di saliva in faccia, le chiede di recitare per conto della UFA, ricevendo però una imbarazzata risposta negativa.
Tra i suoi atti che creano sconcerto fra gli italiani, si ricorda l'apparizione, sconvolgente ed inusuale a quei tempi, in un costume a due pezzi, mentre alcuni suoi comportamenti, ritenuti poco in linea con l'"etica di regime", le costano non solo continui rimproveri da parte del Ministero della Cultura Popolare e del ministro Gaetano Polverelli, ma anche la deportazione in Germania.
Assia tenta allora la via del teatro e recita anche in alcuni film all'estero con risultati alquanto deludenti.
Sorprenderà un po' tutti, ritornando sugli schermi come protagonista nel 1964, dopo circa quindici anni di assenza, in "La Celestina" di Carlo Lizzani.
Torna ancora al teatro ma, non riuscendo più a recuperare il successo perduto, abbandona definitivamente le scene, profondamente delusa dal mondo del cinema, i cui addetti, dimentichi di quello che aveva dato alla cinematografia italiana in passato, la ritengono ormai "fuori moda".
Si è spenta a Sanremo, dopo avervi vissuto per oltre vent'anni, nell'ospedale civile dopo un ricovero a causa di un malore, il 27 gennaio 1998 all'età di 85 anni.
La cerimonia funebre si svolse nella gremita Chiesa Orodossa Russa e la salma venne sepolta nel cimitero di Valle Armea.
(fonte Marco Mauro da Wikipedia)