Uomo di Spettacolo

Carlo DapportoIl 26 giugno 1911 nacque a Sanremo l'attore Carlo Dapporto da Giuseppe, di professione calzolaio, e da Olimpia Cavallito, una casalinga originaria di Asti, che gli trasmise il suo accento dalla tipica inflessione piemontese.

Fin dall’età di quindici anni iniziò a lavorare, prima come fattorino in una drogheria, poi come fabbro, tappezziere, aiutante in una farmacia, barista in un caffè, addetto agli ascensori al Tea Room Daetwyller, e infine, nel 1928, come cameriere al Moulin Rouge di Alassio.

Fu proprio nella cittadina della Riviera delle Palme che iniziò la sua carriera di cabarettista e intrattenitore, divertendo il pubblico con battute ironiche e gag esilaranti tramite la caratterizzazione del suo personaggio più celebre, il “Maliardo”, con cui sarebbe stato in seguito sempre identificato.

Tornato a Sanremo nel 1934, esordì al famoso Caffè Venezuela con le sue prime barzellette, riscuotendo un notevole successo. Resosi però conto che la sua città natale non gli avrebbe consentito di emergere a livello nazionale, maturò la decisione di trasferirsi a Milano, dove iniziò ad esibirsi in numerosi locali.

Nell’estate del ’35 avvenne l’incontro decisivo con la nota star del varietà Vivienne D’Arys, che lo notò al Teatro Savioli di Riccione mentre imitava Stan Laurel e lo scritturò nella sua compagnia di avanspettacolo, in cui già si esibivano celebri attori comici come Carlo Campanini ed Eugenio Testa.

Il 10 ottobre 1935 debuttò al Teatro Storchi di Modena esibendosi in coppia con Carlo Campanini in una riuscita imitazione di Stanlio e Ollio.
Negli anni successivi continuò a recitare nella compagnia della D’Arys, perfezionando la sua tecnica grazie anche all’esempio di grandi attori professionisti come Campanini e Testa. Dopo un breve periodo trascorso come ballerino nella compagnia di Anna Fougez, dove faceva da spalla al comico Dante Maggio insieme a René Thano nel Bolero di Ravel, nel 1940 allestì insieme a Umberto Franzi il suo primo spettacolo di rivista, che rappresentò la vera svolta nella sua vita di attore.

Nel 1941 arrivò l’occasione che tanto aveva atteso: nel corso di uno spettacolo al Supercinema di Milano, venne notato dalla famosa soubrette Wanda Osiris, che lo scritturò come comico per il suo nuovo spettacolo teatrale, consentendogli così di fare il gran salto dal mondo dell’avanspettacolo a quello della rivista.

Il debutto nel mondo del teatro avvenne con la rivista di Nelli e Mangini "Sogniamo insieme", andata in scena al Teatro Alfieri di Torino con musiche di Giuseppe Anepeta e la partecipazione del Trio Lescano. Nella stagione 1942-43 fu invece la volta dell’esordio al Teatro Quattro Fontane di Roma nelle vesti del “Maliardo” con la rivista "Sognate con me", sempre in coppia con la Osiris.

Carlo Dapporto e consorteIn questi anni conobbe anche Augusta, una ballerina dello spettacolo, che in seguito avrebbe sposato e da cui ebbe i figli Massimo nel 1945 e Dario nel 1952.

Dopo il successo ottenuto con la rivista "Che succede a Copa Cabana" (andato in scena nella stagione 1943-44 con coreografie di Dino Solari), nell’ottobre del ’44 debuttò con Marisa Maresca nella rivista "Ohilalà" di Marcello Marchesi, presentata al Mediolanum di Milano, mentre l’anno successivo ritornò a lavorare con la Osiris nell’ "Isola delle Sirene" di Bracchi e Bracci-Dansi. Nel 1945 iniziò anche la carriera cinematografica partecipando al film "La signora è servita" in coppia con Antonio Gandusio, per la regia di Giannini.

Dal 1945 in poi si susseguirono i successi fino ad arrivare alla costituzione della Compagnia Carlo Dapporto che lo ha seguito in tutto il suo percorso artistico, insieme a una serie di altre compagnie via via costituite con le più grandi vedette dell’epoca, tra le quali si ricordano la Compagnia Dapporto-Masiero, quella con Marisa Del Frate, la Compagnia Dapporto-Fabrizi e la Dapporto-Pavone.
Da segnalare in particolare lo spettacolo "Riviera follies", finanziato dal Casinò di Sanremo nella stagione 1946-47 per il rilancio della città nell’immediato dopoguerra. Tra le altre riviste si ricordano "Chicchiricchì" di Gelich-Bracchi e D’Anzi, andata in scena nella stagione 1947-48, e il grande successo di "Giove in doppiopetto" di Garinei e Giovannini, con Delia Scala, rappresentata nella stagione 1954-55, che segnò la nascita della commedia musicale e venne in seguito proposta anche in versione cinematografica nell’omonimo film, il primo girato in Italia in Cinemascope.

In coppia con Lauretta Masiero varò invece, nella stagione 1956-57, la commedia musicale di Garinei e Giovannini "Carlo non farlo", ambientata nella sua Sanremo.
Nella stagione successiva tornò ad esibirsi con Delia Scala nella commedia musicale "L’adorabile Giulio", sempre di Garinei e Giovannini, con musiche di Gorni Kramer.
Il 21 settembre 1965 presentò la divertente commedia musicale di Scarnicci e Tarabusi "L’onorevole", in coppia con Miranda Martino nei panni di una chanteuse anni ’20.
Nel 1966-67 mise in scena insieme a Aldo Fabrizi e Grazia Maria Spina, la rivista "Yo, Yo, Je Je" di Dino Verde e Bruno Broccoli, mentre nel 1969 festeggiò le sue nozze d’argento con il teatro, interpretando con Marisa del Frate lo spettacolo "Hellzap happening" di Castaldo, Faele e Torti per la regia di Edmo Fenoglio.

Dopo un periodo di inattività dovuto a problemi di salute, tornò sulle scene per partecipare a una serie di commedie brillanti che segnarono il teatro comico italiano degli anni ’70, tra le quali si possono citare "Mi è cascata una ragazza nel piatto", dell’inglese Terence Frisby, per la regia di William Franklin (1969-70); "Il visone viaggiatore", di Ray Cooney e John Chapman; "Un babà per sette", commedia di Faele e Castaldo (1972-73); "Pignasecca e Pignaverde" di E. Valentinetti (1973-74); "Articolo V", commedia di Ugo Palmerini (1974-75) e "Risate in salotto", una delle ultime grandi riviste realizzate con Rita Pavone per la regia di Alfredo Polacci (1976-77).

Concorso Teatrale " Carlo Dapporto"Nei primi anni Settanta riprese con successo anche il repertorio dialettale di Gilberto Govi con la regia di Vito Elio Petrucci. Complessivamente furono trentotto le riviste e le commedie musicali, senza contare gli spettacoli di prosa, nelle quali egli recitò nella sua carriera teatrale, alternata peraltro a numerosi spettacoli di beneficenza in orfanotrofi, carceri, sanatori, fabbriche, ospedali militari, per la Croce Rossa e per le Forze armate.

L'affermazione sulla scena pubblica avvenne nell'immediato dopoguerra, grazie a sfavillanti spettacoli accanto alla soubrette Wanda Osiris. Sono gli anni d'oro del varietà e Carlo, grazie alla sua poliedricità, passando dal canto alle barzellette, riesce a diventare l'anima dello spettacolo. È nel 1947 che come capo-comico costituisce una propria compagnia mettendo in scena numerose riviste. Negli anni cinquanta è il brillante protagonista di alcune commedie musicali firmate da Garinei e Giovannini: su tutte Giove in doppiopetto (1954), insieme a Delia Scala.
I suoi personaggi stupiscono il pubblico con un infinito repertorio di doppi sensi, incentrati sul comune senso del pudore. I più famosi sono stati essenzialmente due: quello del "Maliardo", raffigurazione grottesca del viveur dannunziano impomatato e in frac con l'occhio sempre rivolto a Montecarlo, e quello della macchietta regional popolare: l'ingenuo "Agostino", che parla e storpia in piemontese, personaggio che, oltre ad aver portato con successo in teatro, rese protagonista di alcuni spot televisivi per la trasmissione televisiva Carosello.

L'8 agosto del 1945 nasce Massimo, il figlio che seguirà le orme paterne nel mondo dello spettacolo dedicandosi soprattutto al teatro e agli sceneggiati televisivi. Il suo secondo figlio si chiama Dario e nascerà qualche anno più tardi.

Carlo Dapporto "il Maliardo"Durante la sua lunga carriera ha avuto modo di lavorare accanto ai più importanti partner dell'epoca, tra cui ricordiamo Isa Barzizza, sua giovane concittadina sanremese; Carlo Campanini, Walter Chiari, Dario Fo, Cosetta Greco, Sophia Loren, Lauretta Masiero, Piero Mazzarella, Sandra Mondaini, Amedeo Nazzari, Ave Ninchi, Silvana Pampanini, Nilla Pizzi, Franca Rame, Renato Rascel, Mario Riva, Delia Scala, Tino Scotti, Nino Taranto, Ugo Tognazzi, Totò, Bice Valori, Raimondo Vianello, Alberto Sordi. Anche nel cinema la carriera di Carlo Dapporto è stata intensa e ricca di successi, soprattutto negli anni cinquanta, quando Carlo era al culmine del successo. Nel cinema Dapporto ha interpretato 38 film dal 1943 al 1987, dei quali 34 da protagonista, co-protagonista o in partecipazione straordinaria, cioè come attrattiva principale del film.

Quindi è assolutamente una carriera cinematografica di tutto rispetto, confortata anche da un ottimo successo di pubblico, che dopo averlo eletto suo beniamino nel teatro, lo apprezza molto anche sul grande schermo. Nel cinema leggero degli anni cinquanta e degli anni sessanta, Dapporto fu uno dei grandi protagonisti, tra i suoi titoli più importanti ricordiamo, "La presidentessa"(1952) di Pietro Germi, che è forse uno dei suoi più prestigiosi film, e lo vede protagonista nel ruolo del ministro francese che perde la testa per Silvana Pampanini; "La signora è servita"(1945), di Nino Giannini, che era tratto da una sua idea ed è il suo primo film da protagonista; "Il vedovo allegro"(1949) di Mario Mattoli, commedia sentimentale in cui Dapporto dà il meglio di sé; "Ci troviamo in galleria"(1953) di Mauro Bolognini, in cui Dapporto è ancora una volta perfetto nel descrivere con nostalgia e un filo di commozione la vita dei poveri guitti, che girano l'Italia in cerca di una scrittura e della gloria.

Altri titoli degni di nota sono "Giove in doppiopetto"(riduzione cinematografica di un testo di Plauto, con un Dapporto da applausi), "Finalmente libero", "Scandali al mare", "Undici uomini e un pallone" e "L'adorabile Giulio". Sono comunque tutti film dove Dapporto è protagonista o co-protagonista, e che hanno successo grazie anche alla sua presenza sempre gradita dal pubblico, che non lo ha mai abbandonato e gli ha sempre decretato un grandissimo affetto e un grandissimo amore. Da segnalare, infine, anche due sortite del grande Dapporto, nel cinema cosiddetto "impegnato", con "Fortunella"(1957), diretto dal grande Eduardo De Filippo e con "La famiglia" (1987) di Ettore Scola, dove accanto a Vittorio Gassman e al figlio Massimo, sfodera un'interpretazione da applausi, forse l'interpretazione più sofferta della sua straordinaria carriera. È il film che segna la sua piena maturità come attore, confermata poi dalla vittoria del prestigioso "nastro d'argento"come miglior attore non protagonista, vinto proprio per la magistrale interpretazione di questo film. È un premio, in pratica non solo alla splendida interpretazione offerta nel film, ma ha quasi la valenza di un premio alla carriera, quasi un nastro d'argento alla carriera, tanto quella cinematografica che quella teatrale o televisiva.È un premio che fissa definitivamente Dapporto tra i grandi, non solo del nostro spettacolo, ma del nostro cinema, più nello specifico. Si pensi che il film ottenne la nominations all'Oscar come miglior film straniero e sfiorò la vittoria della "Palma d'oro" al Festival di Cannes. È stato quindi, proprio il cinema, a offrire a Dapporto l'occasione di dimostrare le sue capacità d'attore in modo più completo, e di permetterle di verificarle anche alle generazioni future.

Una carriera frenetica quella di Carlo, senza mai un flop o un passo falso, la sua straordinaria umanità e la sua straordinaria capacità di attore sensibile e attento alle nuove generazioni sono oggi oggetto di un'attenta e scrupolosa rivalutazione, per un attore che merita di essere ricordato e amato nei secoli. Frequenti anche le sue apparizioni sugli schermi della televisione, dove partecipò tra l’altro a vari caroselli, nelle vesti di uno dei suoi personaggi più caratteristici (Agostino), nei memorabili sketch di Durban’s Pasta del Capitano. Sui canali della Rai andarono in onda pure numerosi suoi programmi, quali Il Rotocarlo con Miranda Martino, Monsieur Landrù, Crazy Boat, interventi ai varietà Studio Uno e Senza rete, e adattamenti televisivi di suoi lavori teatrali come L’adorabile Giulio.

Tre anni dopo la sua ultima grande interpretazione nel film di Scola, morì nella sua casa di Roma il 1º ottobre 1989.

Riconoscimenti :

Nel 1987 venne premiato con il Nastro d'argento come migliore attore non protagonista per il suo ruolo ne "La famiglia" (1987) di Scola.

Francobollo commemorativoNel giugno 2011, in occasione del centenario dalla nascita, le Poste Italiane hanno ricordato Dapporto con un francobollo commemorativo in cui viene raffigurato in una tipica espressione: sullo sfondo dell'immagine si staglia un sipario scarlatto, simbolo di quel teatro del quale l'attore è stato protagonista per anni.

Nel 1957 Carlo Dapporto vince la prestigiosa "Maschera d'argento" (l'equivalente del "nastro d'argento" nel cinema) per i suoi successi enormi nella commedia musicale, nella cosiddetta "trilogia del maliardo" diretti da Garinei & Giovannini: "Giove in doppiopetto"(1955), "L'adorabile Giulio"(1956) e "Carlo non farlo"(1957).


Per i suoi meriti artistici fu decorato con numerose onorificenze, tra cui quelle di "Commendatore all’Ordine della Corona d’Italia" e "Commendatore all’Ordine della Repubblica italiana", mentre nel 1965 venne insignito del titolo di “Cittadino benemerito” con la seguente motivazione: « Attore geniale, sorretto da naturale ispirazione e comunicativa fervida e gioconda, ha portato dinanzi alle plaudenti platee d’Italia il nome di Sanremo ».

Fu inoltre presidente onorario della “Compagnia Stabile Città di Sanremo” sin dalla sua fondazione.
In suo onore è stato intitolato il piazzale in fondo al Lungomare Italo Calvino, una scuola di teatro e una prova di gran fondo ciclistica, che richiama in Riviera oltre mille partecipanti in occasione dell’anniversario della sua scomparsa.


(fonte: da Wikipedia )

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